Nuovo appello delle Chiese cristiane dello Sri Lanka perché la comunità internazionale
non dimentichi il Paese asiatico
In occasione della visita di una delegazione del Consiglio Mondiale delle Chiese nelle
aree di conflitto in Sri Lanka, le Chiese locali chiedono alla Comunità internazionale
di non dimenticare il Paese asiatico, martoriato dalla guerra civile tra le forze
governative e i ribelli. “Siamo felici che siate qui a rendervi conto della situazione”,
ha dichiarato mons. Ryappu Joseph, vescovo di Mannar, accogliendo la delegazione,
che nel suo viaggio è giunta sino al cuore della terra controllata dalle milizie Tamil.
Nel territorio della sua diocesi, riferisce l’agenzia Fides, il vescovo ha disposto
l’accoglienza per oltre 400 famiglie di sfollati. Le Chiese cristiane nel Paese asiatico
sono in prima linea nel sostegno concreto alla popolazione sofferente: oltre ad offrire
assistenza sanitaria, aiuti alimentari, personale e strutture, sono fortemente impegnate
anche in programmi di pace ed iniziative di dialogo interreligioso. A Batticaloa,
sulla costa orientale, è attiva l’Associazione Interreligiosa per la pace, a cui partecipano
rappresentanti cattolici, anglicani, protestanti e indù. Nel corso del suo incontro
con la delegazione, l’associazione ha chiesto che vengano urgentemente presi provvedimenti
per fermare le uccisioni e le sparizioni nel Paese. Intanto la sezione donne del National
Fisheries Solidarity (NAFSO) ha lanciato un grido d’allarme sulla disparità della
condizione femminile tra il sud e il nord del Paese. Come riferisce AsiaNews, nelle
aree settentrionali, a differenza di quelle meridionali, la crisi sociale, economica
e politica è grave. I prezzi dei beni alimentari sono inaccessibili per le famiglie,
le bambine non vanno a scuola per paura di essere rapite dai ribelli. Dal 1983 sono
20 mila le donne rimaste vedove a causa della guerra civile. (V.F.)