Inizia domani la visita pastorale del Papa in Austria, in occasione dell'850° di fondazione
del Santuario di Mariazell
L’Austria si prepara a “guardare a Cristo”, incoraggiata dal motto del settimo viaggio
apostolico internazionale di Benedetto XVI, che alle 9.30 di domani decollerà dall’aeroporto
di Ciampino alla volta di Vienna. Molti gli appuntamenti condensati nei tre giorni
della visita, che si concluderà domenica sera: il più importante sarà il pellegrinaggio
che il Papa compirà a Mariazell, uno dei più antichi Santuari al mondo, che attende
Benedetto XVI per celebrare i suoi 850 anni di vita. Il servizio dal nostro inviato
a Vienna, Alessandro De Carolis:
Al Santuario
di Mariazell “il Papa è di casa come in nessun altro Santuario”. A sostenerlo da tempo
è il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, che stamattina, durante
una conferenza stampa, ha detto di sperare in un “effetto di lunga durata” della visita.
Ma lo ha confermato anche Benedetto XVI quando, pochi giorni fa, confidava in una
lettera ai giornali diocesani austriaci che quel Santuario arroccato a 870 metri su
una delle splendide colline della Stiria - “cuore” spirituale ma anche geografico
dell’Austria - è da lui particolarmente amato perché lo riporta indietro di settant’anni,
a quelle passeggiate con le quali, da bambino, “sconfinava” con i suoi genitori dalla
Baviera in Austria, attraverso il ponte sulla Salzach. A meno di 24 ore dall’arrivo,
sotto un cielo scuro e la pioggia a tratti battente che sta flagellando da due giorni
buona parte del Paese e che toglie forza alle tinte rosse e bianche del Santuario
e al verde brillante della natura circostante, Mariazell dà gli ultimi ritocchi al
luogo dove quel bambino tedesco oggi ritorna nelle vesti di Pontefice per celebrarne
gli 850 anni di fondazione, e dove tre anni fa aveva già sostato in quelle di cardinale:
una gradinata da alcune centinaia di posti è stata allestita all’aperto, di fronte
all’ingresso del Santuario, ma altre decine di migliaia di persone - forse 50-60 mila
- potranno trovare posto in un luogo che, per la sua conformazione, non consente raduni
di folle più consistenti.
A Vienna, l’imminente
arrivo del Papa lo si coglie in particolare, specie del centro, dai manifesti con
l’effigie di Benedetto XVI qua e là sulle strade, alcuni dei quali promettono uno
dei “miracoli” della comunicazione moderna: “Papst on handy”, il Papa sul telefonino.
Quella tradizionale invece, la stampa, presenta l’evento con registri diversi. Su
tutti, il Kronen Zeitung, il quotidiano più letto e più popolare d’Austria, ha un
richiamo in prima pagina e 4 interne dedicate al viaggio, con un articolo generico,
all’interno dello speciale, che offre alcune istantanee emblematiche dell’attuale
Pontificato, dall’Enciclica Deus caritas est, al libro del Papa su Gesù, dal Motu
Proprio sulla Messa in latino al discorso di Ratisbona.
La
tappa mariana del pellegrinaggio a Mariazell, che occuperà tutta la giornata dell’8
settembre, fa da spartiacque alle altre due del viaggio apostolico. La prima, domani,
vedrà Benedetto XVI intrattenersi con le autorità austriache, dal presidente, Heinz
Fischer, ai diplomatici accreditati non solo presso la Repubblica, ma anche presso
le agenzie internazionali che hanno sede a Vienna, come l'OSCE, l’Organizzazione per
la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, o l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia
atomica. Importante, poco dopo il suo arrivo a Vienna, la sosta che il Papa compirà
davanti al memoriale della Shoah situato nella Judenplatz, che ricorda i 65 mila ebrei
austriaci uccisi dai nazisti. L’ultima giornata della visita papale sarà dedicata
a Vienna e ai viennesi, ma anche ai tanti fedeli che confluiranno sulla città che
fu degli Asburgo da tutta l’area mitteleuropea. La mattina del 9, Benedetto XVI presiederà
la Messa nello “Stephansdom”, il celebre Duomo di Santo Stefano, mentre nel pomeriggio,
nell’altrettanto famosa “Konzerthaus”, la Casa dei Concerti”, il Papa saluterà i viennesi,
specialmente quelli impegnati nel mondo del volontariato. Ma prima, il saluto di congedo
di Benedetto XVI avrà raggiunto un altro dei poli spirituali dell’Austria e del centro
Europa: l’Abbazia di Heiligenkreuz, magnifico tempio romano-gotico del 1200, che con
le sue navate altissime di nuda roccia testimonia che il cristianesimo in Austria
e nel Vecchio continente ha radici più antiche e salde anche dei più seducenti relativismi
dei nostri tempi. (Da Vienna, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana)