Con la presentazione del Messaggio finale si è conclusa l'Assemblea ecumenica di Sibiu
Con la presentazione del messaggio finale si è conclusa ieri a Sibiu, in Romania,
la Terza Assemblea ecumenica europea a cui hanno partecipato oltre duemila delegati
cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Nel
testo si afferma che noi cristiani saremo credibili nella “nostra testimonianza di
speranza e unità per l’Europa e per il mondo … solo se continueremo il nostro pellegrinaggio
verso l’unità visibile”. Dunque “al dialogo non c’è alternativa” e nonostante “la
dolorosa ferita” della divisione i discepoli di Cristo sono chiamati a cercare un
ampio consenso sui valori morali che discendono dal Vangelo e un credibile stile di
vita cristiano che testimoni con gioia la luce di Cristo” ad una società secolarizzata.
Il Messaggio esplicita dieci raccomandazioni: in primo luogo la necessità di “annunciare
Cristo come la Luce e il Salvatore del mondo”, quindi di proseguire il dialogo teologico
e di aumentare le occasioni di preghiera in comune e di formazione ecumenica a tutti
i livelli. Si ribadisce l’impegno comune dei cristiani per la pace, la giustizia,
la lotta alla povertà, la salvaguardia del creato, il rispetto delle minoranze. Il
Messaggio esprime preoccupazione “per il nuovo riarmo. Violenza e terrorismo nel nome
della religione - si legge - sono una negazione della religione”. Significativa poi
l’affermazione che “ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, merita
lo stesso grado di rispetto e di amore, a prescindere dalle differenze di credo, cultura,
età, genere o origine etnica, dal concepimento fino alla morte naturale”. Ma per un
bilancio dell'Assemblea di Sibiu ascoltiamo mons. Vincenzo Paglia,
vescovo di Terni e presidente della Commissione CEI per l'ecumenismo e il dialogo:
R. – Direi che il bilancio è assolutamente positivo, perché c’è stata
una consonanza piuttosto ampia su tutti i temi che abbiamo trattato. Ovviamente, non
sono state coperte le differenze, o ignorate. La peculiarità di questa assemblea,
che non è un’assemblea che ha compiti di natura teologica o di natura giuridica, ma
il compito di creare un clima nuovo tra i cristiani, ecco credo che questo compito
sia totalmente riuscito. Ieri pomeriggio, e stamane, anche, alla conclusione, c’era
come un entusiasmo da parte di tutti i delegati per l’aver sperimentato che i cristiani
possono stare insieme anche se sono ancora divisi in tante cose, e possono anche fare
molte cose assieme! Ecco, questo mi pare il messaggio fondamentale che è avvenuto
qui a Sibiu.
D. – Quali novità sono emerse rispetto
a Graz e Basilea? Quali i contenuti di Sibiu?
R.
– Direi che rispetto alle due precedenti edizioni, i contenuti di Sibiu sono anzitutto
di ritornare all’origine, alla fonte della nostra fede che è Gesù, che è la luce che
illumina. E in questo senso, abbiamo compreso che questa fondamentale unità che è
la ricchezza di tutti, dobbiamo riviverla recuperandola in tutta la sua pienezza,
anche perché l’Europa l’ha dimenticata non solo nella sua “Costituzione”: purtroppo,
l’ha dimenticata in tanti comportamenti! Ed ecco allora perché i cristiani – e questo
è stato un po’ il cuore, per certi versi, di questa assemblea – sono chiamati a ridare
un’anima all’Europa.