A Bose il Convegno ecumenico internazionale sul tema della Trasfigurazione: messaggi
di Bartolomeo I, Alessio II, Samuel Kobia e il cardinale Kasper
Si è aperto ieri, presso il Monastero di Bose, in Piemonte, la XV edizione del Convegno
ecumenico internazionale organizzato con il patrocinio del Patriarcato Ecumenico di
Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca. Tema di quest'anno: "Il Cristo trasfigurato
nella tradizione spirituale ortodossa". Messaggi augurali sono stati inviati da Bartolomeo
I e Alessio II che hanno sottolineato come la Trasfigurazione sia al centro della
spiritualità ortodossa. Il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ha rilevato che "se
vogliamo camminare sulle tracce dei tre discepoli del Tabor dobbiamo seguire anche
le orme del Maestro sul Golgota". Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie ha sottolineato
che "nell'ortodossia il tema della Trasfigurazione e l'idea ad essa legata della divinizzazione,
vale a dire la trasfigurazioine dell'essere umano" rileva " il mistero divino di ciò
che sono chiamati a diventare l'uomo e il mondo attorno a noi". Ha inviato il suo
saluto anche il segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Samuel Kobia,
che ha affermato che "il movimento ecumenico deve dare un'importanza particolare a
una spiritualità centrata sulla vita". Da parte sua il cardinale Walter Kasper, presidente
del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, ha ricordato
nel suo messaggio al convegno che in campo ecumenico occorre "avere pazienza" e "vivere
costantemente il sacrificio dell'unità". In questo senso "sbaglia - ha detto il porporato
- chi ritiene invalicabile la porta della comunione". Ma sotto quali auspici si svolge
questo ormai tradizionale convegno? Giovanni Peduto lo ha chiesto al priore
della Comunità di Bose, Enzo Bianchi:
R. -
Il desiderio che questi convegni manifestano è di un grande dialogo, di un confronto
in profondità, nella spiritualità tra le diverse Chiese. Quest’anno il tema della
trasfigurazione sarà affrontato dalla spiritualità orientale, soprattutto bizantina
e russa, ma anche dalla spiritualità cattolica. E’ un tema molto presente, soprattutto
all’interno della spiritualità e della vita monastica delle Chiese d’Oriente e d’Occidente.
Il confronto sarà proprio alle radici della spiritualità.
D.
- Cattolici e ortodossi sono sempre più vicini…
R.
- Per molti aspetti sì, perché ci conosciamo sempre di più, perché ormai la spiritualità
ci unisce. Noi coniughiamo la spiritualità degli uni con quella degli altri e senza
perdere quelle che sono le caratteristiche di ciascuna, all’interno di questo confronto
e dialogo profondo, si fa un cammino insieme, un cammino di conversione, un cammino
di vera vita cristiana. Quindi, certamente ci si unisce di più, perché ci si avvicina
di più a Cristo, che è la fonte della nostra comunione.
D.
- Cosa stanno imparando gli uni dagli altri cattolici e ortodossi?
R.
- Certamente, non solo dalla spiritualità che ormai è un movimento quasi di mezzo
secolo che avviene perché, come diceva Giovanni Paolo II, davvero impariamo a respirare
con due polmoni la vita cristiana; ma anche a livello ecclesiale, a livello ecclesiologico,
il confronto continua e dà dei segni di un cammino da percorrere che non solo è un
cammino che porta a una maggiore comunione tra le Chiese, ma rinforza le Chiese nella
loro identità e di conseguenza le rende più vicine al messaggio di Cristo. D. - Com’è vista la Trasfigurazione di Cristo nella tradizione spirituale
ortodossa?
R. - E’ il centro della spiritualità
per il mondo ortodosso, il cammino del cristiano è un cammino di divinizzazione in
cui le energie della Trasfigurazione lavorano nella vita del cristiano e di giorno
in giorno trasformano il suo volto, trasformano addirittura il suo corpo di miseria
in un corpo di gloria. La Trasfigurazione non è nient’altro che le energie dello spirito
Santo in opera oggi sul corpo della Chiesa nella vita del cristiano, come lo è stato
nella vita di Cristo.
D. - Si è appena conclusa la
III Assemblea ecumenica di Sibiu: come ripartono i cristiani da questo importante
evento?
R. - Io ero presente, ho partecipato a Sibiu
con una relazione sulla spiritualità, proprio sul cammino della spiritualità. Credo
che oggi siamo convinti che c’è un lungo cammino da fare, non solo di confronto ma
di impegno. Più noi ci convertiremo a Cristo, più ci sentiremo vicini gli uni agli
altri.