Prime condanne per i responsabili dell’attacco alla missione gesuita di Fonte Boa,
in Mozambico
Sono stati condannati a 24 anni di prigione tre dei presunti responsabili dell’attacco
compiuto il 6 novembre scorso contro la missione gesuita di Fonte Boa, nella provincia
occidentale mozambicana di Tete, nel quale morirono un missionario brasiliano, Waldyr
dos Santos, e una volontaria portoghese, Idalina Neto Gomes. Lo riferiscono fonti
locali, riprese dall’agenzia Misna, precisando che la Corte provinciale di Tete ha
stabilito che Horacio Sande, Feston Palusso e Joaquim Nicoroa sono colpevoli di “omicidio
di primo grado, furto, possesso illegale di armi e cospirazione criminale”. Uno degli
altri due imputati nel processo, Policarpo Ndawala, è stato assolto, mentre il quinto,
Filipe Tambala, nel frattempo è morto di malattia. Il caso, tuttavia, non è ancora
chiuso: restano infatti da giudicare altre tre persone, Benjamim Roque, Alfredo Beula
e Khalid Mahomed Nazir, ritenute i mandanti dell’attacco. Nell’assalto alla residenza
dei gesuiti, altri due religiosi rimasero feriti. La zona di Tete ha registrato di
recente un aumento di criminalità, con numerosi furti (spesso ai danni di missioni
e parrocchie) di denaro o automobili, che vengono poi contrabbandate facilmente nei
vicini Malawi, Zambia e Zimbabwe. (R.M.)