Oggi viene beatificata in Polonia la serva di Dio Maria Merkert, che ha dedicato la
propria vita ai poveri e ai sofferenti
Oggi viene proclamata beata a Nysa, in Polonia, Maria Merkert, cofondatrice e prima
superiora generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. La cerimonia
si svolge nella chiesa dei Santi Giacomo e Agnese e sarà presieduta dal cardinale
José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che rappresenterà
il Santo Padre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La nuova
beata è nata il 21 settembre 1817 a Nysa, nella regione della Slesia. L’atmosfera
religiosa, che regnava nella sua casa paterna, influì molto sulla sua formazione e
ispirò il suo servizio caritativo verso i bisognosi. Maria Merkert, con costanza e
grande gioia assisteva malati, poveri ed emarginati. Nel 1842 fondò la Congregazione
delle Suore di Santa Elisabetta, approvata dal vescovo di Breslavia nel 1859. Fu strumento
nelle mani di Dio mobilitando centinaia di cuori giovanili a soccorrere i malati,
a portare loro aiuto fraterno e sollievo nelle sofferenze. Nel suo slancio caritatevole
influì anche l’essere nata in un territorio, la regione della Slesia, dove la cultura
slava e quella tedesca hanno trovato importanti punti di incontro ma anche di frizione.
Ascoltiamo, al microfono di Beata Zajączkowska, il cardinale
José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei
Santi:
R. - Certamente l’ambiente in cui si nasce
e si cresce ha una grande incidenza morale, spirituale. Perciò aver vissuto in un
contesto di incontro–scontro tra la cultura slava e quella tedesca non può non aver
generato nella nuova beata, già da piccola, una mentalità aperta alla luce del Vangelo
ai diversi modelli culturali. E non può averla pertanto portata a preferire la via
dell’incontro a quella dello scontro. In questo senso, si può dire benissimo che
la nuova beata è stata davvero un segno profetico della solidarietà che supera tutte
le frontiere culturali, etniche e sociali.
Dedicò
la propria vita all'attività caritatevole e nelle persone bisognose vedeva le sofferenze
del Signore. La serva di Dio Maria Merkert viene chiamata “la samaritana
della Slesia”. Ma come interpretare oggi il suo messaggio? Ancora il cardinale
José Saraiva Martins:
R. - E’ un bel titolo essere
chiamata la samaritana della Slesia. Questo ci porta un messaggio quanto mai importante
ed attuale. Decidendo di curare le membra sofferenti del corpo di Cristo, assistendo
i malati, poveri ed abbandonati nelle loro case e di prestar loro aiuto sia materiale
che spirituale la nuova beata ci invita a mettere questo in pratica nella nostra vita
il precetto dell’amore, e in particolare, verso coloro che ne hanno più bisogno. Ci
invita a non dimenticare le parole di Gesù: tutto quello che avete fatto a uno dei
più piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me. E questo è la più scottante attualità
perchè purtroppo, nella società odierna, si dimentica troppo facilmente la categoria
dei poveri. Sono milioni di nostri fratelli che vivono in una situazione di estrema
povertà. Quindi il messaggio della nuova beata è estremamente importante e molto attuale.
La nuova beata, scomparsail 14 novembre 1872,
oltre ad attuare il carisma: “aiutare dove più è necessario l’aiuto”, si impegnò
poi nel dare alle proprie consorelle un’istruzione adeguata e, soprattutto, una formazione
spirituale e morale, caratterizzata da profonda umiltà. Il suo impegno caritatevole
prosegue anche oggi: la Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta è fortemente
impegnata, infatti, nel dare il proprio contributo in questa preziosa attività
al servizio dei poveri e dei sofferenti.