La Chiesa ricorda San Giovanni Crisostomo a 1600 anni dalla morte
La Chiesa ricorda oggi San Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa, di
cui domani ricorrono i 1600 anni dalla morte. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Giovanni
nasce da una famiglia cristiana, ad Antiochia, in Asia Minore, nel IV secolo. Vive
in un periodo in cui il cristianesimo non è più fuorilegge nell’Impero Romano e sta
per diventare religione di Stato. Orfano di padre in tenera età, è educato alla fede
dalla madre, Antusa, poco più che ventenne. Ma Giovanni è irrequieto e – secondo la
sua stessa definizione – “incatenato alle passioni del mondo”. Ma l’amore di Cristo
lo insegue. Alla morte della madre si ritira nel deserto per ascoltare nel silenzio
la voce di Dio. Diventa sacerdote e poi nel 398 Patriarca di Costantinopoli.
La
sua parola è forte ed efficace, tanto da meritarsi un soprannome: “Crisostomo”, cioè
“Bocca d’oro”. Difende i poveri, denuncia la corruzione della corte imperiale e la
vita lussuosa di un certo clero, destituisce molti sacerdoti indegni. Di fronte ai
diseredati – diceva - non si possono preferire gli ornamenti superflui delle chiese,
ma bisogna vendere questi beni per dare cibo, vestito e casa a chi ne è privo. “Vuoi
onorare il corpo di Cristo? – diceva San Giovanni Crisostomo – Allora, non permettere
che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri. Che vantaggio può avere
Cristo se la mensa del sacrificio è piena di vasi d’oro, mentre poi muore di fame
nella persona del povero? Prima sazia l’affamato e solo in seguito orna l’altare con
quello che rimane”.
Dà tutto quello che ha ai poveri,
incoraggia gli sfiduciati, ma sferza la tiepidezza di tanti fedeli: “Niente è più
freddo del cristiano che non si cura della salvezza degli altri – afferma - Gli uomini
– aggiunge - non saranno giudicati tanto dai loro peccati ma da questo: se saranno
stati utili agli altri”. Dice che “Cristo ci ha lasciati sulla terra per essere
fiaccole che illuminano” e che “basta un uomo pieno di zelo per trasformare
un popolo”. Non teme i nemici della fede che sembrano trionfare: “Gli uomini
hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso – esclama - ma hanno ottenuto
l’effetto contrario. Erano vivi che facevano guerra ad un morto, ma non l’hanno potuto
vincere”. Parole forti che gli attirano numerosi avversari.
Viene calunniato, perseguitato, esiliato più volte. “Molti marosi e minacciose tempeste
ci sovrastano – scrive il Santo - ma non abbiamo paura di essere sommersi, perché
siamo fondati sulla roccia…Cristo è con me, di chi avrò paura?”. Viene di nuovo esiliato.
Sulla strada verso il Mar Nero muore per gli stenti. Era il 14 settembre del 407:
1600 anni fa. Spira dicendo queste ultime parole: “gloria a Dio in tutte le cose”.
Il
Crisostomo è chiamato anche “Dottore dell’Eucaristia” per la vastità e ricchezza della
sua dottrina sul Sacramento dei Corpo e del Sangue di Cristo. Giovanni XXIII scelse
di porre sotto la sua protezione il Concilio Vaticano II.