Bush annuncerà domani il ritiro di 30.000 soldati entro l’estate 2008 – Giornata di
sangue sia in Iraq che in Afghanistan – Dimissioni del premier Abe in Giappone e del
premier Fradkov in Russia
In tutti gli Stati Uniti si sono svolte ieri le cerimonie di commemorazione delle
vittime delle stragi terroriste avvenute l’11 settembre del 2001. A New York nei pressi
di Ground Zero è stata data lettura dei 2.750 morti. Da New York, il servizio di Elena
Molinari:
E’ stata
l’ultima volta in cui le commemorazioni si sono svolte a Ground Zero. La Torre della
Libertà sta per sorgere dalle macerie e già dal 2008 le cerimonie verranno organizzate
solo in un parco adiacente. Ma su richiesta pressante delle famiglie dei caduti, alla
fine il sindaco di New York, Bloomberg, ha accettato di aprire loro brevemente il
cantiere dove i lavori sono già in corso. E’ l’ultima volta che questo sarà possibile,
ha detto il sindaco, bisogna voltare pagina senza rivoluzioni. La litania dei nomi
è stata affidata quest’anno ai pompieri e ai poliziotti primi ad essere intervenuti
dopo gli attacchi, anche loro però in disputa con le autorità perché concedano più
aiuti a quelli di loro che si sono ammalati dopo aver respirato i gas nocivi di Ground
Zero. Intanto, a Washington, il Pentagono annunciava la pubblicazione di una collezione
di 1300 interviste con i protagonisti dell’11 settembre, accompagnate da 32 pagine
di inedite foto e da una ricostruzione dei fatti affidata agli storici. (Da New York,
Elena Molinari, per la Radio Vaticana)
- Intanto da Washington giunge notizia
che il presidente George W. Bush annuncerà domani sera, in un discorso alla nazione,
una riduzione di 30 mila soldati in Iraq entro l'estate del 2008, condizionandola
però al proseguimento dei progressi. L'annuncio sembra seguire da vicino le raccomandazioni
fatte dal generale David Petraeus, comandante delle forze Usa in Iraq, in due giorni
di testimonianze al Congresso. Farà così tornare l’entità delle truppe a quota 130.000,
cioè al livello precedente la strategia dell'aumento temporaneo voluta nel gennaio
scorso. Da parte sua il direttore nazionale dell''intelligence' Usa, Michael McConnell
ha affermato che il vero 'cervello' della rete terroristica al Qaida non è Osama Bin
Laden, cui è attribuita l'organizzazione degli attentati dell'11 settembre 2001, ma
il suo 'numero due', vale a dire l'egiziano Ayman al Zawahri. Intanto, un sito internet
islamico ha annunciato oggi che sarà diffuso un nuovo video della rete terroristica
al-Qaida nel quale verranno esposti ''le ragioni e i motivi'' degli attacchi dell'11
settembre 2001 agli Stati Uniti.
- Guardando all’Iraq, si registrano ancora
morti: sei poliziotti, un ufficiale dell'esercito e suo padre sono stati uccisi in
due diversi attacchi nell'area di Mossul, nord dell'Iraq. Almeno una persona è morta
e altre cinque sono rimaste ferite nell’est della capitale per l’esplosione in una
strada. Ieri una persona è rimasta uccisa e undici soldati della coalizione sono
stati feriti alla base militare statunitense di Camp Victory, quartier generale delle
forze Usa in Iraq, nei pressi dell'aeroporto internazionale di Baghdad. Intanto l'Esercito
del Mahdi, la potente milizia sciita di Moqtada Sadr, ha accusato gli Stati Uniti
di voler prolungare il loro ''mandato'' in Iraq e ha chiesto il ritiro delle truppe
Usa ''fino all'ultimo soldato''. E a proposito di Iraq si pronuncia oggi l’Iran:
smentendo le accuse americane su un aiuto iraniano agli insorti iracheni, Teheran
sottolinea che il rapporto sulla situazione in Iraq, presentato dal generale Petraeus,
comandante delle forze Usa in Iraq, e da Crocker, ambasciatore americano a Baghdad,
non salverà gli Stati Uniti dal ''pantano iracheno''.
- In Afghanistan una
dozzina di Talebani sono rimasti uccisi, durante la notte, in seguito ad un raid aereo
della coalizione a guida Usa nella provincia meridionale di Zabul. L'intervento aereo
è stato richiesto dai militari afghani e dalle truppe della coalizione a guida Usa
per bloccare il tentativo di imboscata di un gruppo di 20 talebani nel distretto di
Arghandab.
- In Pachistan circa 200 guerriglieri filo-Talebani pachistani
hanno attaccato la scorsa notte una postazione dei paramilitari nel nord-ovest del
Paese, vicino al confine con l'Afghanistan, sequestrando 12 soldati. Il governo di
Islamabad sta ancora negoziando il rilascio di 240 soldati complessivamente trattenuti
dai ribelli, soprattutto nell'area tribale del Waziristan del Sud. La violenza estremista
si è scatenata nel nord-ovest del Pakistan, area in gran parte tribale, dopo il sanguinoso
epilogo, lo scorso luglio, dell'assedio delle forze di sicurezza alla Moschea Rossa
di Islamabad, i cui fedeli fondamentalisti e filo-talebani si erano asserragliati
all'interno con le armi.
- Miliziani palestinesi hanno proseguito oggi dal
nord della Striscia di Gaza lanci sporadici di razzi Qassam verso il territorio israeliano.
Ieri un razzo palestinese, esploso nella base militare di Zikim (Ashqelon) ha provocato
il ferimento di una settantina di militari, uno dei quali è in condizioni molto gravi.
In occasione del Capodanno ebraico, che inizia stasera, le autorità israeliane hanno
sensibilmente elevato lo stato di allerta in tutto il territorio nazionale. Da ieri
vengono inoltre tenuti chiusi i valichi di transito con la Cisgiordania. Nei giorni
scorsi la scoperta di un corpetto esplosivo in un posto di blocco di Nablus (Cisgiordania)
ha sventato un attentato che doveva avvenire in questi giorni a Tel Aviv. Lo stato
di allerta viene mantenuto inoltre nelle alture occupate del Golan.
- Un terremoto
di intensità 7,9 gradi sulla scala Richter ha colpito l’Indonesia, in particolare
l’epicentro sembra vicino all’isola di Sumatra. Allarmi per tsunami sono stati lanciati
in Malaysia e alle isole Andamane, poiché l'arcipelago indiano si snoda parallelamente
alla costa malese. Anche il centro statunitense di allerta tsunami del Pacifico ha
lanciato un avviso a tutta la regione dell'Oceano indiano.
- Il premier giapponese
Shinzo Abe ha presentato le dimissioni al direttivo del Partito Liberaldemocratico
(LDP) di cui è presidente. ''Ho deciso questa mattina di dimettermi'', ha dichiarato
il premier, visibilmente commosso, in tv. Il nostro servizio:
Il premier
ultraconservatore non ha menzionato la guerra in Afghanistan o quella in Iraq, ma
ha sottolineato le difficoltà riscontrate negli ultimi giorni per appianare i contrasti
con l'opposizione sul varo di una nuova legislazione che consenta al Giappone di continuare
ad appoggiare logisticamente l'impegno militare americano e alleato nel Mar arabico.
Il premier ultraconservatore aveva ottenuto il mandato poco meno di un anno fa, ma
alla fine di luglio, nel suo primo confronto con il grande elettorato, aveva subito
una clamorosa sconfitta, costata ai liberaldemocratici la maggioranza al Senato. In
tali circostanze il premier aveva voluto restare comunque al governo, puntando tutto
sul varo di una nuova compagine ministeriale che ha continuato però a essere bersagliata
da scandali. Abe non è riuscito a far approvare in tempi stretti un provvedimento
sull'appoggio logistico alle forze Usa, in sostituzione di una legge del 2002 che
scade definitivamente il primo novembre. Un nuovo premier dovrebbe essere annunciato
in tempi strettissimi. Abe aveva ottenuto il mandato del partito a settembre 2006
come successore del popolarissimo Koizumi, che aveva preannunciato le dimissioni per
motivi personali parecchi mesi prima, dopo oltre cinque anni di governo.
A
Francesco Sisci, corrispondente de La Stampa per l’Asia, Salvatore Sabatino
ha chiesto un bilancio politico di quest’ultimo anno in Giappone:
R. –
E’ stato un anno, in realtà, abbastanza confuso, dove Abe non è riuscito a continuare
quello che era stato il processo di innovazione dell’economia giapponese iniziato
da Koizumi. Ci sono stati molti scandali che hanno scosso e tormentato il governo.
Adesso, però, forse, si affaccia un periodo veramente nuovo, perchè per la prima volta
nella storia giapponese, dopo la Seconda Guerra Mondiale, c’è un partito moderato
che sfida l’egemonia al potere del partito di governo attuale, il Partito Liberaldemocratico.
Il nuovo partito, che è quello Democratico, è fatto da transfughi dell’LDP, il partito
Liberaldemocratico, ed ex socialisti. Prima, però, ci sarà da vedere cosa farà quello
che è il premier designato, sempre dell’LDP, Sato, l’ex ministro degli Esteri.
D.
– Quello di Shinzo Abe è stato un mandato non facile, soprattutto per gli scandali
che hanno coinvolto soprattutto il suo partito, partito che, tra l’altro, ha lasciato.
Quali conseguenze avrà questa mossa sulla vita politica giapponese?
R.
– Sato dovrà cercare di risollevare le sorti dell’LDP, rilanciare il governo del Paese
e soprattutto rilanciare l’economia, visto che negli ultimi mesi le sorti dell’economia
giapponese non sono brillantissime e sembra, in qualche modo, ritornare l’ombra della
stagnazione, che aveva colpito il Giappone negli anni ’90.
- Il primo
ministro russo Mikhail Fradkov ha presentato le dimissioni e il leader del CremlinoVladimir
Putin le ha accettate chiedendogli tuttavia di continuare a compiere le sue funzioni
finchè la Duma approverà la candidatura del nuovo capo del governo. E l’annuncio
arriva dopo che la stampa dava per certa la prossima nomina a premier di Sergei Ivanov,
attuale vice primo ministro e candidato più favorito per le presidenziali di marzo
2008. La stampa nei giorni scorsi ha sottolineato tra l’altro l’importanza simbolica
di un’uscita pubblica in cui Ivanov sedeva a fianco del presidente Putin. Ivanov ha
in comune con Putin un passato nel KGB. Putin è impossibilitato a candidarsi di nuovo
dalla Costituzione.
- L'ex presidente delle Filippine Joseph Estrada, sotto
processo per corruzione, è stato condannato all'ergastolo da un tribunale di Manila.
Estrada, ex attore settantenne, è accusato di aver messo da parte più di quattro miliardi
di pesos (80 milioni di dollari) durante i trenta mesi del suo governo rovesciato,
nel 2001, da una rivolta popolare sostenuta dai militari. L'ex presidente filippino,
secondo quanto annunciato da un suo avvocato, ha deciso di ricorrere in appello.
-
L'euro ha raggiunto oggi il suo nuovo record storico assoluto di 1,3879 sul dollaro
Usa, superando il primato precedente a 1,3852 sul dollaro risalente allo scorso 24
luglio.
- Tutto quello che può essere fatto per accelerare il processo di avvicinamento
della Serbia all'Unione Europea deve essere fatto, ma l'adesione della Serbia e lo
status del Kosovo devono restare due questioni separate, ''non devono essere oggetto
di scambio'': è la posizione ribadita dall'Ato rappresentante per la politica Estera
e di Sicurezza della UE, Javier Solana, che oggi ha incontrato a Bruxelles il premier
della Serbia, Vojislav Kostunica. Solana ha sottolineato in modo positivo i progressi
fatti con la Serbia per firmare al più presto l'Accordo di Associazione e Stabilizzazione,
mentre sul tema dello status del Kosovo ha insistito sulla necessità di un ''impegno
costruttivo delle due parti''. Da parte sua, il primo ministro serbo Kostunica ha
ditto che la questione del Kosovo può essere sciolta soltanto alle Nazioni Unite e
ha chiesto all’occidente di non incoraggiare le richieste della provincia di diventare
indipendente.
- All'Italia, contro i cambiamenti climatici, serve ''un vero
e proprio pacchetto sulla sicurezza ambientale, fondamentale per il futuro del Paese''.
Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, all'apertura della
conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero dell'Ambiente
e organizzata dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apas). Il ministro ha
sottolineato che la temperatura in Italia è aumentata quattro volte di più che nel
resto del mondo. Da parte sua il presidente della Repubblica Napolitano ha raccomandato
che sul tema dei cambiamenti climatici l’Europa parli ad una sola voce. Il presidente
della Camera Bertinotti ha sottolineato che i cambiamenti climatici risiedono nella
politica di rapina e dominio della natura. Il ministro dello Sviluppo Economico, a
margine della conferenza, ha parlato di crisi energetica, tornando sul rischio black
out per l’inverno sollevato ieri dall’Enel e denunciando il bisogno di infrastrutture.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 255 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.