Il popolo americano si appresta a commemorare il sesto anniversario degli attentati
dell’11 settembre 2001
Animati dalla voglia di guardare con speranza al futuro, gli americani si apprestano
a commemorare domani il sesto anniversario degli attacchi terroristici, che provocarono
la morte di quasi 3 mila persone. Cuore delle celebrazioni sarà Ground Zero a New
York. Come già negli anni scorsi, nel luogo dove sorgevano le Torri Gemelle, verrà
data lettura dei nomi delle vittime dell’attentato più sanguinoso della storia americana.
Previsti anche un discorso del sindaco newyorkese, Michael Bloomberg e del suo predecessore,
ora candidato alla Casa Bianca, Rudy Giuliani. Per una riflessione su come gli americani
vivano questo anniversario, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof.
Fernando Fasce, americanista dell’Università di Genova, appena rientrato in Italia
da New York:
R.
- L’atmosfera che ho vissuto a New York in questa ultima settimana è una atmosfera
di profonda partecipazione, intensità della memoria e del ricordo, ma al tempo stesso,
mi è sembrato di capire, desiderio di andare oltre. Mi è sembrato anche che ci sia
una notevole sensibilità rispetto ad usi strumentali del ricordo dell’11 settembre.
Usi che sono stati fatti spesso nel corso di questi sei anni.
D.
– Il video di Bin Laden, con nuove minacce agli Stati Uniti, è stato minimizzato dalla
Casa Bianca. Quale invece la reazione dei mass media e dell’opinione pubblica statunitense?
R.
– Direi che la parte più responsabile dei media ha cercato di contestualizzare ed
elaborare questo messaggio. In generale, in termini di opinione pubblica, parlando
con colleghi, l’atmosfera non era una atmosfera di reazione emotiva incontrollata
e, soprattutto – ripeto - mi è parso di cogliere la tendenza a volersi sottrarre a
delle facili strumentalizzazioni.
D. – I due principali
candidati alle elezioni presidenziali del prossimo anno Hillary Clinton, per il Partito
Repubblicano, e Rudy Giuliani, per il Partito Democratico, sono legati a New York:
la prima è senatrice di New York e il secondo è stato sindaco di New York proprio
negli anni precedenti all’11 settembre. Come si stanno rapportando a questo anniversario
Clinton e Giuliani?
R. – Naturalmente soprattutto
Giuliani ha un significativo patrimonio simbolico da spendere. E’ comprensibile, quindi,
che provi a farsi avanti, a ricordare quello che è stato il momento di acme, anche
di popolarità in città. Più complicata è l’azione di Hillary Clinton, che a Ground
Zero abbiamo visto sottolineare questo problema che è emerso da mesi: le conseguenze
e le difficoltà di salute di coloro che hanno lavorato e che stanno lavorando a Ground
Zero. Hillary Clinton non può, però, dimenticare l’appoggio che i democratici diedero
nel 2002 all’ipotesi massima di intervento in Iraq. Questa è una cosa che ritorna
costantemente e quindi deve cercare di neutralizzare quel ricordo e puntare anzitutto
sulla sottolineatura degli errori nella cosiddetta guerra al terrorismo e soprattutto
nella vicenda irachena. D’altro canto, ci sarà anche l’idea di sottolineare l’importanza
di andare avanti, senza abbassare la guardia nei confronti del terrorismo.