2007-09-22 14:57:42

I vescovi della Repubblica Dominicana dicono no alla depenalizzazione dell’aborto


Una nota, articolata in 12 punti, per esprimere la contrarietà alla depenalizzazione dell’aborto è stata messa a punto dalla Conferenza Episcopale Dominicana. Di fronte alla proposta di modificare il codice penale del Paese, favorendo l’interruzione di gravidanza nei casi in cui ci sia stata violenza, in caso di pericolo per la madre o quando il feto sia malformato, i vescovi hanno fatto appello alla popolazione affinché sia difesa “la sovranità nazionale” e allo stesso tempo siano respinte “le pressioni di organismi internazionali”. Per i presuli, citati dall’agenzia Fides, legalizzare qualunque tipo di aborto significa “legalizzare la pena di morte degli indifesi senza voce” e ricordano che “è un imperativo etico per la Chiesa, il governo, i legislatori, le organizzazioni nazionali ed internazionali, e per ogni cittadino, assumere la difesa della vita umana, al di sopra di qualunque circostanza”. La Conferenza Episcopale critica l’atteggiamento di molti enti che stanno facendo pressing sulle istuzioni perché sia depenalizzato l’aborto. “Un crimine” che ora, nel codice penale, è punito con pene da sei mesi a due anni di reclusione per coloro che causano e aiutano l’interruzione di gravidanza di una donna anche se consenziente. Nei 12 punti elaborati, si fa un vigoroso appello affinché medici, giuristi, legislatori, ma soprattutto le madri che hanno chiara coscienza del valore inviolabile della vita, si pronuncino “contro la pretesa depenalizzazione dell’aborto”. Il testo, che verrà letto durante le celebrazioni eucaristiche e fatto conoscere attraverso i mezzi di comunicazione sociale, si conclude con un invito alle parrocchie del Paese perché promuovano “una dimostrazione pubblica in difesa della vita umana, con i sacerdoti, i consacrati e i fedeli, organizzando la preghiera del Santo Rosario”. (B.C.)







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