Inaugurato in Vaticano il nuovo Museo Filatelico e Numismatico
I Musei Vaticani hanno un nuovo spazio museale: si tratta del nuovo Museo Filatelico
e Numismatico, inaugurato ieri, dove si possono apprezzare straordinari esemplari
e collezioni filateliche dei Papi e della Sede vacante. Una sezione è dedicata, poi,
a modelli in gesso e bronzo che si usano per coniare monete vaticane dalla creazione
dello Stato Pontificio. Si può accedere al Museo con il biglietto dei Musei Vaticani.
Su questo importante spazio espositivo, ascoltiamo al microfono di Luca Collodi,
il capo ufficio e conservatore del Museo Filatelico e Numismatico, Pier Paolo Francini:
R.
– Sono 80 anni circa di storia contemporanea vaticana. Questo è l’elemento qualificante,
a mio avviso, di questo museo: ha una storicità che gli allestimenti, fatti negli
anni precedenti, non avevano. Al criterio tradizionale espositivo, cronologico, figurativo,
si è sostituito un criterio basato sulla storiografia del francobollo, cioè del suo
inserimento nel contesto del periodo storico preso in considerazione. In altre parole,
si è cercato di attualizzare ciò che la piccola immagine sul francobollo dà con altre
immagini più grandi di natura fotografica; immagini che caratterizzano quell’emissione
e, nel caso della Santa Sede, quel pontificato. Noi ci auguriamo che il risultato
sia quello di fornire uno strumento più agile di consultazione e maggiormente accessibile.
D. – Il nuovo Museo Filatelico e Numismatico può
essere paragonato ad altri in Italia o nel mondo?
R.
– Posso dire, sull’esperienza delle visite che ho effettuato, che il nostro museo
è diverso. Noi ci riferiamo in particolare al periodo che va dal 1929 al 2007, per
la filatelia e la numismatica. All’interno del museo c’è anche una piccola ma nutrita
retrospettiva dei francobolli emessi dallo Stato Pontificio. Francobolli che furono
emessi tra il 1852, l’anno in cui furono stampati per la prima volta i francobolli
dello Stato Pontificio, e il 1870, quando lo Stato Pontificio cessò di esistere. In
realtà, si possono fare molte analogie, ma per lo meno a livello europeo, un museo
identico come impostazione non c’è.