Ieri, in tutti gli Stati Uniti si sono svolte le cerimonie di commemorazione delle
vittime delle stragi terroriste avvenute l’11 settembre del 2001. A New York nei pressi
di Ground Zero è stata data lettura dei 2.750 morti. Il giorno della memoria è stato
però anche il giorno in cui la Casa Bianca e il Pentagono hanno delineato la strategia
del ritiro dall’Iraq, che, secondo il piano elaborato dal generale Petraeus, prevede
il ritiro di almeno 30 mila uomini a partire dalla prossima estate. Atteso per domani
un discorso alla NazioneDa New York, il servizio di Elena Molinari:
Gli attentati
terroristici dell’11 settembre 2001 sono percepiti dall'81% degli americani come l'evento
più importante della vita. Tuttavia, questa data con il suo carico di sofferenze,
appartiene ormai a tutta l’umanità. Gli attentati di Madrid e Londra, avvenuti successivamente,
come in numerosi Paesi islamici moderati, ricordano che nessuno può considerarsi immune
dagli attacchi terroristici. Siamo dunque destinati a convivere con la paura del terrorismo?
Alessandro Gisotti lo ha chiesto al prof. Antonio Maria Baggio, docente di etica politica
alla Pontificia Università Gregoriana e profondo conoscitore della realtà americana:
Intanto, gli
esperti americani stanno analizzando il nuovo video di Osama Bin Laden diffuso per
l’11 settembre. Dopo questo messaggio del capo di Al Qaeda – il secondo in cinque
giorni – in cui si tessono le lodi di uno degli attentatori delle Torri Gemelle, si
può parlare ormai di una vera e propria strategia mediatica adottata da Al Qaida?
Stefano Leszczynski ne ha parlato con la collega Loretta Napoleoni, autrice di vari
saggi sul terrorismo di ispirazione qaedista: