2007-09-13 15:19:32

Diminuisce la mortalità infantile nel mondo


Per la prima volta dal 1990 sono meno di 10 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni uccisi da fame, guerre e malattie nel mondo. Ad annunciarlo l’Unicef, sottolineando tuttavia che 9,7 milioni di bambini morti nel 2006 rimane un fatto inaccettabile. La riduzione della mortalità infantile di due terzi entro il 2015 è uno degli otto obiettivi del millennio. Un obiettivo che, come spiega la portavoce di Unicef in Italia Donatella Lodi al microfono di Silvia Gusmano, è oggi più vicino:RealAudioMP3


R. – E’ un risultato importantissimo, perché finalmente c’è un’inversione di tendenza nella mortalità infantile, nonostante la pandemia dell’Aids, che aveva molto complicato il lavoro: aveva annullato soprattutto nell’Africa meridionale alcuni dei risultati positivi ottenuti negli anni scorsi. E’ un segnale importante, e cioè che è possibile raggiungere l’obiettivo fissato dalla comunità internazionale con gli obiettivi di sviluppo del millennio di ridurre a un terzo la mortalità infantile. Potremo farcela se si mantiene questa tendenza. Questo significa concretamente che c’è bisogno di mantenere alta l’attenzione, mantenere alti i livelli di finanziamento.

 
D. – Quali fattori hanno inciso maggiormente sul calo della mortalità infantile?

 
R. – I risultati migliori si sono ottenuti dove si è lavorato con un pacchetto di interventi base: le vaccinazioni, la distribuzione di vitamina A, le sostanze impegnate contro la malaria. Non cose stellari, non interventi tecnicamente complessi, ma interventi accessibili, disponibili, ma che vanno messi a sistema e portati Paese per Paese, regione per regione.

 
D. – Quali sono gli ostacoli maggiori al raggiungimento di questo obiettivo?

 
R. – La mancanza di volontà politica e la mancanza di fondi. Adesso, negli ultimi anni, c’è stata una maggiore attenzione anche grazie ad interventi della comunità scientifica e ci sono stati alcuni fondi sostanziali resi disponibili da varie fondazioni e da alcuni governi, soprattutto del Nord Europa.

 
D. – Rispetto a quali malattie si sono fatti i passi avanti più significativi e quali sono invece ancora le cause principali di mortalità infantile nel mondo?

 
R. – Il morbillo è senz’altro la causa di morte che è maggiormente diminuita, perchè con la semplice applicazione della vaccinazione c’è stato un calo della mortalità che in alcune regioni ha toccato addirittura il 75 per cento. Le altre cause di morte prevalenti però sono altrettanto banali: sono le infezioni gastrointestinali, le infezioni respiratorie acute, la mortalità da parto e neonatale.

 
D. – In quali Paesi l’emergenza resta ancora molto alta?

 
R. – L’Africa occidentale e centrale e il cosiddetto subcontinente indiano. Questo è davvero un paradosso, perchè India e Pakistan sono in grande sviluppo economico. In questi Paesi, però, la mortalità infantile continua a rimanere alta e ciò è fortemente legato alle disuguaglianze interne a questi Paesi.







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