L'intervento del cardinale Lozano Barragán al Convegno su "Salute, tecnologia e bene
comune" organizzato a Roma dall'Istituto Acton
Il legame tra opportunità create dal rapido sviluppo delle tecnologie e le condizioni
che promuovono il completo benessere della persona umana, è stato al centro del Convegno
“Salute, tecnologia e bene comune”, tenutosi ieri a Roma nella sede della Pontificia
Università Gregoriana. Alla Conferenza, organizzata dall’Istituto Acton, ha partecipato
anche il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio
per la Pastorale della Salute. Il porporato ha sottolineato come oggi si confondano,
sempre più frequentemente, benessere e felicità. Ascoltiamo, al microfono di Viktoria
Somogyi, il cardinale Barragán:
R. –
Giovanni Paolo II nel messaggio dell’anno giubilare del 2000 dice che la salute è
una tensione verso l’armonia fisica, psichica, sociale e spirituale; non è soltanto
la carenza di malattie, che rende capace l’uomo, la persona, di adempiere alla missione
che il Signore gli ha affidato, secondo le varie tappe della vita.
D.
– Oggi la cultura attuale definisce la salute come uno stato di perfetto benessere,
ma paradossalmente combatte la vita stessa. Quali sono le condizioni vere che promuovono
il completo il benessere della persona umana, ovvero il bene comune?
R.
– Il perfetto benessere non esiste in questa terra, perché il Signore ci ha promesso
la felicità, non il benessere. L’errore fondamentale, dunque, di tutta questa concezione
attuale post-moderna, è la confusione tra benessere e felicità. Una persona può non
avere benessere ed essere felice o avere molto benessere ed essere molto infelice,
come provano i casi di suicidio nelle società più sviluppate che hanno tanto benessere
e tanta infelicità.
Alla Conferenza è intervenuto anche mons. Jean Laffitte,
vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita, con una relazione sul tema:
“La salute come elemento del benessere della persona. Analisi della teologia morale
cattolica”. Sul rapporto tra qualità della vita e criteri etici, ascoltiamo proprio
mons. Laffitte, intervistato da Christopher Altieri.
La qualità
della vita è un tema sul quale è necessario riflettere, soprattutto in un contesto
mondiale in cui la vita non ha la stessa qualità per tutti, e quindi ci sono molte
problematiche legate anche alla giustizia, all’impegno politico e sociale. L’altro
punto è la questione della fine della vita. Siamo in un campo sterminato di riflessione,
a livello etico e teologico, e per dirlo semplicemente, la qualità della vita in quel
contesto deve certamente preoccuparsi del modo in cui i malati, in fin di vita, vivono.
Quindi, in questo, rientrano tutte le procedure per poter alleviare la sofferenza
delle persone e provare a migliorare la qualità della loro vita. La qualità della
vita non deve sostituire nuovi criteri etici ai criteri fondamentali, uno dei quali
è il carattere inviolabile della vita umana. E questo è veramente importante: la qualità
della vita non deve giustificare che si porti a termine un gesto, deliberato, personale.