ONU: nuova iniziativa per il recupero dei beni sottratti da leader corrotti, da
reinvestire in progetti di sviluppo
Aiutare i Paesi in via di sviluppo a recuperare risorse finanziarie e beni materiali
sottratti da leader corrotti, per poi reinvestire tali fondi in progetti di sviluppo:
è la nuova iniziativa annunciata ieri dalle Nazioni Unite, in collaborazione con la
Banca Mondiale. “La corruzione – ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni
Unite, Ban Ki-moon, citato dall'agenzia Sir – svilisce la democrazia e lo stato di
diritto, oltre che provocare violazioni dei diritti dell’uomo; può anche uccidere,
come nei casi in cui funzionari corrotti permettono che medicinali alterati o scaduti
vengano commercializzati o accettano mazzette per lasciare spazio ad attacchi terroristici”.
E’ stato calcolato che le rendite annuali provenienti da corruzione, criminalità ed
evasione fiscale a livello mondiale, si attestano tra i mille e i 1.600 miliardi di
dollari. Il livello di corruzione può ammontare fino al 25% del PIL degli Stati africani
su base annuale. Tra 20 e 40 miliardi di dollari finiscono ogni anno nelle tasche
di funzionari pubblici corrotti nei Paesi in via di sviluppo e in transizione, il
che rappresenta tra il 20% e il 40% dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Nell'occasione,
è stata ribadita la necessità che tutti i Paesi ratifichino la Convenzione ONU contro
la corruzione, come fino ad oggi hanno fatto solo quattro dei Paesi del G8. (R.M.)