2007-09-22 14:06:39

Il dialogo fra culture al centro dell’intervento di mons. Marchetto in occasione di un convegno a Firenze sul tema delle migrazioni


Questa mattina il segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e itineranti, arcivescovo Agostino Marchetto, ha tenuto una relazione a Firenze in occasione dell’incontro organizzato dal Ministero degli Interni Italiano a Palazzo Vecchio sul tema ‘Verso una società multiculturale’. Il presule si è soffermato sul fenomeno dell’immigrazione, con particolare riguardo all’Italia che da Paese ‘tradizionalmente’ di emigrazione si è trasformata negli ultimi 15 anni in una delle mete privilegiate di flussi migratori provenienti – nell’ordine – dall’ex Europa dell’Est (‘Paesi in transizione’), dall’Africa (Maghreb e Paesi del Golfo di Guinea), dall’Asia (Cina, Filippine, India e Sri Lanka), dall’America Latina (Perù ed Ecuador in particolare). Tale affermazione è sufficiente per poter dedurre che, con l’immigrazione, la società italiana si avvia ormai ad essere una società multi-etnica e multiculturale, da cui nasce la questione del come rendere massimi i vantaggi e minimi i problemi posti dalla convivenza tra persone di diverse culture, civiltà e religioni. Quale deve essere il rapporto tra immigrato e società di accoglienza? La via da percorrere – come affermò Giovanni Paolo II – è quella della genuina integrazione, in una prospettiva aperta, che rifiuti di considerare solo le differenze tra immigrati ed autoctoni ed aprendosi per accogliere gli aspetti validi dell’altro, miri a formare società e culture sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini. Da un lato è importante saper apprezzare i valori della propria cultura, ma dall’altro occorre essere consapevoli che ogni cultura, essendo un prodotto tipicamente umano e storicamente condizionato, implica necessariamente anche dei limiti, per cui non bisogna chiudersi agli altri, bensì conoscere serenamente, senza pregiudizi negativi, le loro culture. Nel dialogo – ha asserito mons. Marchetto, sempre rifacendosi all’insegnamento di Giovanni Paolo II - si salvaguardano le culture sia nelle loro peculiarità che nella loro comprensione e comunione. Avviene così un arricchimento reciproco e la società si trasforma in un mosaico, dove ogni cultura ha il suo posto nel comporre un’unica figura, sempre più bella nella molteplicità delle culture, secondo il primordiale disegno d’unità del genere umano. (A cura di Giovanni Peduto)







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