2007-09-17 15:14:49

Rapporto mostra le conseguenze negative a livello socio-economico, della disgregazione familiare negli Stati Uniti


Il matrimonio continua il suo declino negli Stati Uniti, portando con sé numerose conseguenze negative per gli individui e la società. È questa una delle conclusioni di un recente studio del National Marriage Report dell’Università statale Rutgers del New Jersey, che ha pubblicato il suo volume annuale “The State of Our Unions: The Social Health of Marriage in America 2007”. Gli autori dello studio ripreso dall’Agenzia Zenit, sono due docenti universitari, ben noti per i loro approfondimenti sulle questioni inerenti la famiglia e il matrimonio: David Popenoe e Barbara Dafoe Whitehead. Dalla loro ricerca risulta che negli Stati Uniti dal 1970 al 2005 vi è stato un calo di quasi il 50% nel numero dei matrimoni celebrati ogni anno, per ogni 1000 donne non sposate. Una parte significativa di questo declino è semplicemente dovuto alla tendenza a rimandare il matrimonio ad un’età più avanzata. Inoltre, un numero sempre maggiore di persone semplicemente non si sposa a causa della diffusione della convivenza e della diminuzione del numero dei divorziati disposti a risposarsi. Il rapporto confuta anche una serie di luoghi comuni utilizzati per argomentare contro la famiglia. Il primo di questi miti è che la convivenza precedente al matrimonio sarebbe utile per capire se il partner è la persona giusta, evitando così di sposarsi rischiando poi di dover divorziare. “Di fatto, molteplici elementi indicano che coloro che convivono prima di sposarsi risultano essere quelli poi più propensi a separarsi dopo il matrimonio”, osserva lo studio. Il rapporto rivela anche un crescente divario sociale nell’ambito del matrimonio. Negli ultimi decenni, l’istituto del matrimonio si è rafforzato tra la popolazione che vanta un grado di istruzione di livello superiore. Secondo lo studio condotto dai due docenti universitari, oltre alle conseguenze di natura personale, il declino del matrimonio e della famiglia, negli ultimi decenni, ha procurato un grave impatto economico. “Le coppie sposate creano generalmente un patrimonio maggiore rispetto alle persone single o alle coppie conviventi”, perchè vivono in modo più sobrio, rispetto ai single, e risparmiano e investono di più nel futuro. L’aumento dei divorzi risulta aver prodotto anche un maggior grado di ineguaglianza e di povertà e sia il divorzio, che la procreazione al di fuori del matrimonio, aumentano la povertà infantile. Il divorzio implica anche maggiori costi per il bilancio pubblico, derivanti dai maggiori servizi assistenziali e dalla maggiore delinquenza minorile causata dalla disgregazione familiare; l’aumento delle famiglie con un solo genitore infatti, genera pesanti conseguenze per i figli. Il prof. Popenoe sostiene che per porre rimedio al declino del matrimonio e della famiglia sarebbe necessaria una trasformazione culturale guidata dalla religione. Con il passare degli anni, precisa il prof. Popenoe, gli Stati Uniti e gli altri Paesi sono diventati sempre più secolarizzati e individualistici, soprattutto tra la popolazione più giovane. (R.P.)







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