Padre Millán Romeral, nuovo priore generale dell’Ordine Carmelitano: portiamo al mondo
la gioia dell'incontro mistico con Cristo
Padre Fernando Millán Romeral, appena eletto nuovo priore generale dell’Ordine Carmelitano
durante il Capitolo Generale che si sta svolgendo in questi giorni nei pressi di Roma,
ha avuto già un primo breve incontro con il Papa ieri alla fine dell'udienza generale.
Padre Millán, 45 anni, spagnolo, è professore presso la Facoltà di Teologia dell’Università
di Comillas, membro dell’Institutum Carmelitanum e consigliere di formazione della
sua provincia religiosa. Sale ora alla guida di oltre 2000 carmelitani presenti in
tutto il mondo. Ma come ha accolto questa elezione? Ascoltiamo padre Millán,
al microfono di Giovanni Peduto:
R. -
E’ stata per me una grande sorpresa, innanzitutto, ma anche un momento di grazia e
di fiducia dei confratelli di tutto il mondo per portare avanti questo progetto di
vita per i prossimi sei anni.
D. – Cosa vede dinnanzi
a sé?
R. –Soprattutto pensare e ripensare al nostro
carisma in questo mondo che cambia in maniera veramente veloce. Allora mostrare, offrire
al mondo un segno di speranza, di fede e di contemplazione che è caratteristico dell’ordine
carmelitano.
D. – Cosa possono dare oggi i Carmelitani
alla Chiesa e al mondo?
R. – Secondo me, secondo
i padri capitolari con cui ci siamo riuniti qua, soprattutto un segno di speranza
e di gioia che sorge appunto dalla esperienza di incontro personale con Cristo, dell’incontro
mistico con il Signore.
D. – Come comunicare Dio
oggi in una società sempre più secolarizzata?
R.
– Abbiamo riflettuto parecchio riguardo questo tema e pensiamo che la maniera migliore
di farlo è offrire veramente questo segno di vera gioia. Il Signore dà senso alle
nostre vite e ci offre veramente un dono di vita; non è una struttura al di là dell’umano
ma soprattutto è la perfezione dell’umano, la nostra vocazione come essere umani.
D.
– Quali sono le difficoltà e le speranze dell’Ordine carmelitano?
R.
– Difficoltà ce ne sono molte veramente, soprattutto nel cosiddetto primo mondo, Europa,
America del Nord; c’è il calo vocazionale che è veramente preoccupante e poi ci sono
anche altre zone, altre aree, dove l’ordine cresce e allora ci sono molti problemi,
diciamo, pratici. Però c’è anche una forza che viene da questa lunga tradizione di
otto secoli di storia e di cammino verso il Signore.
D.
– Il Papa vi ha inviato un messaggio in occasione dell’ottavo centenario della Formula
Vitae di Sant’Alberto. Cosa l’ha colpita delle parole del Pontefice?
R.
– Soprattutto come il Pontefice, che appunto è un uomo che conosce bene la teologia,
la storia della Chiesa, riconosce in questa Formula Vitae, in questa formula di vita,
una sorgente di spiritualità e di vita religiosa per il mondo di oggi. E’ una regola
in un certo senso vecchia ma piena di forza, di possibilità per i carmelitani dei
nostri tempi.