2007-09-29 15:30:05

Afghanistan: Kharzai disposto a negoziare con i talebani, pronti al rilascio dei 4 operatori della Croce Rossa Internazionale, rapiti nel Paese - Disordini in Pakistan dopo l'ammissione di Musharraf alle prossime presidenziali


Mano tesa del presidente afghano Karzai ai talebani. Il capo di Stato si è detto pronto a negoziati di pace con il leader degli insorti, Mullah Omar. Proprio oggi però i talebani hanno rivendicato l’attentato kamikaze, avvenuto a Kabul, e che ha provocato almeno 31 morti e 21 feriti, tra civili e soldati. L’esplosione, violentissima, ha spezzato a metà l’autobus sul quale viaggiavano i militari. Inoltre i ribelli hanno annunciato che oggi saranno rimessi in libertà i quattro operatori della Croce Rossa Internazionale, tra cui due stranieri, sequestrati quattro giorni fa nella provincia di Wardak mentre stavano mediando per il rilascio di un ostaggio tedesco.

- Sono arrivate le scuse al governo iracheno da parte dell’esercito americano che ieri ha compiuto un raid aereo su Bagdad uccidendo donne e bambini. Secondo fonti ospedaliere, l’azione ha provocato almeno 10 vittime. Fonti USA hanno spiegato che l’attacco era diretto contro un gruppo di insorti che poco prima avevano sparato colpi di mortaio. Violenza anche a Mosul, dove tre soldati iracheni sono rimasti uccisi in un attentato compiuto con un’autobomba che è saltata in aria al passaggio del loro convoglio.

- In Pakistan, oltre 200 persone hanno manifestato questa mattina ad Islamabad, davanti alla commissione elettorale, che ha ammesso la candidatura del capo dello Stato Musharraf alle prossime elezioni presidenziali. Si è reso necessario l’intervento della polizia: decine gli arresti e circa venti il numero dei feriti. I manifestanti chiedono che Musharraf si dimetta dalla guida dell’esercito, prima delle elezioni previste il 6 ottobre.

- Un vertice mondiale sulle emergenze climatiche entro la metà del 2008. E’ quanto ha annunciato il presidente statunitense Bush, parlando a Washington alla conferenza sul clima che ha visto riuniti i 16 principali Paesi maggiormente responsabili dell’inquinamento. Sentiamo Elena Molinari:RealAudioMP3


Obiettivi comuni a tutti i Paesi ma autonomia di ogni nazione su come ridurre le emissioni dei gas inquinanti. Questa la filosofia di George Bush per la lotta al surriscaldamento globale, espressa nella sua conferenza sul clima di Washington. Un contro vertice, come è stato ribattezzato dai suoi critici, che il presidente americano ha organizzato in parallelo alla conferenza dell’ONU cui gli Stati Uniti non hanno partecipato. Il capo della Casa Bianca ha ribadito il suo no a trattati come quello di Kyoto, dal quale Bush aveva ritirato gli Stati Uniti non appena diventato presidente. Ha poi, ancora una volta, contestato le riduzioni obbligatorie imposte ai Paesi industrializzati, e ha parlato della necessità di riconoscere il problema del riscaldamento globale, ma pur sempre – ha detto – mantenendo le nostre economie in crescita. Bush ha inoltre annunciato la creazione di un fondo internazionale per finanziare la ricerca su energie alternative e ha lanciato l’idea di una riunione di capi di Stato entro la prossima estate, che fissi un obiettivo di lungo termine per la riduzione delle emissioni dei gas serra.(Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

- Vigilia di elezioni in Ucraina, chiamata al voto per il rinnovo del Parlamento. Una tornata elettorale considerata molto importante anche dall’Unione Europea che ha inviato una missione di osservatori. Nonostante la tensione politica che ha caratterizzato la campagna elettorale, tutto sembra svolgersi in un clima disteso. Favorito nei sondaggi il filorusso Yanukovic. Da Kiev, Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

 
Fuochi d’artificio, balli in piazza, concerti: così si è conclusa la campagna elettorale in Ucraina. La speranza generale è che si trovi una soluzione all’ingovernabilità nella quale è caduto il Paese dopo la “rivoluzione arancione” dell’autunno 2004. Venti sono le formazioni in lista: oltre 4000 i candidati per i 450 seggi alla Rada. I sondaggi parlano chiaro: in testa sono segnalati i regionali del premier russofono Viktor Yanukovic, attestati sul 32 per cento; segue il blocco Biut dell’ex primo ministro Timoshenko con il 21, quindi il partito del presidente Viktor Yuschenko, Nostra Ucraina, con il 15 per cento. Il grande dubbio è quanti altri partiti supereranno la barriera del 3 per cento per entrare alla Rada. I socialisti e i comunisti rischiano di rimanere clamorosamente fuori, la dispersione dei voti fra le tante compagini potrebbe essere alta. Si temono falsificazioni. La situazione è calma ma non sono escluse proteste e scandali. (Da Kiev, Giuseppe D'Amato per la Radio Vaticana).

 
- Cambio al vertice del Psd, il principale partito di opposizione in Portogallo. Eletto alla guida della formazione politica: Luis Felipe Menezes. Il nuovo sindaco di Vila Nova de Gaia, nelle vicinanze di Porto, ha ottenuto il 54% dei voti. Appena nominato, ha espresso l’intenzione di guidare il partito alla vittoria nelle tre elezioni in programma nel 2009: comunali, europee e politiche.

- Una manovra di svolta, leggera nei numeri, corposa nei provvedimenti. Così questa mattina in conferenza stampa il premier Romano Prodi ha presentato la legge finanziaria 2008 da 11 miliardi di euro varata questa notte all’unanimità dal Consiglio dei ministri. L’opposizione parla invece di manovra preelettorale di un Governo in agonia. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


La Finanziaria è per ogni governo la legge più importante dell’anno. E per il governo Prodi rappresenta anche il banco di prova più impegnativo per la tenuta della maggioranza. L’Esecutivo ha superato dunque il primo scoglio, quello del varo della manovra. Una manovra leggera, 11 miliardi di euro, un terzo rispetto allo scorso anno. In più c’è un decreto da 7 miliardi, che si basa sulle maggiori entrate fiscali. Tante le buone notizie, assicura Palazzo Chigi. I frutti della lotta all’evasione, ha spiegato il premier Prodi, vanno dalla redistribuzione delle imposte: già quest’anno ci sarà una riduzione tributaria in favore delle famiglie più deboli. Dal prossimo anno, poi, sconto sull’Ici e per gli affittuari con redditi bassi. Sempre sul fronte sociale, a fine anno in arrivo un assegno per gli incapienti. E ancora: sconti per le spese scolastiche e fondi per la non autosufficienza. Risorse anche per un piano casa e per le infrastrutture, con l’attuazione tra l’altro del progetto: “mille treni per i pendolari”. Novità importanti anche per le imprese, con il taglio dell’Ires (l’imposta sul reddito delle società) e dell’Irap (l’imposta sulle attività produttive). Non ci sarà, almeno per ora, l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, chiesto a gran voce dalla sinistra radicale che ha invece ottenuto il rinvio del collegato da inserire nella Finanziaria nel protocollo su welfare e pensioni sottoscritto a luglio con le parti sociali. Un rinvio che preoccupa però i centristi di Lamberto Dini. C’è poi un capitolo sulla riqualificazione della spesa: risparmi nella pubblica amministrazione e tagli ai costi della politica, con l’impegno dell’esecutivo a ridurre il numero dei parlamentari: 315 alla Camera, 200 al Senato. Insomma, la mediazione delle ultime ore da parte di Prodi sembra aver trovato un faticoso e provvisorio compromesso tra le istanze dell’ala riformista e quelle della sinistra della coalizione. Mentre l’opposizione è pronta a dare battaglia contro la manovra. L’unica buona notizia, ha commentato Berlusconi, sarebbe quella di mandare a casa Prodi. Ora la partita decisiva si sposta in Parlamento e soprattutto al Senato, ogni votazione sarà una dura prova per il Governo. (Per la Radio Vaticana Giampiero Guadagni)

- Notte di sangue in Somalia. Una serie di battaglie tra insorti e truppe governative hanno provocato la morte di numerose persone. Ancora imprecisato il numero delle vittime. Sembra che gli insorti abbiano attaccato alcune postazioni governative nella zona sud di Mogadiscio. Già ieri in seguito a duri scontri, alcune fonti avevano segnalato la morte di almeno 4 soldati ed i loro alleati etiopici. Il governo della Arabia Saudita ha proposto una soluzione: il ritiro delle truppe etiopiche e l’arrivo di contingenti arabo-africani, sotto il controllo dell’ONU. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Beatrice Bossi)
  
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 272

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