Per la prima volta dal 1990 sono meno di 10 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni
uccisi da fame, guerre e malattie nel mondo. Ad annunciarlo l’Unicef, sottolineando
tuttavia che 9,7 milioni di bambini morti nel 2006 rimane un fatto inaccettabile.
La riduzione della mortalità infantile di due terzi entro il 2015 è uno degli otto
obiettivi del millennio. Un obiettivo che, come spiega la portavoce di Unicef in Italia
Donatella Lodi al microfono di Silvia Gusmano, è oggi più vicino:
R. –
E’ un risultato importantissimo, perché finalmente c’è un’inversione di tendenza nella
mortalità infantile, nonostante la pandemia dell’Aids, che aveva molto complicato
il lavoro: aveva annullato soprattutto nell’Africa meridionale alcuni dei risultati
positivi ottenuti negli anni scorsi. E’ un segnale importante, e cioè che è possibile
raggiungere l’obiettivo fissato dalla comunità internazionale con gli obiettivi di
sviluppo del millennio di ridurre a un terzo la mortalità infantile. Potremo farcela
se si mantiene questa tendenza. Questo significa concretamente che c’è bisogno di
mantenere alta l’attenzione, mantenere alti i livelli di finanziamento.
D.
– Quali fattori hanno inciso maggiormente sul calo della mortalità infantile?
R.
– I risultati migliori si sono ottenuti dove si è lavorato con un pacchetto di interventi
base: le vaccinazioni, la distribuzione di vitamina A, le sostanze impegnate contro
la malaria. Non cose stellari, non interventi tecnicamente complessi, ma interventi
accessibili, disponibili, ma che vanno messi a sistema e portati Paese per Paese,
regione per regione.
D. – Quali sono gli ostacoli
maggiori al raggiungimento di questo obiettivo?
R.
– La mancanza di volontà politica e la mancanza di fondi. Adesso, negli ultimi anni,
c’è stata una maggiore attenzione anche grazie ad interventi della comunità scientifica
e ci sono stati alcuni fondi sostanziali resi disponibili da varie fondazioni e da
alcuni governi, soprattutto del Nord Europa.
D. –
Rispetto a quali malattie si sono fatti i passi avanti più significativi e quali sono
invece ancora le cause principali di mortalità infantile nel mondo?
R.
– Il morbillo è senz’altro la causa di morte che è maggiormente diminuita, perchè
con la semplice applicazione della vaccinazione c’è stato un calo della mortalità
che in alcune regioni ha toccato addirittura il 75 per cento. Le altre cause di morte
prevalenti però sono altrettanto banali: sono le infezioni gastrointestinali, le infezioni
respiratorie acute, la mortalità da parto e neonatale.
D.
– In quali Paesi l’emergenza resta ancora molto alta?
R.
– L’Africa occidentale e centrale e il cosiddetto subcontinente indiano. Questo è
davvero un paradosso, perchè India e Pakistan sono in grande sviluppo economico. In
questi Paesi, però, la mortalità infantile continua a rimanere alta e ciò è fortemente
legato alle disuguaglianze interne a questi Paesi.