La Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, ha tagliato dello 0,50 per
cento i tassi base d'interesse bancari americani portandoli al 4,75 per cento. L’istituto
di Ben Bernanke ha anche annunciato un taglio di mezzo punto del tasso di sconto,
che passa dal 5,75 per cento al 5,25 per cento. Rimbalzo immediato pure dell’euro.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze più immediate di una moneta unica europea
così forte? Stefano Leszczynski lo ha chiesto all’economista Alberto Quadrio Curzio:
R. - Io credo
che la forza dell’euro, dal punto di vista dell’economia reale, potrà determinare
un modesto rallentamento della crescita europea, in quanto le esportazioni ne risentiranno.
Tuttavia, il contrappeso potrebbe essere - anzi sarà - il fatto che il petrolio, in
questo momento in forte aumento anche a seguito della svalutazione del dollaro, non
avrà un’incidenza così pesante sul potere d’acquisto dei cittadini europei.
D.
- Tra le incertezze, c’è sicuramente quella dell’inflazione. Secondo lei, la Banca
centrale europea (BCE) potrebbe tagliare anch’essa i tassi, viste le difficoltà poi
collegate ai mutui?
R. - Il percorso disegnato era quello di un graduale aumento,
fatto per contenere l’inflazione e fatto anche per evitare che gli eccessi di denaro
a buon mercato potessero determinare un’espansione del credito pericolosa. A questo
punto, è probabile che la BCE non tocchi i tassi per un certo periodo e credo che
così facendo farà la scelta giusta.
D. - Lei accennava prima alla questione
del petrolio. Questa forza dell’euro non potrebbe un giorno indurre i produttori a
decidere di cambiare la moneta di riferimento, dal dollaro all’euro appunto? R.
- La questione euro-dollaro è una questione che si va prefigurando su un arco temporale
decennale come una delle questioni cruciali della finanza e dell’economia mondiale.
Perché se l’euro diventa una valuta concorrente in modo definitivo al dollaro sui
mercati finanziari e reali, nel senso della fissazione dei prezzi mondiali, cambia
lo scenario dell’economia mondiale. Intanto il presidente della Commissione europea,
Manuel Barroso, il commissario all’Energia, Andris Piebalgs, e quello alla Concorrenza,
Neelie Kroes, hanno presentato a Bruxelles il terzo pacchetto con cui l’Unione Europea
si muoverà in tema di energia. Ascoltiamo il servizio di Fausta Speranza, che ha seguito
la conferenza stampa dalla sede della rappresentanza della Commissione europea a Roma.
Due gli obiettivi
di fondo chiariti in conferenza stampa: maggiore concorrenza del mercato elettrico
e di quello del gas, maggiore sicurezza di approviggionamenti contro i rischi di black-out.
In tema di concorrenza, sappiamo che a Francia e Germania e altri Paesi non piace
tanto la prevista netta separazione a livello di proprietari tra fornitura, trasmissione
e distribuzione di energia, “ma è un punto forte del pacchetto” ha ribadito il presidente
Barroso, sottolineando che il consumatore deve poter scegliere di più e, dunque, pagare
meno. Ma c’è poi un altro punto in primo piano: proteggere il mercato energetico europeo,
aprendo solo ai Paesi extra Unione, che non applicano restrizione all’ingresso di
aziende europee, in sostanza reciprocità. E’ chiaro il riferimento alla Russia e al
gigante energetico Gazprom, ma non è stata nominata in conferenza stampa. Barroso,
però, ha recentemente chiesto a Putin perché una grande compagnia russa possa acquistare
un’azienda dell’Unione Europea e non sia invece possibile il contrario. In tema di
energia, inoltre, l’Unione Europea punta a portare al 20 per cento la quota di energia
rinnovabile. “E altre proposte arriveranno”, ha detto Barroso in relazione alla ricerca
energetica e al risparmio energetico. In definitiva, a sottolineare l’importanza di
tutta la questione c’è la previsione dell’Istituto di Studi e Analisi Economica. In
assenza di misure specifiche sull’energia, il livello di dipendenza dell’Europa, oggi
intorno al 50 per cento, salirà nel 2030 al 70 per cento. E poi ci sono gli episodi
di grandi black-out, le recenti crisi geopolitiche del gas, nonché, per l’Italia,
il recentissimo allarme dell’Enel su un possibile inverno freddo. (Dalla sede della
Rappresentanza della Commissione Europea, Fausta Speranza, Radio Vaticana)