Festival del Cinema di Venezia: la Giuria cattolica assegna i Premi Signis
In the Valley of Elah dell’americano Paul Haggis convince la Giuria cattolica
del Premio Signis alla Mostra del Cinema di Venezia. Conferme per le due intense ed
attuali pellicole del franco-tunisino Abdellatif Kechiche, Le Graine et le mulet,
che riceve anche due ulteriori premi di ispirazione cattolica, e dell’inglese Ken
Loach con It’s a free world. Il servizio di Luca Pellegrini:
Hanno
voluto privilegiare quei film che riflettono il difficile presente dell’uomo e della
società i premi che le tre giurie di ispirazione cattolica hanno assegnato a conclusione
della Mostra veneziana. La guerra, innanzitutto, come devastazione fisica e morale
e i problemi dell’immigrazione, dell’integrazione e quelli di una società che pericolosamente
si sfalda perdendo il senso della famiglia e della solidarietà. Valerio
Sammarco, che ha partecipato in qualità di giurato italiano all’assegnazione
del Premio Signis, mette in evidenza le motivazioni che hanno condotto la Giuria a
riconoscere in modo coerente e intelligente le qualità artistiche ed umane delle pellicole
premiate:
R. - Il premio Signis è stato assegnato
a Paul Haggisperché attraverso la vicenda individuale e dolorosa di
un padre alla ricerca del figlio scomparso, tra l’altro appena tornato dall’Iraq,
Paul Haggisriesce a far emergere con forza e incisività la disperazione
sommersa di una nazione che si interroga sul sacrificio dei propri figli in nome di
una guerra tanto strumentale quanto forse tragicamente inutile. Questo, secondo me,
è stato l’aspetto più importante di questa mostra di Venezia, il tema forse più forte
e strettamente attuale per quello che riguarda la cronaca odierna che a poco a poco
si trasforma in storia.
D. – Le menzioni speciali
agli altri due film hanno delle motivazioni nel Premio Signis?
R.
– Quello di Ken Loach perché tornando al suo filone prediletto di denuncia sociale,
il regista britannico getta uno sguardo impietoso sulle condizioni disumane degli
immigrati clandestini in Gran Bretagna e sugli abusi nel mondo del lavoro. Ken Loach
si sofferma sul degrado e sulla disperazione delle classi più povere in nome del profitto.
Per quanto riguarda invece il film di Kechiche, la giuria Signis ritiene di premiarlo
con una menzione speciale perché attraverso il ritratto della quotidianità di una
famiglia magrebina nella Francia del Sud, il regista franco-tunisino si sofferma sugli
aspetti di una realtà multiculturale alle prese con le difficili condizioni di lavoro
sociali ed affettive e grazie alla centralità di un personaggio come Limane, emerge
con forza l’attenzione per valori importanti quali il sacrificio per garantire un
avvenire ai propri cari.
Le due giurie, infine, che
assegnano il Premio La Navicella-Venezia Cinema dell’Ente dello Spettacolo e quello
dedicato al padre gesuita Nazzareno Taddei, rispettivamente presiedute da Mons. Dario
Viganò e dal critico cinematografico Morando Morandini, hanno confermato entrambe
il valore del film di Kechiche per il calore umano e la profondità dei sentimenti
con i quali è suggestivamente raccontata una storia di arabi francesi. Un verdetto
che porta questo film ad essere valutato come una delle pellicole più belle ed intense
degli ultimi anni.