2007-09-21 12:31:51

Mons. Damasceno Assis: gratuite le accuse per le presunte modifiche al documento conclusivo di Aparecida


Gratuite e ingiuste: così vengono definite, in un documento firmato da mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente del Consiglio episcopale dell’America Latina, le accuse contro l’ex presidenza dell’organismo di coordinamento ecclesiale a proposito di presunte modifiche al documento conclusivo della V Conferenza. “Anche se numerose”, si legge nel testo, le modifiche “non hanno cambiato” lo spirito del documento stesso. Il servizio di Luis Badilla:RealAudioMP3


Il significato originale delle riflessioni teologiche e degli orientamenti pastorali del documento finale di Aparecida non è cambiato dopo le revisioni, che hanno riguardato correzioni di digitazione, errori grammaticali e ortografici. E’ quanto specifica mons. Raymundo Damasceno Assis che, in merito alle notizie di presunte manipolazioni al testo conclusivo della V Conferenza prima di essere consegnato al Santo Padre, precisa che, attraverso le variazioni apportate, “si è cercato di migliorare lo stile, sistemare diversi paragrafi nel contesto adeguato, rendere logica ed omogenea la numerazione e correggere errori in alcune citazioni”. Il presule chiarisce che le revisioni “sono servite per rendere più chiara e precisa la redazione” che non è stato modificato il senso del testo e che “i cambiamenti hanno migliorato la sua lettura e comprensione”. L’arcivescovo di Aparecida considera errate le notizie diffuse da un quotidiano brasiliano, oltre a ritenerle “offensive nei confronti delle persone citate che si sono sempre distinte per la loro onestà, trasparenza e spirito di comunione”. Mons. Damasceno Assis afferma inoltre che “dopo uno studio accurato e attento del percorso del Documento” risulta che la revisione a carico della Segretaria generale del CELAM non ha alterato il contenuto di ciascun paragrafo del testo approvato ad Aparecida; che suo dovere è stato “quello di rispettare integralmente il testo, consapevole, inoltre, di non essere titolare di alcuna facoltà per introdurre modifiche”. Il documento firmato dal presule specifica poi che i vescovi hanno lavorato in comunione con il Santo Padre e che a lui sono state consegnate in tale spirito perchè ricevessero la sua approvazione e ne venisse autorizzata la pubblicazione. Il documento, conformemente all’iter abituale, si aggiunge ancora, è stato consegnato poi a diversi dicasteri della Curia Romana, perchè potesse ricevere suggerimenti o precisazioni su materie specifiche ed importanti. Circa i dubbi sorti sulla proposta di reintrodurre un testo sulle Comunità ecclesiali di base precedentemente non accettato, viene precisato che “il numero dei voti ottenuti non era sufficiente per l’approvazione”, ma che la Pontificia Commissione per l’America Latina ha ritenuto di non dover perdere tutto il ricco contenuto di tali paragrafi. Interpretando quindi l’intenzione dell’Assemblea è stato considerato che i paragrafi avrebbero ottenuto i due terzi dei voti se fossero stati modificati leggermente e resi più chiari e in continuità con il documento della Conferenza di Puebla. E così è stato proposto al Papa che venissero inclusi nel Documento conclusivo.







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