2007-09-29 13:42:10

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta la parabola del ricco epulone: un uomo ricco, che tutti i giorni banchettava lautamente, mentre un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Alla morte di entrambi, il povero viene portato dagli angeli nel seno di Abramo, mentre il ricco soffre i tormenti dell'inferno. Alle tardive richieste di aiuto del ricco Gesù fa dire ad Abramo queste parole:

“Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso”.

Sul significato di questa parabola, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


Nella prima parte della parabola ci viene presentata la storia di un uomo ricco che dopo la sua morte si trova nell’inferno. La parabola non dice che quell’uomo abbia compiuto in vita qualcosa di male ma ci dice che non ha compiuto il bene che, secondo giustizia, era dovuto. Essa ci richiama all’assoluta insufficienza dell’astensione dal male e alla necessità di un’attività creativa ed intraprendente in direzione del bene e regolata dalla necessità della giustizia. E’ questa solerzia attiva nel bene che fa guadagnare all’uomo un nome, che lo rende degno di un nome. Infatti i dottori dicevano che il nome della persona è un nome di dignità, “nomen dignitatis”, e per questo il ricco epulone nella parabola non ha un nome. La seconda parte, invece, contiene una rivelazione sulla condizione dei dannati. Essi sono posti in una condizione di separazione: “Tra noi e voi, dice Abramo, è stabilito un grande abisso”. Questa separazione non è altro che la prosecuzione di quello che il ricco aveva stabilito tra sé e Lazzaro quando era ancora in vita. C’è una continuità tra la nostra vita presente e quella futura.







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