Rapporto mostra le conseguenze negative a livello socio-economico, della disgregazione
familiare negli Stati Uniti
Il matrimonio continua il suo declino negli Stati Uniti, portando con sé numerose
conseguenze negative per gli individui e la società. È questa una delle conclusioni
di un recente studio del National Marriage Report dell’Università statale Rutgers
del New Jersey, che ha pubblicato il suo volume annuale “The State of Our Unions:
The Social Health of Marriage in America 2007”. Gli autori dello studio ripreso dall’Agenzia
Zenit, sono due docenti universitari, ben noti per i loro approfondimenti sulle questioni
inerenti la famiglia e il matrimonio: David Popenoe e Barbara Dafoe Whitehead. Dalla
loro ricerca risulta che negli Stati Uniti dal 1970 al 2005 vi è stato un calo di
quasi il 50% nel numero dei matrimoni celebrati ogni anno, per ogni 1000 donne non
sposate. Una parte significativa di questo declino è semplicemente dovuto alla tendenza
a rimandare il matrimonio ad un’età più avanzata. Inoltre, un numero sempre maggiore
di persone semplicemente non si sposa a causa della diffusione della convivenza e
della diminuzione del numero dei divorziati disposti a risposarsi. Il rapporto confuta
anche una serie di luoghi comuni utilizzati per argomentare contro la famiglia. Il
primo di questi miti è che la convivenza precedente al matrimonio sarebbe utile per
capire se il partner è la persona giusta, evitando così di sposarsi rischiando poi
di dover divorziare. “Di fatto, molteplici elementi indicano che coloro che convivono
prima di sposarsi risultano essere quelli poi più propensi a separarsi dopo il matrimonio”,
osserva lo studio. Il rapporto rivela anche un crescente divario sociale nell’ambito
del matrimonio. Negli ultimi decenni, l’istituto del matrimonio si è rafforzato tra
la popolazione che vanta un grado di istruzione di livello superiore. Secondo lo
studio condotto dai due docenti universitari, oltre alle conseguenze di natura personale,
il declino del matrimonio e della famiglia, negli ultimi decenni, ha procurato un
grave impatto economico. “Le coppie sposate creano generalmente un patrimonio maggiore
rispetto alle persone single o alle coppie conviventi”, perchè vivono in modo più
sobrio, rispetto ai single, e risparmiano e investono di più nel futuro. L’aumento
dei divorzi risulta aver prodotto anche un maggior grado di ineguaglianza e di povertà
e sia il divorzio, che la procreazione al di fuori del matrimonio, aumentano la povertà
infantile. Il divorzio implica anche maggiori costi per il bilancio pubblico, derivanti
dai maggiori servizi assistenziali e dalla maggiore delinquenza minorile causata dalla
disgregazione familiare; l’aumento delle famiglie con un solo genitore infatti, genera
pesanti conseguenze per i figli. Il prof. Popenoe sostiene che per porre rimedio al
declino del matrimonio e della famiglia sarebbe necessaria una trasformazione culturale
guidata dalla religione. Con il passare degli anni, precisa il prof. Popenoe, gli
Stati Uniti e gli altri Paesi sono diventati sempre più secolarizzati e individualistici,
soprattutto tra la popolazione più giovane. (R.P.)