Migliaia di fedeli a San Giovanni Rotondo nella memoria di San Pio da Pietrelcina.
La testimonianza di Matteo Pio Colella guarito miracolosamente per l'intercessione
del Santo
Migliaia di fedeli hanno partecipato oggi a San Giovanni Rotondo alla celebrazione
eucaristica presieduta dall’arcivescovo Domenico D’Ambrosio nella memoria liturgia
di San Pio da Pietrelcina. Una ricorrenza che vive in modo particolare Matteo Pio
Coltella il bambino, oggi quindicenne, guarito da un devastante attacco di meningite
acuta grazie all’intercessione di Padre Pio. Un fatto “scientificamente inspiegabile”
per i medici e dichiarato miracoloso dalla Congregazione per le Cause dei Santi dopo
un’approfondita inchiesta. L’evento aprì la strada alla canonizzazione di Padre Pio.
Ma riviviamo quella straordinaria esperienza. Ce la racconta lo stesso Matteo, al
microfono di Davide Dionisi:
R. – Io
mi ricordo che un giorno mi sono sentito male, mi sono venuti a prendere mamma e papà
e mi hanno portato in ospedale. Quando sono arrivato in ospedale sono entrato in coma
e mi sono svegliato dopo 11 giorni. In questi giorni di coma ho visto Padre Pio, sono
stato insieme a Padre Pio e con lui sono andato a guarire un bambino in ospedale.
D.
– Se dovessi descrivere il tuo rapporto con Padre Pio, come lo faresti?
R.
– Per me è un amico.
D. – Perché Padre Pio, secondo te, può essere considerato
un maestro, oltre che chiaramente un Santo?
R. – Perché secondo me ha dato
anche tante lezioni di vita a molte persone.
D. – Cosa può insegnare ai ragazzi
della tua età la figura di Padre Pio?
R. – A pregare, a pregare molto perché
pregando si possono realizzare cose che sembrano impossibili.
D. – A scuola
ne parlate qualche volta?
R. – Sì, alcune volte sì, capita.
D. – Ti
fanno raccontare la tua esperienza e il tuo rapporto con Padre Pio?
R. – No,
questo no. E’ capitato, però, qualche volta di sentirmi chiedere come mi sentivo
in quel periodo.
D. – Del giorno della canonizzazione, che cosa ricordi?
R.
– Mi è rimasto impresso quando ho visto il Papa, che quel giorno non stava molto bene.
E poi tutta la Messa.
D. – Sei ancora molto affezionato a Giovanni Paolo II?
R.
– L'ho incontrato molto volte; mi ha benedetto molte volte e da allora mi ci sono
veramente affezionato molto.
D. – Durante gli incontri con Giovanni Paolo
II, che cosa vi siete detti?
R . – La prima volta che ci incontrammo, Giovanni
Paolo II benedì tutti quanti. Ma poi chiese ad un prete che era con me, se io fossi
il bambino che aveva ottenuto il miracolo. E quando il prete rispose di sì, lui allora
mi benedì due volte. Mi benedì un’altra volta proprio il giorno della canonizzazione.
D.
– Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
R. – Non lo so. Vorrei fare lo
psicologo, ma poi si vedrà…
D. – L’aspirazione è quella di entrare sempre in
forza presso la Casa Sollievo della Sofferenza? R. – A me farebbe molto piacere
entrare nella Casa Sollievo della Sofferenza… ma poi come Dio vuole….