ONU e Parlamento europeo affrontano la moratoria della pena di morte
Molti i temi di rilievo al Palazzo di Vetro di New York, dov’è in corso l’Assemblea
generale delle Nazioni Unite. Diverse crisi internazionali e la questione della riforma
dell’ONU sono stati al centro dell’intervento del presidente degli Stati Uniti e di
quello del presidente del Consiglio italiano. Ce ne parla da New York, Elena Molinari: Ha
promesso nuove sanzioni economiche contro il Myanmar, ha aggiornato la lista nera
dei "regimi brutali", aggiungendo Bielorussia, Siria a Corea del Nord ed Iran e si
è detto contento che a Cuba il lungo regno di un dittatore crudele sia vicino alla
fine. Il presidente americano Bush nel suo discorso all’Assemblea generale dell’ONU
ha posto l’accento sulla responsabilità di tutti i Paesi civilizzati nel combattere
la tirannia e la violenza e ha affermato che il mondo ha il dovere di aiutare le giovani
democrazie come il Libano, l’Iraq e l’Afghanistan. Quindi, ha fatto una forte apertura
al Giappone che, a suo dire, potrebbe entrare a far parte del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU, come membro permanente, insieme ad altre nazioni. Una posizione non gradita
all’Italia, che da anni, come ha ribadito ieri Romano Prodi, vuole una riforma dell’ONU
che non aggiunga membri permanenti al Consiglio di Sicurezza. E il presidente del
Consiglio italiano ha anche promesso di fare un pressing su tutti gli Stati membri,
perché questo sia finalmente l’anno dell’approvazione di una moratoria sulla pena
di morte. Invece, il presidente iraniano Ahmadinejad ha usato il pulpito dell’Assemblea
ONU per dire che considera chiuso il dossier nucleare iraniano. Le nostre attività
nucleari - ha detto -sono pacifiche e trasparenti. (Da New York, Elena Molinari, per
la Radio Vaticana)
Mentre il premier italiano Prodi
perorava all’ONU la causa della moratoria della pena di morte a livello mondiale,
il Parlamento europeo discuteva ieri proprio del testo che l’Unione Europea presenterà
alle Nazioni Unite sul tema. L’iniziativa di una moratoria è partita dall’Italia ed
è stata portata avanti dalla recente presidenza tedesca dell’UE ma non senza ritardi.
Delle resistenze in sede europea e dei possibili frutti in termini di rispetto di
vite umane nel mondo, Fausta Speranza ha parlato con la parlamentare italiana
Pasqualina Napoletano:
R.
– C’è una certa resistenza della burocrazia del Consiglio Europeo e poi ci sono anche
delle reticenze interne. Per esempio non sfugge – e ieri si è parlato anche molto
di questo – che un Paese grande e importante come la Polonia, rappresentata dal governo
e dalla presidenza della Repubblica dei gemelli Kaczyinski, abbia ritirato il suo
appoggio alla Giornata europea contro la pena di morte, il 10 ottobre.
D.
– Onorevole Napoletano, facciamo un passo in avanti: immaginiamo che l’Unione Europea
compatta porti avanti questa iniziativa. A quali Paesi darà più fastidio?
R.
– Direi che forse questa moratoria aiuterà molti Paesi, compresi quelli che usano
la pena di morte in modo massiccio come la Cina: anche in Cina si è aperta una discussione.
Poi, naturalmente, alcuni Stati degli Stati Uniti come il Texas. Nel mondo arabo quello
sulla pena di morte è un discorso interessante, perché generalmente loro hanno una
moratoria - tranne l’Iran, che non considero nemmeno un Paese arabo, perché non lo
è - però, poi, hanno difficoltà a cancellare dai loro ordinamenti la pena capitale.
La maggior parte dei Paesi arabi sono nella condizione di appoggiare la moratoria,
perché di fatto la applicano, hanno però resistenze alla cancellazione totale dagli
ordinamenti della pena di morte. Anche lì bisognerà non fermarsi alla moratoria, ma
continuare per l’abolizione.
D. – A livello di Parlamento
europeo, di Unione Europea, a parte l’iniziativa della moratoria, c’è comunque un
canale aperto con questi Paesi per arrivare a fare passi avanti in temi come questi?
R.
– Penso di sì, e la moratoria diventa un primo passo concreto. Spesso alcune Ong hanno
contrapposto la moratoria all’abolizione della pena capitale. Questo approccio lo
trovo un po’ ideologico. Io penso che se noi otterremo l’approvazione della risoluzione
delle Nazioni Unite, quindi la sospensione delle esecuzioni capitali, sarà più facile
arrivare alla messa al bando dagli ordinamenti della pena di morte stessa. Per esempio
la Turchia l’ha fatto, ma è un’eccezione dal punto di vista del mondo islamico. Come
l’ha fatto la Turchia può essere che lo facciano anche altri nel futuro.
D.
– Onorevole Napoletano, perchè l’Unione Europea dice ‘no’ così fermamente alla pena
di morte?
R. – Abbiamo molto discusso di questo.
Che cos’è che ci tiene insieme, che tiene insieme questi 27 Paesi? E’ solo il mercato?
E’ solo l’economia? E’ solo lo scambio commerciale? E’ solo la moneta? Nell’esperienza
tragica che l’Europa ha fatto, da tutti i punti di vista, con le guerre, le repressioni
delle minoranze, il non rispetto dei diritti umani - perché tutto questo noi l’abbiamo
vissuto - è nata la consapevolezza che mai più bisogna ricorrere ad un metodo barbaro
come togliere la vita ad una persona da parte di uno Stato. E’ un valore molto concreto
che sta alla base di questa unione.
E c’è da dire che in Italia, Paese
che ha fatto partire l’iniziativa per la moratoria della pena di morte, proprio ieri
il Senato ha approvato, in via definitiva, con 231 sì, un no e 4 astenuti la legge
che abolisce definitivamente dalla Costituzione italiana la pena di morte, finora
prevista solo in caso di applicazione delle leggi militari di guerra.