“Un avviso per tutti i corrotti della classe politica”: il monito dei vescovi delle
Filippine dopo la condanna dell’ex presidente Estrada
L’ex presidente filippino Joseph Estrada dovrà scontare l’ergastolo per falsa testimonianza
e per aver sottratto fondi pubblici - oltre 4 miliardi di pesos, circa 87 milioni
di dollari – durante la sua permanenza ai vertici del Paese. È il verdetto del tribunale
anticorruzione di Manila che, inoltre, ha imposto ad Estrada di restituire allo stato
il patrimonio accumulato illegalmente. Come riferisce l’agenzia Fides, gli avvocati
difensori hanno già annunciato il ricorso alla Corte Suprema. L’ex presidente ha parlato
di “decisione politica” e di “complotto”, accusando anche la Chiesa. Infatti, nel
2001 la Chiesa ebbe un ruolo fondamentale nella rivoluzione pacifica che fece cadere
il governo di Estrada e portò al vertice del Paese l’attuale presidente Gloria Macapagal
Arroyo. I vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine hanno invitato Estrada
ad accettare il verdetto e hanno chiesto ai fedeli di non inscenare manifestazioni
violente a seguito della sentenza. Secondo i vescovi, questa condanna rappresenta
un avviso per i politici corrotti e dovrebbe indurre a riflettere e ed adottare atteggiamenti
più trasparenti da parte di tutta la classe politica e la burocrazia filippina. (B.B.)