L’arcivescovo di Adelaide ad Amnesty: riveda la decisione di inserire tra i diritti
umani l’aborto in caso di stupro
“Non è troppo tardi perché Amnesty International faccia il punto dei danni provocati
dal cambiamento della propria linea sull’aborto e torni alla sua precedente posizione”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Adelaide, mons. Philip Edward Wilson, presidente della
Conferenza episcopale australiana, aggiungendo che la definizione di “diritti sessuali
e riproduttivi” utilizzata dall’organizzazione umanitaria, è contraria alla “comprensione
cattolica delle dignità della persona e della sessualità umana”. “Adottando questa
posizione – ha poi detto il presule – Amnesty si è spostata su un concetto dei diritti
umani basato non sul bene della persona, ma semplicemente sull’autonomia dell’individuo”.
Questo cambiamento – ha proseguito l’arcivescovo – ha portato molti cattolici “a rinunciare
alla loro posizione di membri dell’organizzazione e a cercare altri modi per perseguire
gli stessi obiettivi per lottare contro l’ingiustizia”. La decisione di Amnesty di
inserire tra i diritti umani l’interruzione di gravidanza in caso di violenza sessuale,
è stata accompagnata da forti polemiche anche all’interno dell’organizzazione umanitaria.
Amnesty, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson - un anglicano convertito
al cattolicesimo - ha ratificato questa decisione lo scorso 17 agosto durante la 28.ma
Assemblea generale tenutasi in Messico. (A.L.)