Mons. Damasceno Assis: gratuite le accuse per le presunte modifiche al documento conclusivo
di Aparecida
Gratuite e ingiuste: così vengono definite, in un documento firmato da mons. Raymundo
Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente del Consiglio episcopale dell’America
Latina, le accuse contro l’ex presidenza dell’organismo di coordinamento ecclesiale
a proposito di presunte modifiche al documento conclusivo della V Conferenza. “Anche
se numerose”, si legge nel testo, le modifiche “non hanno cambiato” lo spirito del
documento stesso. Il servizio di Luis Badilla:
Il significato
originale delle riflessioni teologiche e degli orientamenti pastorali del documento
finale di Aparecida non è cambiato dopo le revisioni, che hanno riguardato correzioni
di digitazione, errori grammaticali e ortografici. E’ quanto specifica mons. Raymundo
Damasceno Assis che, in merito alle notizie di presunte manipolazioni al testo conclusivo
della V Conferenza prima di essere consegnato al Santo Padre, precisa che, attraverso
le variazioni apportate, “si è cercato di migliorare lo stile, sistemare diversi paragrafi
nel contesto adeguato, rendere logica ed omogenea la numerazione e correggere errori
in alcune citazioni”. Il presule chiarisce che le revisioni “sono servite per rendere
più chiara e precisa la redazione” che non è stato modificato il senso del testo e
che “i cambiamenti hanno migliorato la sua lettura e comprensione”. L’arcivescovo
di Aparecida considera errate le notizie diffuse da un quotidiano brasiliano, oltre
a ritenerle “offensive nei confronti delle persone citate che si sono sempre distinte
per la loro onestà, trasparenza e spirito di comunione”. Mons. Damasceno Assis afferma
inoltre che “dopo uno studio accurato e attento del percorso del Documento” risulta
che la revisione a carico della Segretaria generale del CELAM non ha alterato il contenuto
di ciascun paragrafo del testo approvato ad Aparecida; che suo dovere è stato “quello
di rispettare integralmente il testo, consapevole, inoltre, di non essere titolare
di alcuna facoltà per introdurre modifiche”. Il documento firmato dal presule specifica
poi che i vescovi hanno lavorato in comunione con il Santo Padre e che a lui sono
state consegnate in tale spirito perchè ricevessero la sua approvazione e ne venisse
autorizzata la pubblicazione. Il documento, conformemente all’iter abituale, si aggiunge
ancora, è stato consegnato poi a diversi dicasteri della Curia Romana, perchè potesse
ricevere suggerimenti o precisazioni su materie specifiche ed importanti. Circa i
dubbi sorti sulla proposta di reintrodurre un testo sulle Comunità ecclesiali di base
precedentemente non accettato, viene precisato che “il numero dei voti ottenuti non
era sufficiente per l’approvazione”, ma che la Pontificia Commissione per l’America
Latina ha ritenuto di non dover perdere tutto il ricco contenuto di tali paragrafi.
Interpretando quindi l’intenzione dell’Assemblea è stato considerato che i paragrafi
avrebbero ottenuto i due terzi dei voti se fossero stati modificati leggermente e
resi più chiari e in continuità con il documento della Conferenza di Puebla. E così
è stato proposto al Papa che venissero inclusi nel Documento conclusivo.