La Messa domenicale è una necessità interiore: senza Cristo il tempo è vuoto. E' quanto
ha detto il Papa alla Messa nel Duomo di Santo Stefano a Vienna
“Dà all’anima la sua Domenica, dà alla Domenica la sua anima”. E’ uno slogan del suo
antico predecessore a capo della diocesi di Monaco e Frisinga, il cardinale Faulhaber,
a sintetizzare al meglio la riflessione che Benedetto XVI ha sviluppato questa mattina
sul valore del riposo settimanale, nel giorno in cui i cristiani celebrano la Risurrezione
di Cristo. Il Papa ha presieduto la Messa solenne nel Duomo viennese di Santo Stefano,
la più bella chiesa gotica dell’Austria. Circa 15 mila i viennesi che hanno voluto
salutare il Pontefice in quest’ultimo appuntamento liturgico del suo viaggio apostolico,
prima della partenza dall’Austria che avverrà questa sera. Al termine della Messa,
Benedetto XVI ha poi recitato la preghiera dell’Angelus. Riviviamo allora i momenti
salienti della mattinata, nel servizio del nostro inviato a Vienna, Alessandro
De Carolis:
(canto)
Gran
parte dell’Occidente ha smarrito il concetto cristiano della Domenica, che per secoli
ne aveva orientato le abitudini. Dire Domenica equivale a dire oggi “tempo libero”,
ma se esso è senza dubbio “una cosa bella e necessaria”, ha riconosciuto il Papa,
estirparne in qualche modo il “centro interiore” significa ridurre il tempo libero
a “tempo vuoto”. Viceversa, vivere con spirito cristiano la Domenica vuol dire partecipare
“al riposo di Dio”. E’ stato questo il messaggio spirituale che Benedetto XVI ha lasciato
ai viennesi e all’Austria, nell’omelia della Messa di questa mattina, iniziata verso
le dieci ma preceduta da un festoso saluto fatto da un numeroso gruppo di bambini
al Pontefice, nel cortile del palazzo arcivescovile di Vienna.
(campane
- folla)
A centinaia i viennesi si sono radunati
nel bellissimo “Stephansdom” e, a migliaia, nelle immediate vicinanze, all’esterno
della cattedrale hanno potuto seguire lo svolgimento della celebrazione sui maxischermi,
nonostante gli immancabili scrosci di pioggia che hanno finora contrassegnato i giorni
della visita apostolica.
(musica)
La
liturgia è stata accompagnata dalle arie della “Missa Cellensis”, la “Messa di Mariazell”,
eseguita dal coro e dai musicisti del Duomo e composta da Joseph Haydn nel 1782, un
paio di anni prima che Mozart venisse ad abitare a Vienna, proprio a pochi passi dal
Duomo. In questa atmosfera suggestiva e solenne, Benedetto XVI ha ripetuto la frase
passata alla storia dei martiri di Abitene - “Senza la domenica non possiamo vivere”
- che aveva già orientato una sua precedente omelia al Congresso eucaristico di Bari,
nel maggio del 2005, un mese dopo la sua elezione:
“Der
Sonntag hat sich in unseren westlichen Gesellschaften gewandelt ... La
Domenica, nelle nostre società occidentali, si è mutata in un fine-settimana, in tempo
libero. Il tempo libero, specialmente nella fretta del mondo moderno, è certamente
una cosa bella e necessaria. Ma se il tempo libero non ha un centro interiore, da
cui proviene un orientamento per l’insieme, esso finisce per essere tempo vuoto che
non ci rinforza e ricrea. Il tempo libero necessita di un centro – l’incontro con
Colui che è la nostra origine e la nostra meta”.
Il
pensiero del Papa sul valore del riposo domenicale è stato particolarmente importante
in un Paese come l’Austria nel quale da tempo - come ha sottolineato nel suo indirizzo
di saluto iniziale il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn - è nato
un “ampio movimento” in “difesa della domenica dalle tendenze di svuotamento di significato
di questo giorno”. Parlando del “bisogno” che sin dalla prima era della Chiesa i cristiani
hanno manifestato di stare a contatto con il Cristo Risorto “in un giorno preciso”
e comunitariamente, Benedetto XVI ha affermato che tale desiderio, espresso dalla
celebrazione eucaristica domenicale, non era percepito “come un precetto”, un obbligo,
“ma una necessità interiore”. Dunque, si è chiesto il Papa:
“Geht
diese Haltung der Christen von damals auch uns Christen von heute an? ... Ha
rilevanza questo atteggiamento dei cristiani di allora anche per noi cristiani di
oggi? Sì, vale anche per noi, che abbiamo bisogno di una relazione che ci sorregga
e dia orientamento e contenuto alla nostra vita. Anche noi abbiamo bisogno del contatto
con il Risorto, che ci sorregge fin oltre la morte. Abbiamo bisogno di questo incontro
che ci riunisce, che ci dona uno spazio di libertà, che ci fa guardare oltre l’attivismo
della vita quotidiana verso l’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso
il quale siamo in cammino”.
Inoltre, ha concluso
Benetto XVI, “proprio perché nella Domenica si tratta in profondità dell’incontro,
nella Parola e nel Sacramento, con il Cristo risorto, il raggio di tale giorno abbraccia
la realtà intera. I primi cristiani - ha ricordato - hanno celebrato il primo giorno
della settimana come Giorno del Signore, perché era il giorno della risurrezione.
Ma molto presto la Chiesa ha preso coscienza anche del fatto che il primo giorno della
settimana è il giorno del mattino della creazione”:
“Deshalb
ist der Sonntag auch das wöchentliche Schöpfungsfest ... Per questo
la Domenica è nella Chiesa anche la festa settimanale della creazione – la festa della
gratitudine e della gioia per la creazione di Dio. In un’epoca, in cui, a causa dei
nostri interventi umani, la creazione sembra esposta a molteplici pericoli, dovremmo
accogliere coscientemente proprio anche questa dimensione della Domenica”. Acclamazioni
e sventolio di fazzoletti gialli hanno accolto il Papa, quando si è spostato nel palco
allestito di fianco al Duomo di Santo Stefano per la recita dell’Angelus. Nel breve
pensiero prima della preghiera mariana, Benedetto XVI ha nuovamente esortato, fra
l’altro, gli austriaci a portare “la Domenica col suo dono immenso nel mondo”. Quindi,
ha terminato leggendo la preghiera di affidamento dell’Austria alla Vergine che, a
causa di un inconveniente tecnico, non aveva potuto recitare davanti alla colonna
della “Mariensäule”, la mattina del suo arrivo. (Da Vienna, Alessandro De Carolis,
Radio Vaticana)
Per un commento sulla mattinata del
Papa a Vienna ascoltiamo il commento del nostro direttore generale padre Federico
Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:
R. –
Direi che è una giornata molto bella. E’ partita di nuovo con la pioggia e adesso
la mattinata si sta concludendo con il sole e questo, naturalmente, dà un senso di
festa come è bene per la domenica. C’è stata una grande presenza, sia naturalmente
nella cattedrale, ma anche attorno, nelle strade e nella piazza. Vienna, quindi, proprio
nel suo cuore, nel suo cuore storico partecipa a questo viaggio del Papa in un modo
festoso. Mi sembra che sia un ottimo inizio per questo giorno conclusivo del viaggio.
D.
– Ecco: il Papa ha sottolineato che la Messa domenicale più che un precetto è una
necessità interiore ...
R. – Sì, il tema, direi,
è proprio quello della domenica come giorno del Signore che ha tanti significati:
è il primo giorno della Creazione, è la festa della Creazione, è il giorno della Risurrezione
del Signore, è il giorno del riposo – riprendendo anche la tradizione ed i temi del
sabato ebraico ... quindi, sono molti i significati. E il Papa ha voluto insistere,
anche appoggiando il movimento che è forte in Austria e in Germania per sostenere
l’importanza della domenica nella vita della società. Naturalmente, a partire dall’esperienza
dei cristiani che hanno tutti questi significati così profondi nella tradizione della
loro fede, ma è un dono anche per la società, per l’uomo nella sua completezza, che
deve sapere trovare i tempi che diventano riferimenti, in modo tale che il tempo libero
non sia vuoto e anche il tempo di lavoro abbia il suo riferimento, il suo tempo in
cui si ritrovano i significati importanti della vita, della gioia dello stare insieme
... Ecco: la domenica è un punto importante per la società di oggi e di domani, oltre
che per la Chiesa. Ma vorrei insistere sul fatto che c’è anche l’aspetto non solo
del culto, che è stato celebrato in un modo eccezionalmente solenne nella liturgia
di questa mattina nel duomo di Santo Stefano, anche con una musica straordinaria,
coerente con tutto l’ambiente in cui si svolgeva una celebrazione così solenne, ma
la domenica è anche il giorno della carità attiva. Penso che l’incontro di oggi del
Papa con il mondo del volontariato, non solo cattolico ma anche laico, il grande impegno
del volontariato che c’è in Austria voglia significare questo: il giorno del Signore
è il giorno in cui si loda il Signore, lo si celebra, in cui si riposa e si ritrova
il senso della propria vita, ma è anche il giorno in cui poi questo senso ritrovato
si esprime nell’amore attivo verso gli altri.