Nel Kurdistan raduno di 300 giovani, "speranza per la Chiesa in Iraq"
Erano in 300 i giovani che da 10 diversi villaggi del Kurdistan iracheno si sono ritrovati
nei giorni scorsi ad Ahmadiya, per incontrare il loro vescovo e gli altri sacerdoti
della diocesi. Con loro hanno riflettuto sul “senso della missione della Chiesa nel
mondo e nell’Iraq di oggi, martoriato da terrorismo e violenze confessionali, e sono
tornati a casa pieni di gioia e speranza”. A raccontarlo ad AsiaNews è lo stesso vescovo
caldeo di Ahmadiya, mons. Rabban Al-Qas. L’“emozionante” giornata, come la definisce
il presule, si è svolta nell’antica chiesa di Sultana Mahadokht, risalente al VII
sec. d.C. Scopo dell’iniziativa: “approfondire il mistero della Chiesa cattolica e
la sua missione nel mondo, in modo da aiutare i giovani ad affrontare le sfide che
incombono sui cristiani d’Iraq”. A questo proposito p. Najib Mosa ha voluto soffermarsi
sull’importanza di ricordare sempre che “la persona di Cristo è la base della Chiesa
ed è Lui la buona novella”. “I giovani – dice mons. Al-Qas – hanno sentito la voce
della Chiesa, sposa di Cristo, che chiede loro di portare il Suo amore al mondo islamico
in cui vivono; con la loro testimonianza questi ragazzi infondono speranza anche ai
propri cari, fuggiti in Kurdistan da più parti del Paese”. Al termine dell’incontro
il vescovo ha celebrato una messa a cui sono seguiti canti e giochi di gruppo. È stato,
infine, deciso di ripetere l’appuntamento 4 volte all’anno.(R.P.)