Concerto a Castel Gandolfo alla presenza del Papa per i 110 anni dalla nascita
di Paolo VI
Omaggio musicale oggi pomeriggio alle 18.00 a Castel Gandolfo, alla presenza di Benedetto
XVI, per il 110.mo anniversario della nascita di Paolo VI, avvenuta proprio il 26
settembre del 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Il concerto, che avrà luogo
nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico, è offerto dall’Orchestra del Festival
Internazionale di Brescia e Bergamo, diretta dal Maestro Agostino Orizio, solisti
Marco Rizzo al violino e Alexander Romanovsky al pianoforte. Il programma include
musiche di Bach, Mozart e Vivaldi. La Radio Vaticana trasmetterà in diretta il concerto
a partire dalle 17.50 sull'onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza
di 105 MHz. Allievo del leggendario pianista Arturo Benedetti Michelangeli, cui è
intitolato il Festival, il maestro Orizio, 85.enne, bresciano come Papa Montini, fu
legato al Pontefice da amicizia personale, come racconta al microfono di Arianna
Voto:
R. –
Paolo VI – per così dire – lo conosco da sempre, da quando cioè ero ragazzo e frequentavo
casa Montini, anche quando era ancora un semplice sacerdote e poi quando è andato
in Vaticano l'ho seguito con tutto il cuore, con la mia amicizia per tutta la sua
lunga carriera, fin quando non è arrivato al Soglio Pontificio. Sono in grado di ricordare
gli incontri a Brescia in casa sua e le vacanze a Ponte di Legno, dove abbiamo passato
delle giornate bellissime, rallegrate dalla musica. Io suonavo per loro in veste di
pianista ed ho avuto occasione di fare degli omaggi musicali anche in Vaticano, nel
suo appartamento, quando era sostituto alla Segreteria di Stato. Mi ha ospitato parecchie
volte. La sera invitava i suoi amici e i suoi colleghi.
D.
– Cosa amava ascoltare Papa Montini, quali erano le sue musiche preferite?
R.
– Le musiche di Bach o alcune altre composizioni vicine ad una ispirazione sacra.
Amava molto la musica per organo. Sono riuscito qualche volta nella piccola chiesa
di Ponte di Legno a suonare qualcosa per lui e qualche volta sono riuscito anche ad
accompagnare la Messa. Quando io suonavo alla Messa, mi chiedeva di fare musica che
aiutasse il raccoglimento. Non gradiva l’esibizionismo virtuosistico durante le funzioni
religiose: mi diceva sempre di cercare di suonare per aiutare a pregare. Questo ovviamente
in Chiesa. Quando era arcivescovo di Milano due o tre volte mi ha chiesto di fare
dei concerti per i seminaristi. Lui veniva sempre ai concerti, accompagnato da mons.
Macchi. Erano serate molto distensive per lui e di questo mi è stato molto grato.
D. – Venendo invece al concerto a Castel Gandolfo,
presenta degli autori particolarmente amati dall’attuale Pontefice Benedetto XVI:
Vivaldi, Bach, Mozart…
R. – Esattamente. Sono sicuro
che queste composizioni sono particolarmente gradite al Papa. Papa Ratzinger l'ho
conosciuto quando è venuto al mio concerto in memoria di Paolo VI. Con il coro di
Praga e con la mia orchestra ho partecipato musicalmente a questa grande celebrazione.
Il cardinale Ratzinger era presente in prima fila e so che ha anche gradito molto
questa esecuzione.
D. – Benedetto XVI è, anch’egli,
pianista: c’è una affinità anche nella vostra cultura musicale?
R.
– E’ rarissimo che nella mia vita abbia incontrato un alto prelato che si sia dedicato
alla musica come lui e non solo per l’ascolto, ma anche per come suona. Io l'ho sentito
suonare e devo dire che suona anche bene e con buongusto.
D.
– Che cosa vorrebbe chiedere al Papa musicista per il futuro della musica classica
in Italia?
R. – Mi auguro che si dia da fare, perché
la musica è al servizio di tutti e che sia degno dello scopo per la quale è stata
scritta ed è eseguita, sia musica sacra, sia musica classica. Se il Papa farà qualcosa
in questo senso, senza dubbio avrà fatto un’opera altamente meritevole per la cultura
e per la preghiera, perché la musica aiuta a pregare quando è valida.