Proclamata beata a Nysa, in Polonia, Maria Merkert, cofondatrice e prima superiora
generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta
Questa mattina è stata proclamata beata in Polonia, Maria Merkert, cofondatrice e
prima superiora generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. La cerimonia
si è svolta a Nysa, nella chiesa dei Santi Giacomo e Agnese ed è stata presieduta
dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei
Santi, che ha rappresentato il Santo Padre. La nuova beata Maria Merkert è nata nel
1817 a Nysa, nella regione della Slesia, e ha dedicato la propria vita a sofferenti,
poveri ed emarginati. Ascoltiamo al microfono di Giovanni Peduto, il postulatore
della causa di beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi:
R. –
La beata Maria Merkert è vissuta in un’epoca storica ed in un’area geografica, la
Slesia, particolarmente colpita dalla guerra, ed è proprio qui che lei ha dato le
migliori prove della sua santità. Infatti, in un tempo così gravido di sofferenze,
ha dedicato la sua vita alle persone povere, abbandonate, malate, ai feriti della
guerra. In queste persone vedeva l’immagine di Cristo da servire e da amare. Il modello
da lei offerto, che è quello di assecondare generosamente e disinteressatamente il
Signore nei fratelli, non perderà mai di attualità.
D.
– Quale è il suo particolare carisma? R. – La vocazione primaria
e fondamentale di ogni credente è quella di amare Dio ed il prossimo. L’amore verso
i fratelli riflette l’amore di Dio: di questo è stata sempre consapevole, e l’ha anche
testimoniato con la vita, la beata Maria Merkert. E' stata sempre cosciente, infatti,
che l’amore per il prossimo giunge alla pienezza solo incarnando l’amore di Dio. La
sua morte, avvenuta nel 1872, non ne ha sminuito la dimensione apostolica: la sua
figura e la sua opera sono presenti ancche oggi in tanti Paesi del mondo proprio per
merito delle sue figlie spirituali che ne perpetuano il carisma in modo veramente
ideale.
D. – Lei ne ha studiato a fondo la vita:
cosa l’ha particolarmente colpito?
R. – Tutto deve
essere un po’ riportato a questa sua considerazione della vita che la faceva ritenere,
già all’epoca, la madre dei poveri, tanto da venir chiamata proprio “la samaritana
dei poveri”: comunemente, così era indicata all’epoca. Tutti ricorrevano a lei sicuri
di essere ascoltati ed aiutati. Era instancabile nella sua dedizione, pronta a seguire
proprio tutti; una sua compagna che le è vissuta accanto e l’ha vista in quegli anni,
ebbe a dire queste semplici parole: “Madre Maria comprava carne, caffè e pane per
le povere vedove e portava queste cose lei stessa ai poveri e le donava con tale affabilità
di cuore che quei vecchietti piangevano di gioia e tutti la chiamavano la cara madre
di tutti”.