2007-09-09 11:57:04

I funerali di Luciano Pavarotti. Il Papa: "ha onorato il dono divino della musica"


Ultimo saluto ieri a Luciano Pavarotti. Nel Duomo di Modena si sono svolti i funerali del grande tenore alla presenza di cinquantamila persone, molte fuori dalla chiesa hanno seguito la cerimonia attraverso maxischermi. Nella cattedrale, oltre alla moglie Nicoletta, alle figlie e agli altri familiari, il presidente del consiglio Prodi, il vicepremier Rutelli, l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan e molti artisti, tra loro gli amici di sempre di big Luciano: Zucchero, Bono degli U2, il regista Franco Zeffirelli, Carla Fracci, il soprano Mirella Freni. Durante la celebrazione è stato letto il messaggio di cordoglio del Papa. Servizio di Francesca Sabatinelli.RealAudioMP3


L’“Ave Maria” dall’Otello di Verdi eseguita da Raina Kabaivanska ha abbracciato i familiari di Luciano Pavarotti, raccolti attorno alla bara di acero chiaro, con gli amici dell’artista e le tante persone presenti nel Duomo di Modena e nelle strade e piazze della città. A celebrare le esequie, l’arcivescovo di Modena, mons. Benito Cocchi che ha letto il messaggio di cordoglio del Papa a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. “Un grande artista – le parole di Benedetto XVI – che con il suo straordinario talento interpretativo ha onorato il dono divino della musica”. La morte di Pavarotti ci fa sentire più poveri in umanità, ha detto mons. Cocchi nella sua omelia, sottolineando la tenacia artistica, la profonda solidarietà, il senso di amicizia e l’attenzione verso i giovani del grande tenore:

 
“Il Maestro era e resterà per sempre una bandiera per la nostra città. Modena ha la possibilità – e speriamo, la costanza – perché questi giorni così intensi entrino in modo costruttivo nella sua storia, che non può più prescindere dalla figura e dall’opera di Pavarotti, dall’impulso che ha dato alla cultura, dall’apertura al mondo intero che ha portato nella sua città!”.

 
Le parole non servono, ha detto il premier Prodi, a parlare sono emozione e dolore: Pavarotti è stato altissimo e appassionato ambasciatore dell’Italia:

 
“E’ per me un onore rendere omaggio al suo genio e alla sua generosità, a nome di tutta l’Italia. Egli non è stato solo un grande artista, ma è stato anche sempre messaggero di pace e di fratellanza. Egli ha fatto della musica uno strumento per la vita e contro la guerra”.

 
La Corale Rossini, il flauto di Andrea Grimelli, la voce di Andrea Bocelli, che ha intonato “Ave Verum Corpus” di Mozart, sono stati la colonna sonora della celebrazione che in conclusione ha offerto la registrazione di “Panis Angelicus” di Frank eseguita dallo stesso Pavarotti e dal padre Fernando. All’uscita del feretro dal Duomo, dopo l’addio con “Vincerò”, a rendere omaggio al maestro è stata la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori.







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