2007-09-10 12:41:00

Il commento di padre Lombardi al settimo viaggio internazionale del Papa


Ieri, dunque, la visita del Papa in Austria si è conclusa con due incontri significativi e in un certo senso complementari: quello con il mondo del volontariato e quello con la spiritualità benedettina all'Abbazia di Heilingenkreutz. Ascoltiamo in proposito il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi, che ha seguito da vicino il settimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. L'intervista è di Sergio Centofanti:RealAudioMP3


R. – Sì, la tappa di Heiligenkreuz è stata di nuovo un momento di magistero spirituale molto profondo. Il Papa ha parlato soprattutto della preghiera, delle persone consacrate, dell’ufficio divino e anche della teologia unita alla spiritualità. L’incontro con il volontariato è stato pure molto importante, perchè è stato l’allargamento del messaggio cristiano all’impegno nella società, il terreno comune dell’impegno gratuito per gli altri, in una società così dominata anche dagli interessi e dalla ricerca del proprio particolare interesse: un tema veramente fondamentale, in cui più profondamente nel quotidiano i cristiani si incontrano con tutte le persone di buona volontà.

 
D. – Un bilancio complessivo di questo viaggio...

 
R. – Per me il bilancio devono farlo soprattutto, evidentemente, il Papa e i vescovi austriaci. E sappiamo che questo è un bilancio positivo. Sia il Papa, sia il cardinale Schoenborn, con cui parlavo ieri pomeriggio, erano molto contenti di questo viaggio. Era quello che si potevano attendere come risultato e come risposta dalla gente, anche in un contesto di condizioni atmosferiche così avverse, come abbiamo avuto nei giorni scorsi. Io penso che la Chiesa austriaca, che ama il Santo Padre sia stata decisamente contenta. Ha dimostrato la partecipazione fedele e impegnata soprattutto nel giorno di Mariazell, ma anche ieri mattina nella piazza di Santo Stefano. Quindi, credo che anche il risultato di poter dare un messaggio di incoraggiamento, di vicinanza da parte del Papa alla Chiesa austriaca, sia stato importante. Spero che anche le parole che sono state dette per la società austriaca più ampiamente, sia tramite il discorso a Hofburg che allargava anche all’orizzonte europeo, sia in particolare tramite l’incontro con il volontariato di domenica sera, abbiano dato i loro frutti. I discorsi del Santo Padre sono stati, come sempre – ma a me hanno colpito in modo particolare – di grande profondità e intensità e anche di grande ricchezza spirituale. Quindi, sono qualcosa su cui noi possiamo anche tornare e meditare, soprattutto pensando alle tematiche trattate nel pellegrinaggio, con la presentazione di questa spiritualità cristiana, che guarda a Cristo e che trova qui il fondamento della propria fede, e di qui anche l’entusiasmo e la gioia del proprio operare quotidiano nella carità, sono temi che, secondo me, dureranno molto a lungo.

 
D. – Quali parole, immagini, restano impresse in modo particolare nella mente e nel cuore?

 
R. – Io credo che le immagini della Messa a Mariazell sotto la pioggia siano state il cuore simbolico di questo viaggio, perché si è visto il popolo cristiano che è venuto in pellegrinaggio, ha peregrinato con il Santo Padre, nonostante le difficoltà, è stato fedele, è stato impegnato, ha resistito alle difficoltà e ha vissuto con entusiasmo questo momento di incontro con il Papa. Quindi, direi che la Messa a Mariazell sia indubbiamente ciò che rimarrà più a lungo di questo pellegrinaggio, anche se ci sono cose molto belle, momenti di grande entusiasmo e di grande bellezza, come la liturgia nello Stephansdom oppure i momenti di gioia nell’incontro con il volontariato.

 
D. – Il Papa tedesco in terra austriaca. Com’è stata l’accoglienza e cosa è sbocciato da questo incontro?

 
R. – Il Papa ha detto più volte – e si vedeva - che in Austria si sente a casa, perché è originario di una terra così vicina, confinante e strettamente unita da un punto di vista culturale e storico all’Austria, com’è la Baviera. Io sono stato personalmente molto colpito, potendo comprendere abbastanza bene la lingua tedesca, della pronuncia delle omelie, dei discorsi. Il Papa parlava la sua lingua, la parlava con grande partecipazione e con grande finezza. A mio avviso, l’omelia a Mariazell, per quanto il discorso sia stato tenuto nelle condizioni più difficili da un punto di vista fisico, è stato uno dei discorsi che io ho sentito, almeno personalmente, come detti con più partecipazione e finezza spirituale dal Papa stesso. Quindi, per noi è stato un punto veramente alto. Il Papa nella sua lingua ha tracciato questa sintesi tra teologia e spiritualità, tra fede ed esperienza spirituale del guardare a Cristo, con una intensità che, secondo me, rimarrà un documento di particolare preziosità per noi.







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