In India prosegue l’impegno della chiesa cattolica contro l’AIDS: prevista l’apertura
di 45 nuovi centri per l’assistenza dei malati
La Commissione per la salute della Conferenza Episcopale indiana (CBCI) aprirà a breve
45 Centri comunitari di assistenza per sieropositivi e malati di HIV in cinque Stati
indiani. Il progetto, presentato in questi giorni a New Delhi dal presidente della
Commissione mons. Bernard Moras, è finanziato dal Fondo Globale ONU per la lotta contro
l’AIDS, la tubercolosi e la malaria e sarà realizzato in collaborazione con la Caritas
India e con le autorità locali dei cinque Stati coinvolti: l’Orissa, il Bengala Occidentale,
il Bihar il Chattisgarh e il Gujarat. L’obiettivo è di garantire alle persone contagiate
l’accesso alle terapie, di migliorare i protocolli di cura e la prevenzione, di integrare
i vari servizi di assistenza e sostegno nelle strutture esistenti e aiutare le comunità
locali ad erogarli. Questi centri entreranno in funzione già a partire da questo ottobre,
mentre entro la primavera del 2009 saranno operativi gli altri 40. È la prima volta
che il Fondo Globale dell’ONU per la lotta contro l’AIDS stanzia fondi a favore della
Chiesa indiana, da anni impegnata con programmi all’avanguardia, nella prevenzione,
nell’assistenza alle persone colpite dal contagio, ma anche contro le discriminazioni
nei loro confronti. Nell’agosto 2005 la CBCI ha lanciato un piano organico nazionale
di intervento intitolato “Un impegno alla compassione e all’assistenza”. Oggi nel
Paese sono più di settanta le istituzioni cattoliche dedite esclusivamente ai malati
di AIDS emarginati e abbandonati dalla società. La Commissione episcopale per la salute
ha anche istituito una cattedra presso l'Università nazionale “Indira Gandhi” con
corsi di studio specifici in materia. (L. Z.)