Messaggio della CEI per la Giornata del Ringraziamento 2007: “Un sincero esame
di coscienza” su povertà, ambiente e clima
“La festa del Ringraziamento invita ogni anno le comunità cristiane a rinnovare a
colui che è il Signore del cielo e della terra, sentimenti di vera gratitudine per
la ricchezza dei doni del creato, ma anche a un sincero esame di coscienza” sulla
fame e la sete nel mondo, sui cambiamenti climatici e sul degrado ambientale: è quanto
scrive la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia
e la pace della CEI, nel messaggio per la Giornata del Ringraziamento, in programma
l’11 novembre. “Quando l’uomo trasforma ciò che è un dono per tutti in un possesso
di pochi – si legge nel messaggio, intitolato “Custodi di un territorio amato e servito”
e ripreso dall’agenzia SIR - compie un furto, prima che contro gli altri uomini o
popoli, contro il vero possessore della terra”, Dio stesso. In realtà, “la cura per
l’ambiente naturale e l’impegno per un autentico sviluppo umano sono strettamente
legati”. Così, il nesso inscindibile tra “ecologia ambientale” ed “ecologia umana”
mette in luce “come una visione riduttiva dell’uomo finisca per produrre conseguenze
negative anche per la stessa difesa del mondo naturale. Salvaguardare l’integrità
della persona umana, nel suo legame con Dio e con il creato, significa rifiutare ogni
concetto disumano di sviluppo”. “Risulta chiaro – scrive ancora la Commissione episcopale
- che la risoluzione della crisi ecologica, il dare nuovo impulso allo sviluppo dei
popoli e quindi futuro al pianeta, sono affidati, prima che a leggi e ad accordi internazionali,
per quanto saggi e lungimiranti, a una trasformazione delle coscienze illuminate da
precisi principi morali, premessa per l’elaborazione di regole, leggi e accordi”.
Insomma, “occorre il coraggio di promuovere stili di vita, modelli di produzione e
consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile,
di riscoprire la sobrietà, che estirpi dal cuore dell’uomo la brama di possedere e
restituisca il primato all’essere, che conduca l’uomo a usare della terra senza abusarne,
che ci insegni a evitare l’inutile, il superfluo, l’effimero, che purifichi lo sguardo
e faccia scoprire che l’ambiente non è una preda da saccheggiare, ma un giardino da
custodire”. (R.M.)