Continua la protesta dei monaci buddisti in Myanmar: 20 mila in piazza contro la giunta
militare - Afghanistan: scomparsi due militari italiani, si teme un sequestro
Proseguono anche oggi le manifestazioni contro la giunta militare al potere in Myanmar,
l’ex Birmania. Le marce pacifiche condotte dai monaci buddisti si sono estese ad
altre città del Paese e del caso si interesserà anche l’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite in programma questa settimana a New York. Il nostro servizio:
Almeno 20
mila persone sono tornate in piazza a Yangoon nel settimo giorno di protesta. I monaci
buddisti sono sempre il motore della sollevazione popolare: a loro, per la prima volta,
si sono unite anche un centinaio di suore, mentre i religiosi hanno chiesto esplicitamente
l’appoggio della popolazione che ha risposto in modo chiaro. Oggi infatti erano solo
poche migliaia i monaci riunitisi in preghiera nel principale tempio della città.
Nel giro di un ora – affermano testimoni – la folla si è quadruplicata per protestare
contro l’aumento indiscriminato dei prezzi. Quella odierna è stata la più imponente
manifestazione degli ultimi giorni. L’atmosfera è sempre calma. Nessun accenno d’intervento
da parte delle forze di sicurezza: segno della cautela con cui il regime sta cercando
di gestire una situazione che si fa sempre più difficile. Ieri il Premio Nobel per
la pace e leader dell'opposizione democratica Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari
da 12 anni, era uscita in strada per dare il suo sostegno ai monaci. La diplomazia
britannica ha promesso di portare il caso alla 62. esima Assemblea generale delle
Nazioni Unite con l’obiettivo di provocare un richiamo forte al regime per realizzare
le riforme democratiche chieste dai manifestanti. Nel Paese non si vota dal 1990,
quando la Lega Nazionale per la Democrazia (LND) vinse le elezioni inducendo i vertici
militari ad usare la forza per rimpadronirsi del potere.
- In Afghanistan
due militari italiani risultano dispersi da ieri nella zona ovest del Paese. Secondo
il ministero degli Esteri italiano si sono persi i contatti con loro mentre erano
impegnati in attività di pattugliamento nella provincia di Herat. Si teme un sequestro.
Assieme ai militari c'erano anche due accompagnatori locali. In Italia esplode la
polemica politica: il leader del PDCI Oliviero Diliberto ha affermato che è l'ora
di ritirare le truppe italiane dal Paese. Intanto non è chiara l’identità delle quattro
vittime provocate da un raid aereo della Nato avvenuto nella provincia di Kunar, in
risposta all’attacco di ieri contro una base afgana nella zona. Sull’accaduto è stata
avviata un’inchiesta per accertare se le vittime sono talebani, agenti afgani in borghese
o civili. Le forze straniere nel Paese hanno sempre affermato di fare grossi sforzi
per evitare vittime fra i civili accusando i guerriglieri, che non utilizzano divise,
di utilizzare la popolazione come scudo umano. Nonostante tutto, questo tema sta creando
frizioni con le autorità di Kabul.
- In Pakistan per impedire nuove manifestazioni
contro la candidatura del presidente Musharraf alle prossime elezioni, quattro leader
dell’opposizione sono strati arrestati. Secondo le autorità stavano organizzando una
nuova iniziativa di protesta davanti alla Corte Suprema che avrebbe potuto turbare
l’ordine pubblico.
- Il governo israeliano ha deciso la liberazione di una
novantina di detenuti palestinesi come gesto di sostegno nei confronti del presidente
dell’ANP Abu Mazen, in occasione del mese islamico del Ramadan. La lista completa
sarà elaborata nelle prossime ore, tuttavia, si tratta di numerosi membri di al Fatha,
il partito di Abu Mazen. La decisione è stata fortemente voluto dal premier israeliano
Olmert.
- Per rilanciare il dialogo fra l’Iraq e i Paesi limitrofi, il segretario
generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha offerto “un piccolo ufficio di appoggio”
a Baghdad, gestito dall’ONU. Ad annunciarlo ieri sera lo stesso numero uno del Palazzo
di Vetro durante la riunione di alto livello sull’Iraq alla quale hanno partecipato
tra gli altri il primo ministro iracheno al Maliki, il segretario di Stato americano,
Rice, e il ministro degli esteri iraniano, Mottaki.
- E sempre nell’ambito
dei lavori preparatori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i grandi del mondo
continuano ad incontrarsi in queste ore nella sede dell’ONU a New York per discutere
delle aree calde del pianeta. Dopo la situazione in Darfur, oggi in primo piano l’Afghanistan
e la riunione del Quartetto sul Medio Oriente – composto da Usa, Ue, Russia ed ONU
- con un primo rapporto del nuovo inviato nell’area, Tony Blair.
- Anche il
presidente iraniano Ahmadinejad si dirige verso New York. Nel corso del suo intervento
all’Assemblea – ha affermato prima di imbarcarsi sull’aereo – presenterà le soluzioni
degli iraniani ai problemi del mondo. Per far conoscere correttamente queste posizioni
il leader di Teheran ha anche annunciato incontri con “intellettuali e politici indipendenti
americani”.
- In Giappone Yasuo Fukuda è stato eletto presidente del Partito
liberaldemocratico, al posto dell’ex premier Shinzo Abe dimessosi lo scorso 12 settembre.
La carica comporta in modo quasi automatico la nomina di Fukuda a capo dell’esecutivo.
L’investitura avverrà formalmente martedì prossimo in Parlamento. La scelta è avvenuta
oggi al termine di una votazione a cui hanno partecipato oltre 500 delegati del partito.
- “I catalani non hanno re”. Con questo slogan centinaia di nazionalisti catalani
si sono riuniti a Girona, nel nord-est della Spagna, a sostegno di un giovane accusato
dalle autorità di “oltraggio al re” per aver bruciato delle foto del sovrano. Durante
la manifestazione diverse immagini della famiglia reale sono state date alle fiamme.
Per questi reati la legge prevede pene che vanno da sei mesi a due anni di reclusione.
-
Dopo l’epidemia di afta epizootica, è stato scoperto in Gran Bretagna, in una fattoria
nei pressi di Ipswich un focolaio di ‘lingua blu’, un’infezione mai verificatasi prima
nel Paese che colpisce ovini e ruminanti e si propaga attraverso i moscerini. A renderlo
noto è stato il Dipartimento per l’ambiente, gli alimenti e le attività agricole,
che ha posto in quarantena l’allevamento in questione. Preoccupata l’Associazione
allevatori che, nel timore di conseguenze negative, parla di notizia “devastante”.
(Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 266 E'
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