Rischio di estinzione per oltre 3 mila lingue nel mondo
Ogni 14 giorni, una lingua muore ed entro il 2100 almeno 3 mila, delle oltre 6 mila
lingue del mondo, andranno perse. È l’allarme lanciato dal National Geographic Society.
Il progetto “Enduring Voices” definisce le 5 aree del mondo in cui le lingue stanno
scomparendo più rapidamente: l’Australia settentrionale, le regioni centrali del Sud
America (Ecuador, Colombia, Peru, Brasile e Bolivia), la zona costiera dell’Oceano
Pacifico in Nord America (Washington e Oregon, British Columbia in Canada), la Siberia
orientale e gli Stati americani del sud-ovest (Texas e Nuovo Messico). Nella maggior
parte dei casi si tratta di lingue parlate solo da nativi e popolazioni indigene la
cui cultura è stata cancellata dai colonizzatori. L’allarme arriva anche dalla Nigeria.
Secondo l’agenzia MISNA il 30 per cento delle lingue locali sono scomparse, perché
la classe dirigente nigeriana preferisce usare l'inglese. Il ministro nigeriano del
Turismo e della Cultura, Adtukunbo Kayode, afferma:“Se le lingue autoctone vengono
trascurate, lo stesso accadrà per i nostri valori”. Per ridimensionare il problema,
il governo nigeriano ha annunciato interventi per incoraggiare l'apprendimento delle
lingue locali con l'obiettivo di preservare e rinvigorire l'uso degli idiomi autoctoni,
coinvolgendo anche i mezzi di comunicazione. Sempre aperto, quindi, il dibattito tra
linguisti sulla problematica. Alcuni sostengono che solo lo studio delle lingue minori
permetterebbe la conoscenza di culture locali e sistemi naturali delle regioni dove
vengono parlate. Altri, invece, sostengono l’ipotesi di una lingua mondiale per ottenere
comunicazioni più chiare tra gli interlocutori. (B.B.)