2007-09-14 08:03:27

Bush annuncia un primo ritiro dall'Iraq. Democratici insoddisfatti


“Ritiro di 5700 soldati entro dicembre prossimo, ma la presenza americana in Iraq durerà ancora a lungo, anche oltre la mia presidenza”. Questo, in sintesi, il contenuto dell’atteso messaggio alla Nazione del presidente degli Stati Uniti Bush sulla futura strategia da adottare ne Paese del Golfo. Il capo della Casa Bianca adotta, dunque, il piano, già anticipato nei giorni scorsi dal generale Petraeus, comandante delle truppe multinazionali in Iraq, ma non riceve ancora l’approvazione dell’opposizione democratica. Ce ne parla, da New York, Elena Molinari: RealAudioMP3

Lotta al terrorismo internazionale, sicurezza interna e normalizzazione della situazione politica in Iraq. Questi, dunque, i tre punti strategici delineati dal discorso di Bush. Ma ascoltiamo il commento di Guido Olimpio, esperto di terrorismo e politica internazionale del Corriere della Sera. L’intervista è di Salvatore Sabatino:00:01:39:98


R. - Bush chiaramente dà un’indicazione, e cioè che la presenza americana continuerà oltre la sua presidenza, a prescindere da quella che sarà la situazione irachena. Il secondo punto è che ritengo che sia anche una presenza mirata ad altri Paesi dell’area, e quindi mi riferisco sia ad un controllo verso la Siria, ma soprattutto per un controllo verso l’Iran.

D. - Bush ha fatto leva sul timore americano su nuovi attacchi dopo gli ultimi video di Osama Bin Laden. Secondo te, è una strategia giusta?

R. - Parziale, perché lui sta tentando, ormai nell’ultimo anno, di dire che la guerra in Iraq è la guerra contro al Qaeda e che bisogna essere lì perché bisogna combattere al Qaeda. Al tempo stesso, Bin Laden e anche altri rappresentanti dell’amministrazione denunciano i pericoli di attacchi e quindi vogliono presentare un quadro per cui bisogna mantenere le truppe per impedire nuovi attentati. E’ un tentativo di giustificare certi errori e probabilmente di giustificare anche successive manovre nella regione.

D. - I Democratici hanno criticato fortemente il discorso di Bush. Queste tensioni politiche interne non rischiano di dare punti al terrorismo?

R. - Certamente, danno punti al terrorismo e più che altro direi che è abbastanza interessante vedere come l’intervento in video del presunto Osama, qualche giorno fa, ben si leghi a queste diatribe e anche nelle polemiche politiche. E’ chiaro che gli estremisti, i terroristi sfruttano molto bene queste tensioni. Tensioni che, peraltro, sono normali in un Paese democratico, ma non c’è dubbio che per i terroristi è manna dal cielo!


Intanto sul terreno proseguono le violenze in Iraq. Un importante leader di una coalizione sunnita, vicino agli Stati Uniti nel contrastare la guerriglia, è stato ucciso con un autobomba. L’episodio è avvenuto ieri a Ramadi, capoluogo della provincia occidentale di Anbar. L’uomo la settimana scorsa aveva incontrato il presidente Bush durante la sua breve visita nel Paese del Golfo.








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