Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell'Habitat, istituita dalle Nazioni Unite e
incentrata sul tema: "Una città sicura è una città giusta"
Tutela della proprietà, sicurezza e attenzione verso i cambiamenti climatici: sono
i temi della odierna Giornata Mondiale dell’Habitat promossa dalle Nazioni Unite che
quest’anno vuole far riflettere, come sottolinea nel suo messaggio il segretario generale
dell’ONU Ban Ki-Moon, sul crimine urbano e sulla violenza nelle città. Al microfono
di Tiziana Campisi, la coordinatrice del programma “Città più sicure” dell’agenzia
ONU “UN - Habitat”, Laura Petrella, evidenzia i problemi che oggi caratterizzano
gli agglomerati urbani:
R. -
Per le città del Terzo mondo, in particolare, le questioni della sicurezza, del crimine,
della violenza, sono diventate un problema di sviluppo molto grave. Più del 60 per
cento degli abitanti, ogni 5 anni, è vittima di crimini o di violenze. La paura che
questa situazione genera e anche l’impatto diretto del crimine, sono fattori che hanno
un’influenza enorme sulle abitudini di coloro che vivono nelle città e sulle possibilità
di accedere ai servizi. E’ molto importante riconoscere che la violenza determina
un circolo vizioso. Violenza e crimine creano una paralisi sociale, ingiustizie sociali
e problemi di accesso alla città; incitano soprattutto le fasce più giovani ad orientarsi
verso comportamenti devianti. E’ un po’ il problema che sempre più città cercano di
affrontare in un modo positivo e propositivo, cercando di rompere questo ciclo in
maniera rispettosa dei diritti umani.
D. - Come far
fronte alla criminalità sempre più dilagante nelle città di tutto il mondo e come
garantire i diritti del cittadino?
R. - Bisogna avere
polizia e organi dello Stato in grado di fare il loro lavoro, ma questo non è sufficiente:
bisogna intervenire prima che i problemi sfocino in criminalità, in delinquenza. Questo
significa, da una parte, osservare e rispondere al disagio appena si manifesta, ma
dall’altra parte, anche essere consapevoli che ci sono meccanismi di criminalità organizzata
che vanno al di là della capacità di qualsiasi potere locale di intervenire.
D.
- Cosa può fare l’ONU?
R. - Su questi temi, le Nazioni
Unite lavorano a vari livelli per migliorare la coordinazione tra i Paesi, introdurre
standard, linee guida per il rispetto dei diritti; lavorano appoggiando le autorità
locali e i governi che vogliono intraprendere delle iniziative di maggiore prevenzione.
Soprattutto, aiutando a livello globale a discutere su questioni di sicurezza, in
particolare delle città, e su problemi di sviluppo; non tanto come problemi di emergenza
di polizia. A livello nazionale e delle città, si tratta di facilitare processi di
dialogo tra i gruppi sociali.
D. - Quale contributo
può offrire la Giornata mondiale per l’Habitat?
R.
- Prima di tutto, crea momenti di sensibilizzazione e di discussione. Le Nazioni Unite
hanno anche prodotto materiale informativo in proposito e pubblicheranno il rapporto
internazionale sugli insediamenti umani, che quest’anno riguarda proprio la sicurezza
nelle città. Un’occasione di riflessione, tra gli attori che sono coinvolti, per identificare
attività nel corso dell’anno e per il futuro. In particolare, contiamo di lanciare
la nuova fase del nostro programma “Città più sicure”, negli ultimi anni molto attivo
sul fronte dell’appoggio alle municipalità che lavoravano sulle questioni della sicurezza.
Sarà proprio la settimana prossima che verrà lanciata la sua nuova fase.