2007-09-26 15:58:44

ONU e Parlamento europeo affrontano la moratoria della pena di morte


Molti i temi di rilievo al Palazzo di Vetro di New York, dov’è in corso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Diverse crisi internazionali e la questione della riforma dell’ONU sono stati al centro dell’intervento del presidente degli Stati Uniti e di quello del presidente del Consiglio italiano. Ce ne parla da New York, Elena Molinari:RealAudioMP3

 
Ha promesso nuove sanzioni economiche contro il Myanmar, ha aggiornato la lista nera dei "regimi brutali", aggiungendo Bielorussia, Siria a Corea del Nord ed Iran e si è detto contento che a Cuba il lungo regno di un dittatore crudele sia vicino alla fine. Il presidente americano Bush nel suo discorso all’Assemblea generale dell’ONU ha posto l’accento sulla responsabilità di tutti i Paesi civilizzati nel combattere la tirannia e la violenza e ha affermato che il mondo ha il dovere di aiutare le giovani democrazie come il Libano, l’Iraq e l’Afghanistan. Quindi, ha fatto una forte apertura al Giappone che, a suo dire, potrebbe entrare a far parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come membro permanente, insieme ad altre nazioni. Una posizione non gradita all’Italia, che da anni, come ha ribadito ieri Romano Prodi, vuole una riforma dell’ONU che non aggiunga membri permanenti al Consiglio di Sicurezza. E il presidente del Consiglio italiano ha anche promesso di fare un pressing su tutti gli Stati membri, perché questo sia finalmente l’anno dell’approvazione di una moratoria sulla pena di morte. Invece, il presidente iraniano Ahmadinejad ha usato il pulpito dell’Assemblea ONU per dire che considera chiuso il dossier nucleare iraniano. Le nostre attività nucleari - ha detto -sono pacifiche e trasparenti. (Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

 
Mentre il premier italiano Prodi perorava all’ONU la causa della moratoria della pena di morte a livello mondiale, il Parlamento europeo discuteva ieri proprio del testo che l’Unione Europea presenterà alle Nazioni Unite sul tema. L’iniziativa di una moratoria è partita dall’Italia ed è stata portata avanti dalla recente presidenza tedesca dell’UE ma non senza ritardi. Delle resistenze in sede europea e dei possibili frutti in termini di rispetto di vite umane nel mondo, Fausta Speranza ha parlato con la parlamentare italiana Pasqualina Napoletano: RealAudioMP3

 
R. – C’è una certa resistenza della burocrazia del Consiglio Europeo e poi ci sono anche delle reticenze interne. Per esempio non sfugge – e ieri si è parlato anche molto di questo – che un Paese grande e importante come la Polonia, rappresentata dal governo e dalla presidenza della Repubblica dei gemelli Kaczyinski, abbia ritirato il suo appoggio alla Giornata europea contro la pena di morte, il 10 ottobre.

 
D. – Onorevole Napoletano, facciamo un passo in avanti: immaginiamo che l’Unione Europea compatta porti avanti questa iniziativa. A quali Paesi darà più fastidio?

 
R. – Direi che forse questa moratoria aiuterà molti Paesi, compresi quelli che usano la pena di morte in modo massiccio come la Cina: anche in Cina si è aperta una discussione. Poi, naturalmente, alcuni Stati degli Stati Uniti come il Texas. Nel mondo arabo quello sulla pena di morte è un discorso interessante, perché generalmente loro hanno una moratoria - tranne l’Iran, che non considero nemmeno un Paese arabo, perché non lo è - però, poi, hanno difficoltà a cancellare dai loro ordinamenti la pena capitale. La maggior parte dei Paesi arabi sono nella condizione di appoggiare la moratoria, perché di fatto la applicano, hanno però resistenze alla cancellazione totale dagli ordinamenti della pena di morte. Anche lì bisognerà non fermarsi alla moratoria, ma continuare per l’abolizione.

 
D. – A livello di Parlamento europeo, di Unione Europea, a parte l’iniziativa della moratoria, c’è comunque un canale aperto con questi Paesi per arrivare a fare passi avanti in temi come questi?

 
R. – Penso di sì, e la moratoria diventa un primo passo concreto. Spesso alcune Ong hanno contrapposto la moratoria all’abolizione della pena capitale. Questo approccio lo trovo un po’ ideologico. Io penso che se noi otterremo l’approvazione della risoluzione delle Nazioni Unite, quindi la sospensione delle esecuzioni capitali, sarà più facile arrivare alla messa al bando dagli ordinamenti della pena di morte stessa. Per esempio la Turchia l’ha fatto, ma è un’eccezione dal punto di vista del mondo islamico. Come l’ha fatto la Turchia può essere che lo facciano anche altri nel futuro.

 
D. – Onorevole Napoletano, perchè l’Unione Europea dice ‘no’ così fermamente alla pena di morte?

 
R. – Abbiamo molto discusso di questo. Che cos’è che ci tiene insieme, che tiene insieme questi 27 Paesi? E’ solo il mercato? E’ solo l’economia? E’ solo lo scambio commerciale? E’ solo la moneta? Nell’esperienza tragica che l’Europa ha fatto, da tutti i punti di vista, con le guerre, le repressioni delle minoranze, il non rispetto dei diritti umani - perché tutto questo noi l’abbiamo vissuto - è nata la consapevolezza che mai più bisogna ricorrere ad un metodo barbaro come togliere la vita ad una persona da parte di uno Stato. E’ un valore molto concreto che sta alla base di questa unione.

E c’è da dire che in Italia, Paese che ha fatto partire l’iniziativa per la moratoria della pena di morte, proprio ieri il Senato ha approvato, in via definitiva, con 231 sì, un no e 4 astenuti la legge che abolisce definitivamente dalla Costituzione italiana la pena di morte, finora prevista solo in caso di applicazione delle leggi militari di guerra.







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