Benedetto XVI ai vescovi ucraini in visita "ad Limina": coltivate rapporti di armonia
con i greco-cattolici e con gli ortodossi nel Paese e curate in particolare i candidati
al sacerdozio
Manifestare in ogni circostanza l’unità fra i cattolici dei diversi riti. Benedetto
XVI lo ha chiesto ai vescovi dell’Ucraina di rito latino, incontrati oggi a Castel
Gandolfo per la loro vista ad Limina, dopo il precedente incontro di lunedì scorso
al quale avevano partecipato anche i presuli cattolici di rito greco. Oggi, il Papa
ha messo in risalto le priorità della Chiesa ucraina, insistendo in particolare sulla
cura dei sacerdoti, delle vocazioni e della famiglia. Il servizio di Alessandro
De Carolis: I
vescovi della Chiesa cattolica ucraina nutrono la volontà reciproca di “consolidare
l’unità e la collaborazione” in tutti i campi pastorali, da quello catechetico al
liturgico, dal missionario al caritativo. Benedetto XVI ha subito trovato parole di
apprezzamento per i vescovi e i sacerdoti che vivono, ha riconosciuto, in un contesto
nel quale - per difficoltà di tipo sociale e contingente - “l’abnegazione” e la “generosità”
sono tra le prime qualità da mettere in campo. Ma, così come già sottolineato nel
suo intervento all’inizio di questa settimana al cospetto dei vescovi greco-cattolici,
il Papa ha nuovamente sollecitato i presuli di rito latino a lavorare per il dialogo
e la fraternità tra le due componenti ecclesiali:
“Anche
fra cattolici non sempre la collaborazione riesce facile, essendo normale che emergano
sensibilità differenti, data pure la diversità delle rispettive tradizioni. Ma come
non ritenere una provvidenziale opportunità il fatto che coesistano insieme due Comunità
distinte nelle loro tradizioni ma pienamente cattoliche, entrambe protese a servire
l’unico Kyrios e ad annunciarne il Vangelo? L’unità dei cattolici, nella diversità
dei riti, e lo sforzo di manifestarla in ogni ambito, mostra il volto autentico della
Chiesa Cattolica e costituisce un segno quanto mai eloquente anche per gli altri
cristiani e per l’intera società”.
Nonostante
la pesante eredità della “dominazione atea e comunista” della quale - ha osservato
il Pontefice - si riscontrano “evidenti tracce nelle generazioni attuali”, il consolidare
la comunione all’interno delle comunità cattoliche renderà “più agevole - ha affemato
- condurre un proficuo dialogo tra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese e comunità
ecclesiali. “L’esigenza ecumenica - ha poi proseguito Benedetto XVI - è fortemente
avvertita da voi, che da lunghi secoli vivete insieme ai nostri fratelli ortodossi
e con loro cercate di tessere un quotidiano dialogo che abbraccia tanti aspetti della
vita”:
“Le difficoltà, gli ostacoli, e persino
eventuali insuccessi non rallentino il vostro entusiasmo nell’andare in questa direzione.
Con pazienza e umiltà, con carità, verità e apertura d’animo, il cammino da percorrere
diviene meno arduo, soprattutto se non viene mai meno la prospettiva di fondo, la
convinzione cioè che tutti i discepoli di Cristo sono chiamati a percorrere le sue
orme, lasciandosi guidare docilmente dal suo Spirito, che è sempre all’opera nella
Chiesa".
Passando poi ai temi della pastorale,
Benedetto XVI ha invitato i vescovi ucraini ad avere cura che nei seminari “sia impartita
agli aspiranti al sacerdozio una formazione armonica e completa” e a “non trascurate
la formazione permanente dei presbiteri”. Quindi, ha aggiunto:
“Ho
notato con soddisfazione la presenza e l’impegno dei consacrati e delle consacrate:
un autentico dono per la crescita spirituale di ogni comunità. La cura delle vocazioni
presuppone naturalmente una valida pastorale familiare. La formazione di un laicato
che sappia rendere ragione della fede si rende in questi nostri tempi ancor più necessaria
e rappresenta uno degli obbiettivi pastorali da perseguire con impegno”.