Penultima giornata di lavori all'Assemblea ecumenica di Sibiu. Intervista con Andrea
Riccardi
Si è aperta con l’invocazione alla Vergine Maria per l’unità dei cristiani la penultima
giornata di lavori della Terza Assemblea ecumenica europea, che vede riuniti da martedì
scorso a Sibiu, nel cuore della Romania, più di duemila delegati ortodossi, cattolici
e protestanti sul tema ‘La luce di Cristo illumina tutti’. Stamani l’apertura della
plenaria è stata preceduta da numerose celebrazioni della Festa della Natività di
Maria, secondo i diversi riti cristiani, nelle varie chiese della città. In primo
piano poi le relazioni dai nove forum che si sono svolti nei giorni precedenti e la
presentazione della bozza del documento finale di Sibiu, che verrà pubblicato questa
sera nella sua versione conclusiva. Ieri mattina era giunto in assemblea una messaggio
augurale di Chiara Lubich: una preghiera affinché lo Spirito Santo infonda speranza
sempre nuova al cammino ecumenico. Al centro dei lavori c’era poi stata la relazione
di AndreaRiccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio sulle responsabilità
dei cristiani in Europa. Eccolo, al microfono di FabioColagrande, riassumere
il significato di questa assemblea ecumenica:
R. – Guardi,
francamente per me, riguardo al sentimento, a Graz c’era più entusiasmo e più ingenuità.
Era caduto il muro da poco ma qui io ho la sensazione che i cristiani abbiano capito
che debbono fare qualcosa insieme in Europa, non l’hanno capito solo gli ortodossi
e i cattolici ma gli evangelici con loro e questo, secondo me, è importante: qui comincia
a maturare un inizio di senso di responsabilità europea.
D. – Eppure, lo ha
detto anche lei, c’è ancora qualcuno che si chiede a cosa serva l’ecumenismo?
R.
– Molti se lo chiedono. Ci sono molte risposte a questa domanda. Innanzitutto l’unità
è un comandamento di Gesù e noi questa unità dobbiamo cercarla. E’ difficile? Allora
perché la gente si odia, noi dobbiamo rinunciare a vivere il comandamento dell’amore?
Noi dobbiamo vivere il comandamento dell’unità, questo è il primo grande motivo, la
preghiera di Gesù: “Che siano una cosa sola”. La seconda questione è che ci sono le
domande del mondo, le domande dell’Europa, le domande della nostra gente che chiedono
di lavorare insieme, di essere amici e di essere fratelli.
D. – Anche dalle
sue parole sembra che ci sia un forte distacco da questo impegno per la pace e la
giustizia dei cristiani in Europa e quello che invece sta accadendo nel mondo politico
in Europa?
R. – Io credo che in Europa c’è una crisi di idee e di visioni e
quindi anche una crisi di classe dirigente politica. Noi cristiani abbiamo delle visioni
e dobbiamo farle crescere e comunicarle con audacia, con coraggio, e con rispetto
ai nostri fratelli europei.
D. – Abbiamo assistito a Sibiu anche ad uno scontro,
amichevole ma scontro di posizioni teologiche, ad esempio tra il cardinale Kasper
e il vescovo Huber sul recente documento della Dottrina della fede. Questi scontri
teologici possono ostacolare il cammino ecumenico?
R. – Non bisogna avere paura
delle discussioni teologiche, amicizia non è negare le differenze e non è evitare
di discutere, io non ci credo che questo può turbare.
Prima di presentare e
discutere il testo finale della Terza Assemblea ecumenica europea di Sibiu, i delegati
si sono concessi ieri sera una serata culturale organizzata da alcune associazioni
e movimenti ecclesiali dal titolo «Lungo il sentiero della luce ». Attraverso il racconto
di fatti vissuti e con diverse espressioni artistiche si è inteso dare testimonianza
dell’aspirazione e dei passi fin qui compiuti verso una comunione più piena tra tutti
i cristiani. Il servizio di uno dei nostri inviati, Mario Galgano:
La
preghiera comune è essenziale per alimentare il movimento ecumenico. Questa idea sottolineata
in molti discorsi della Terza Assemblea ecumenica europea di Sibiu, è ampiamente supportata
dall’accoglienza che le comunità cristiane locali hanno offerto ai delegati. I Focolari
della Romania, insieme a Neocatecumenali, Comunità di Sant’Egidio e Comunione e Liberazione
hanno promosso ieri sera uno spettacolo di arte, danza e musica per rendere omaggio
alla vita. E’ stato finora l’unico evento durante l’Assemblea nel quale il “Popolo
di Sibiu”, rappresentato dai movimenti è stato al centro dell’intero incontro ecumenico.Lo
scopo è stato quello di esprimere una varietà di spiritualità che arricchiscono la
Chiesa e le diverse comunità cristiane con diversi contributi artistici. E’ stato
soprattutto al termine dello spettacolo che questo concetto è emerso in tutta la sua
interezza attraverso una coreagrafia di giovani provenienti da tutta la Romania, i
quali hanno espresso la luce di Cristo che rende persone autentiche.