2007-09-10 15:18:06

Il popolo americano si appresta a commemorare il sesto anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001


Animati dalla voglia di guardare con speranza al futuro, gli americani si apprestano a commemorare domani il sesto anniversario degli attacchi terroristici, che provocarono la morte di quasi 3 mila persone. Cuore delle celebrazioni sarà Ground Zero a New York. Come già negli anni scorsi, nel luogo dove sorgevano le Torri Gemelle, verrà data lettura dei nomi delle vittime dell’attentato più sanguinoso della storia americana. Previsti anche un discorso del sindaco newyorkese, Michael Bloomberg e del suo predecessore, ora candidato alla Casa Bianca, Rudy Giuliani. Per una riflessione su come gli americani vivano questo anniversario, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Fernando Fasce, americanista dell’Università di Genova, appena rientrato in Italia da New York:RealAudioMP3

 
R. - L’atmosfera che ho vissuto a New York in questa ultima settimana è una atmosfera di profonda partecipazione, intensità della memoria e del ricordo, ma al tempo stesso, mi è sembrato di capire, desiderio di andare oltre. Mi è sembrato anche che ci sia una notevole sensibilità rispetto ad usi strumentali del ricordo dell’11 settembre. Usi che sono stati fatti spesso nel corso di questi sei anni.

 
D. – Il video di Bin Laden, con nuove minacce agli Stati Uniti, è stato minimizzato dalla Casa Bianca. Quale invece la reazione dei mass media e dell’opinione pubblica statunitense?

 
R. – Direi che la parte più responsabile dei media ha cercato di contestualizzare ed elaborare questo messaggio. In generale, in termini di opinione pubblica, parlando con colleghi, l’atmosfera non era una atmosfera di reazione emotiva incontrollata e, soprattutto – ripeto - mi è parso di cogliere la tendenza a volersi sottrarre a delle facili strumentalizzazioni.

 
D. – I due principali candidati alle elezioni presidenziali del prossimo anno Hillary Clinton, per il Partito Repubblicano, e Rudy Giuliani, per il Partito Democratico, sono legati a New York: la prima è senatrice di New York e il secondo è stato sindaco di New York proprio negli anni precedenti all’11 settembre. Come si stanno rapportando a questo anniversario Clinton e Giuliani?

 
R. – Naturalmente soprattutto Giuliani ha un significativo patrimonio simbolico da spendere. E’ comprensibile, quindi, che provi a farsi avanti, a ricordare quello che è stato il momento di acme, anche di popolarità in città. Più complicata è l’azione di Hillary Clinton, che a Ground Zero abbiamo visto sottolineare questo problema che è emerso da mesi: le conseguenze e le difficoltà di salute di coloro che hanno lavorato e che stanno lavorando a Ground Zero. Hillary Clinton non può, però, dimenticare l’appoggio che i democratici diedero nel 2002 all’ipotesi massima di intervento in Iraq. Questa è una cosa che ritorna costantemente e quindi deve cercare di neutralizzare quel ricordo e puntare anzitutto sulla sottolineatura degli errori nella cosiddetta guerra al terrorismo e soprattutto nella vicenda irachena. D’altro canto, ci sarà anche l’idea di sottolineare l’importanza di andare avanti, senza abbassare la guardia nei confronti del terrorismo.







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