L'Ucraina alle urne per le legislative: nuova sfida tra filo-russi e filo-occidentali
Seggi aperti in Ucraina per le legislative: sono oltre 37 milioni le persone chiamate
alla votazione per il rinnovo del Parlamento. Sono 450 i deputati da scegliere e tre
i protagonisti annunciati del voto: il presidente filoccidentale Viktor Iushenko,
promotore della cosiddetta rivoluzione arancione del 2004 e fautore di un ingresso
dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato; il premier filorusso Viktor Ianukovic,
vincitore delle elezioni politiche del 2006 e Iulia Timoshenko, icona della rivoluzione
arancione, prima alleata di ferro di Iushenko, poi in contrasto con il capo di Stato
per reciproche accuse di incompetenza e, quindi, nuovamente favorevole ad un’alleanza
con il presidente in vista del voto legislativo. Come spiegare questo nuovo accordo
tra Iushenko e la Timoshenko, che in caso di vittoria hanno già annunciato un'intesa
per una coalizione di governo? Risponde Fulvio Scaglione, vicedirettore di
Famiglia Cristiana ed esperto dell’area ex Sovietica, raggiunto telefonicamente a
Mosca da Giada Aquilino:
R. –
In realtà, gli uni senza gli altri non possono governare. Ricordo, però, che l’esperienza
di governo comune Iushenko-Timoshenko non è finita bene, dopo la vittoria nelle presidenziali
di Iushenko del 2004. Questo, in generale, è stato il problema di tutta la cosiddetta
Rivoluzione arancione che è riuscita ad imporsi, vincendo le elezioni. Ma il governo
non si è rivelato stabile. Tanto che Ianukovic, nel 2006, ha vinto le elezioni politiche,
le parlamentari, ed è diventato primo ministro.
D.
– Se allora non funzionò, perché ora quest’alleanza tra Iushenko e Timoshenko dovrebbe
dare buoni risultati?
R. – Io credo che Timoshenko
sia, appunto, il perno dell’intera situazione politica; ma credo sia anche l’espressione,
il sintomo del più grave problema politico dell’Ucraina. L’Ucraina è in realtà un
Paese diviso in due: c’è una maggioranza filo-occidentale, che si ispira a Iushenko.
E' questa una maggioranza sul territorio e corrisponde anche ad una consistente porzione
religiosa che è cattolica e che guarda verso Occidente. Una porzione che è impegnata
in un’economia basata sui servizi o su un’agricoltura che si sta fortemente sviluppando.
Ma c’è una consistente minoranza che è filorussa, di origine russa che parla in russo.
Questa minoranza vive in una differente situazione territoriale, molto più spostata
verso est, ed opera in una differente situazione economica, fatta di grandi fabbriche
che necessitano disperatamente di riforme, di miniere che non sono più utili come
ai tempi dell’ex Unione Sovietica. Queste due anime sono difficilmente conciliabili
senza un grande patto politico. In questo quadro si inserisce, poi, il forte sentimento
antirusso, che è quello su cui gioca Timoshenko. Il problema è che la Russia è il
maggior partner commerciale dell’Ucraina. L’Ucraina dipende, inoltre, dalla Russia
per i rifornimenti di gas e petrolio, quindi per l’approviggionamento delle industrie,
per il riscaldamento d’inverno e così via. Non si può condurre, in Ucraina, una politica
così fortemente anti-russa come quella cui si ispira Timoshenko, che è l’elemento
chiave per formare una qualunque maggioranza; è anche l’elemento che rischia, poi,
di far saltare qualunque maggioranza.
D. – Quale
indirizzo prevarrà, l’Ucraina nell’Unione Europea e nella NATO, come vuole il presidente
Iushenko, o la linea filorussa di Ianukovich?
R.
– L’Ucraina non ha alcuna possibilità reale, in questo momento, di entrare nell’Unione
Europea. L’Unione Europea ha già molti problemi e i continui allargamenti glie ne
hanno creati altri. Credo che difficilmente, in questo contesto, possa realizzarsi,
anche se è più probabile, l’ingresso nella NATO.