2007-09-08 15:52:15

Festival del Cinema di Venezia: la Giuria cattolica assegna i Premi Signis


In the Valley of Elah dell’americano Paul Haggis convince la Giuria cattolica del Premio Signis alla Mostra del Cinema di Venezia. Conferme per le due intense ed attuali pellicole del franco-tunisino Abdellatif Kechiche, Le Graine et le mulet, che riceve anche due ulteriori premi di ispirazione cattolica, e dell’inglese Ken Loach con It’s a free world. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3


Hanno voluto privilegiare quei film che riflettono il difficile presente dell’uomo e della società i premi che le tre giurie di ispirazione cattolica hanno assegnato a conclusione della Mostra veneziana. La guerra, innanzitutto, come devastazione fisica e morale e i problemi dell’immigrazione, dell’integrazione e quelli di una società che pericolosamente si sfalda perdendo il senso della famiglia e della solidarietà. Valerio Sammarco, che ha partecipato in qualità di giurato italiano all’assegnazione del Premio Signis, mette in evidenza le motivazioni che hanno condotto la Giuria a riconoscere in modo coerente e intelligente le qualità artistiche ed umane delle pellicole premiate:

 
R. - Il premio Signis è stato assegnato a Paul Haggis perché attraverso la vicenda individuale e dolorosa di un padre alla ricerca del figlio scomparso, tra l’altro appena tornato dall’Iraq, Paul Haggis riesce a far emergere con forza e incisività la disperazione sommersa di una nazione che si interroga sul sacrificio dei propri figli in nome di una guerra tanto strumentale quanto forse tragicamente inutile. Questo, secondo me, è stato l’aspetto più importante di questa mostra di Venezia, il tema forse più forte e strettamente attuale per quello che riguarda la cronaca odierna che a poco a poco si trasforma in storia.

 
D. – Le menzioni speciali agli altri due film hanno delle motivazioni nel Premio Signis?

 
R. – Quello di Ken Loach perché tornando al suo filone prediletto di denuncia sociale, il regista britannico getta uno sguardo impietoso sulle condizioni disumane degli immigrati clandestini in Gran Bretagna e sugli abusi nel mondo del lavoro. Ken Loach si sofferma sul degrado e sulla disperazione delle classi più povere in nome del profitto. Per quanto riguarda invece il film di Kechiche, la giuria Signis ritiene di premiarlo con una menzione speciale perché attraverso il ritratto della quotidianità di una famiglia magrebina nella Francia del Sud, il regista franco-tunisino si sofferma sugli aspetti di una realtà multiculturale alle prese con le difficili condizioni di lavoro sociali ed affettive e grazie alla centralità di un personaggio come Limane, emerge con forza l’attenzione per valori importanti quali il sacrificio per garantire un avvenire ai propri cari.

 
Le due giurie, infine, che assegnano il Premio La Navicella-Venezia Cinema dell’Ente dello Spettacolo e quello dedicato al padre gesuita Nazzareno Taddei, rispettivamente presiedute da Mons. Dario Viganò e dal critico cinematografico Morando Morandini, hanno confermato entrambe il valore del film di Kechiche per il calore umano e la profondità dei sentimenti con i quali è suggestivamente raccontata una storia di arabi francesi. Un verdetto che porta questo film ad essere valutato come una delle pellicole più belle ed intense degli ultimi anni.







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