Presentata alla stampa la nuova chiesa della Santissima Trinità costruita nel Santuario
di Fatima
E’ una grande struttura circolare bianca, bassa e senza campanili la nuova chiesa
della Santissima Trinità costruita nel Santuario di Fatima e illustrata ieri alla
stampa a pochi giorni dalla sua consacrazione. Questa avverrà il 12 ottobre nel 90.mo
anniversario dell’ultima apparizione della Vergine ai tre pastorelli di Fatima, con
la presenza del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano e per l’occasione
Legato Pontificio. La nuova chiesa, dove ancora si lavora freneticamente per finire
gli ultimi dettagli, chiude l’immensa spianata di Fatima sul lato apposto a quello
dove sorge l’antica Basilica inaugurata nel 1953, alla quale – precisa il rettore
del Santuario, mons. Luciano Guerra, che recentemente ha celebrato 50 anni di sacerdozio
– il nuovo edificio non intende far ombra. L’interno della nuova chiesa è circolare
e senza colonne, con un diametro di 125 metri e con circa 9 mila posti a sedere. Esso
presenta dietro l’altare un grande Crocifisso ed un immenso pannello di 500 metri
quadrati, realizzato quasi interamente in oro. Opera del Centro Aleppi di Roma, organismo
legato al Pontificio Istituto Orientale. L'edificio - la più grande opera di questo
tipo realizzata in Portogallo - avrà 13 porte: 12 laterali dedicate agli apostoli,
in bronzo, ed una porta centrale di 64 metri quadrati con effetti artistici su Dio
e la Trinità. Da Milano si attende una statua della Vergine di Fatima in marmo di
Carrara ed accanto alla nuova grande Croce, alta 34 metri ed inaugurata in agosto,
sarà posta una statua di Giovanni Paolo II. “Il costo dell’opera – ha detto mons.
Guerra – è da calcolare fra i 60 e i 70 milioni di euro, raccolti grazie alle offerte
dei fedeli. La nuova chiesa è stata progettata da un architetto ortodosso, il greco
Alexandros Tombazis il quale ha detto all'Agenzia cattolica Ecclesia di "non aver
avuto nessun problema di carattere confessionale nella realizzazione dell'opera. (Da
Lisbona, per la Radio Vaticana, Riccardo Carucci)