“La crisi morale della nazione, fondamento dei mali del Paese”: messaggio conclusivo
della Plenaria dei vescovi della Nigeria
“Abbiamo avuto le elezioni, ma le ferite inflitte al popolo nigeriano e alla nostra
nascente democrazia rimangono profonde e dolorose. La nostra nazione necessita di
essere guarita”: è quanto affermano i vescovi della Nigeria, in un documento pubblicato
al termine della loro recente Assemblea Plenaria. Nel testo, intitolato “Watch and
Pray”, i presuli esprimono la loro soddisfazione per la “transizione da un governo
civile ad un altro”, ma allo stesso tempo, denunciano il fatto che le ultime elezioni
siano state contrassegnate da vizi e brogli. “Dobbiamo essere vigili e controllare
le nostre cupidigie e l’orgoglio, che sono il fondamento della corruzione, dei conflitti
e del cattivo governo”. Questo, il monito dei vescovi nigeriani, che ribadiscono la
loro opposizione a ogni forma di corruzione del voto ed esprimono speranza per l’azione
della magistratura. I presuli danno atto al governo di “essere disposto al dialogo
e al negoziato”. “Il governo – precisano – deve ascoltare sempre il popolo e servire
il suo interesse”. Tra i problemi che affliggono la Nigeria, i vescovi ricordano la
crisi nel Delta del Niger che si “è aggravata in maniera allarmante, specialmente
per la recente ondata di violenze nel Rivers State”. “Chiediamo al governo – esortano
- a livello federale e statale, di intensificare gli sforzi per risolvere la crisi.
Allo stesso tempo, chiediamo a tutti i protagonisti di deporre le armi e raggiungere
il tavolo negoziale”. I presuli stigmatizzano con forza la presa di ostaggi, “che
non solo viola la dignità delle vittime innocenti, ma impedisce la libertà di movimento
oltre a intaccare l’immagine del nostro Paese”. Quindi, propongono una diversificazione
dell’economia, attualmente troppo dipendente dalle esportazioni petrolifere, e il
potenziamento dell’educazione come fondamenti per uno sviluppo sostenibile. E in proposito,
si ricorda il contributo fondamentale apportato dalla Chiesa cattolica attraverso
i suoi istituti educativi, ai quali si aggiungerà, nel 2008, la “Veritas University
of Abuja”, che ha appena ricevuto l’autorizzazione dalla Conferenza Episcopale. Infine,
i vescovi rinnovano il loro impegno per la formazione spirituale dei giovani e degli
adulti, perché finisca la contraddizione di una “nazione apprezzata per essere molto
religiosa e allo stesso tempo annoverata come una delle più corrotte”. (A cura
di Roberta Moretti)