2007-09-28 08:27:41

Il cardinale Martino plaude agli insegnamenti sociali e politici di don Sturzo


Spese tutta la vita per dare concreta attuazione nella realtà sociale, economica e politica, ai principi cristiani della carità e della giustizia. Una vita esemplare, che bisogna continuare a proporre come modello da imitare. Così il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, ha ricordato la figura di Don Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare, nell’annuale Messa commemorativa celebrata ieri pomeriggio nella chiesa romana della Maddalena, per iniziativa dell’Istituto che porta il suo nome, nell’anniversario della morte avvenuta nel 1959.

Richiamandosi agli insegnamenti di don Sturzo, di cui è in corso la causa di beatificazione, insegnamenti che costituiscono – ha detto il porporato – “un patrimonio di inestimabile valore”, il cardinale Martino ha evidenziato che “la ragione intrinseca del potere politico è data dalla finalità etica della società-stato che è il bene comune in campo temporale. Al di là di questo limite non vi è potere legittimo, ma arbitrio e violenza, cioè immoralità”. “Quella dei limiti della politica – ha insistito il porporato – è una lezione attualissima e necessaria per il nostro Paese, consegnataci da un maestro impareggiabile come don Sturzo…, purtroppo con pochi alunni…”.

Per dare slancio e valore alla politica e all’impegno politico, come ha insegnato don Sturzo, occorre rimettere al centro la persona umana. Ciò implica – ha proseguito il presidente di Giustizia e Pace – l’affermazione dell’inviolabile diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, il riconoscimento effettivo del diritto alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa, l’impegno a difendere il matrimonio e la famiglia, quale valore insostituibile in ordine all’autentico sviluppo della convivenza umana.

Ai politici cattolici dal cardinale Martino, sulla scorta dell’insegnamento di don Sturzo e della Deus caritas est di Benedetto XVI, è venuto quindi l’invito a coltivare un’autentica spiritualità laicale ispirata dall’amore, che ci rigeneri come uomini e donne nuovi, immersi nel mistero di Dio e inseriti nella società, come santi e santificatori.







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