Lettera di Benedetto XVI per i 60 anni dell'Associazione cattolica internazionale
"Aiuto alla Chiesa che Soffre"
Uno dei problemi più importanti dell’epoca attuale è la “dimenticanza di Dio da parte
di molte persone e intere società”. E’ quanto rileva Benedetto XVI in una lettera
di auguri all’Associazione cattolica internazionale "Aiuto alla Chiesa che Soffre"
che dal 13 al 16 settembre scorsi ha celebrato una conferenza internazionale a Castel
Gandolfo in occasione del 60.mo anniversario della sua esistenza. La pressione del
secolarismo e del relativismo “in forma di tendenze culturali dominanti e a volte
dittatoriali” – sottolinea il Papa nel messaggio - ha condotto “molta gente e vari
cristiani battezzati ad allontanarsi da Dio”. Il Santo Padre esorta l’associazione
a continuare a investire gran parte delle sue risorse nella promozione delle vocazioni
religiose e nei fedeli impegnati, fornendo loro una formazione spirituale, umana,
intellettuale e pastorale, così come i mezzi materiali necessari per poter operare
come efficaci strumenti della grazia di Dio nelle loro rispettive Chiese locali e
nell’evangelizzazione.
In questo senso, sottolinea soprattutto due ambiti.
Da un lato, dice che è evidente che “i mezzi di comunicazione esercitano un’influenza
immensa nella cultura e nella vita della gente” e che, con la collaborazione e la
guida di credenti cristiani capaci e convinti, questi mezzi possono “ottenere importanti
risultati nella diffusione della Buona Novella del Vangelo di Cristo e dei valori
cristiani”.
Il Papa precisa inoltre che la Chiesa “ha urgente bisogno di persone
attraverso le quali Dio possa essere presente in questo immenso campo”. Dall’altro
lato, segnala che la Chiesa osserva “con grande preoccupazione come alcune Chiese
orientali di tradizione secolare siano minacciate in Medio Oriente e come numerosi
cattolici si vedano costretti a vivere la propria fede senza un’assistenza pastorale
o senza poterla professare totalmente o parzialmente in comunità e pubblicamente”.
In queste circostanze – continua il Papa - la Chiesa “non ha molto margine di manovra
nella pastorale”, nonostante anche lì lo Spirito Santo possa, “attraverso un’azione
creativa e intelligente”, aprire possibilità impreviste per la realizzazione della
sua missione, “portando non poche persone alla fede in Gesù Cristo”.
Il Papa
aveva già salutato i 60 anni dell’associazione durante l’Angelus di domenica scorsa
a Castel Gandolfo. Benedetto XVI aveva invitato l’organismo a continuare ad aiutare
la gente a comprendere che “Dio è presente come un padre pieno d’amore”.
"Aiuto
alla Chiesa che Soffre" è un’associazione cattolica internazionale fondata nel 1947
dal sacerdote premonstratense padre Werenfried van Straaten. L’associazione sostiene
i progetti pastorali della Chiesa cattolica in circa 140 Paesi del mondo: aiuta soprattutto
le Chiese locali perseguitate, discriminate o troppo povere per poter svolgere la
loro missione pastorale. L’anno scorso i benefattori di "Aiuto alla Chiesa che Soffre"
hanno donato all’associazione la cifra record di 81,2 milioni di euro.