I funerali di Luciano Pavarotti. Il Papa: "ha onorato il dono divino della musica"
Ultimo saluto ieri a Luciano Pavarotti. Nel Duomo di Modena si sono svolti i funerali
del grande tenore alla presenza di cinquantamila persone, molte fuori dalla chiesa
hanno seguito la cerimonia attraverso maxischermi. Nella cattedrale, oltre alla moglie
Nicoletta, alle figlie e agli altri familiari, il presidente del consiglio Prodi,
il vicepremier Rutelli, l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan e molti artisti,
tra loro gli amici di sempre di big Luciano: Zucchero, Bono degli U2, il regista Franco
Zeffirelli, Carla Fracci, il soprano Mirella Freni. Durante la celebrazione è stato
letto il messaggio di cordoglio del Papa. Servizio di Francesca Sabatinelli.
L’“Ave
Maria” dall’Otello di Verdi eseguita da Raina Kabaivanska ha abbracciato i familiari
di Luciano Pavarotti, raccolti attorno alla bara di acero chiaro, con gli amici dell’artista
e le tante persone presenti nel Duomo di Modena e nelle strade e piazze della città.
A celebrare le esequie, l’arcivescovo di Modena, mons. BenitoCocchi che ha letto il messaggio di cordoglio del Papa a
firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. “Un grande artista – le
parole di Benedetto XVI – che con il suo straordinario talento interpretativo ha onorato
il dono divino della musica”. La morte di Pavarotti ci fa sentire più poveri in umanità,
ha detto mons. Cocchi nella sua omelia, sottolineando la tenacia artistica, la profonda
solidarietà, il senso di amicizia e l’attenzione verso i giovani del grande tenore:
“Il Maestro era e resterà per sempre una bandiera
per la nostra città. Modena ha la possibilità – e speriamo, la costanza – perché questi
giorni così intensi entrino in modo costruttivo nella sua storia, che non può più
prescindere dalla figura e dall’opera di Pavarotti, dall’impulso che ha dato alla
cultura, dall’apertura al mondo intero che ha portato nella sua città!”.
Le
parole non servono, ha detto il premier Prodi, a parlare sono
emozione e dolore: Pavarotti è stato altissimo e appassionato ambasciatore dell’Italia:
“E’
per me un onore rendere omaggio al suo genio e alla sua generosità, a nome di tutta
l’Italia. Egli non è stato solo un grande artista, ma è stato anche sempre messaggero
di pace e di fratellanza. Egli ha fatto della musica uno strumento per la vita e contro
la guerra”.
La Corale Rossini, il flauto di Andrea
Grimelli, la voce di Andrea Bocelli, che ha intonato “Ave Verum Corpus” di Mozart,
sono stati la colonna sonora della celebrazione che in conclusione ha offerto la registrazione
di “Panis Angelicus” di Frank eseguita dallo stesso Pavarotti e dal padre Fernando.
All’uscita del feretro dal Duomo, dopo l’addio con “Vincerò”, a rendere omaggio al
maestro è stata la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori.