“Un fatto mostruoso”: così mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia
Accademia per la Vita sulla comunicazione dell’Autorità britannica per la fertilizzazione
e l'embriologia di consentire in via di principio la creazione di embrioni uomo-animale
a scopo di ricerca. “E’ necessario che la comunità scientifica si mobiliti quanto
prima”, ha ribadito mons. Sgreccia, mentre è stato reso noto che le modalità sul se
e come applicare le tecniche di ibridazione nei laboratori potrebbero essere decise
il prossimo novembre. Ascoltiamo lo stesso mons. Sgreccia al microfono di Massimiliano
Menichetti:
R.
– Questo fatto è mostruoso. Finora, in tutti i codici internazionali era l’unica tra
le fecondazioni artificiali esclusa, per l’offesa alla dignità umana, per il rischio
di produrre dei mostri e quindi per un fattore morale altamente significativo. Riteniamo
che anche questo nuovo governo inglese abbia ceduto ad una richiesta di un gruppo
di scienziati, pare contro la maggioranza del parere dei cittadini e in ogni caso
certamente contro la morale, non soltanto la morale cattolica o dei gruppi religiosi,
dei gruppi pro-life, ma contro la morale razionale, che finora risultava ben chiara
in tutte le carte internazionali.
D. – Manipolazioni,
ibridazione, clonazione: altra frontiera infranta nel Regno Unito. Diversi scienziati
affermano che queste sperimentazioni serviranno a sconfiggere mali oggi incurabili.
Come rispondere?
R. – Questo è sempre il pretesto,
la scusa per cui finora hanno giustificato la clonazione, l’uso delle cellule staminali,
embrionali e quant’altro. Però, oltre al fatto che di risultati non se ne sono visti,
si ritiene che in ogni caso l’esperimento quando è inumano, quando è illecito per
una ripugnanza razionale, non possa essere fatto neanche per la speranza fantastica
di ricavarne successi. I successi, se ci sono, devono venire con mezzi umani. Il bene
deve essere fatto con mezzi buoni, altrimenti applichiamo il machiavellismo più spietato
alla scienza e alla sperimentazione scientifica.
D.
– La scienza quindi deve avere dei limiti quando è in gioco la dignità umana …
R.
– E’ ovvio, dovrebbe essere elementare. Dovrebbe ripugnare anzitutto lo scienziato,
perché squalifica la sua stessa professione, il suo stesso lavoro. Non contro l’uomo
si fa la scienza. La sperimentazione sull’uomo vivente con la sua soppressione finora
era stata solo dei campi di concentramento e per questo fu dal mondo unanimemente
condannata. Questa sperimentazione è stata sempre proibita dal Codice di Norimberga,
dai Codici di Helsinki e così via. Ora, perchè questo nelle fasi primitive avviene
nei laboratori targati scientificamente, non significa che diventi lecito.
“L’ibridazione
uomo animale dal punto di vista scientifico non serve a nulla”. E' la reazione del
genetista Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto di ricerca sulle cellule
staminali del San Raffaele di Milano e professore di biologia molecolare all’Università
Bicocca, il quale ribadisce che l’Autorità britannica per la fertilizzazione e l'embriologia
pur dando la notizia della possibile creazione di embrioni chimera ha rimandato a
novembre la probabile decisione. ascoltiamolo al microfono di Massimiliano Menichetti:
R. –
Questa è un’operazione mediatica che ha quasi dello scandaloso. Che cosa vuol dire
e perché è stata fatta? Il problema è quello di testare il polso all’opinione pubblica
mondiale. Hanno dato una notizia, ma la decisione non è ancora presa. Se non ci sarà
una sollevazione popolare andranno avanti. Se vedranno che le reazioni saranno particolarmente
violente probabilmente si fermeranno.
D. - Da più
parti si invoca una risposta a livello mondiale degli scienziati contro questo tipo
di sperimentazione...
R. – Lo escludo totalmente
che ci sia una riposta negativa a livello mondiale, perché c’è questa idea che la
scienza debba essere un’attività completamente libera.
D.
– Ma per lei, che è uno scienziato, è davvero così?
R.
– Sono contrario a questo. La ricerca deve essere libera al massimo, ma nel rispetto
delle regole etiche e morali della società. E’ difficile però che gli scienziati si
mettano contro i loro stessi colleghi, anche se non sono in accordo.
D.
– Ma allora come si scioglie questo nodo?
R. – La
riposta la si dà con i fatti. Che cosa vuol dire? Loro dicono che devono fare questo
tipo di ricerca per curare l’Alzheimer, il Parkinson, le malattie neurodegenerative.
Ed io gli rispondo – chiedo che qualcuno si alzi e mi smentisca una volta tanto –
che questi tipi di sperimentazione in particolare o, comunque, in generale per le
malattie neurodegerative, sono già possibili da domani mattina. Sa qual è il problema?
Il problema è che non ci sono i soldi per farla.
D.
– Si può fare come?
R. – Si può fare utilizzando
le cellule staminali cerebrali umane, che sono già disponibili, e può essere allargata
ad un enorme numero di malattie neurodegenerative. La risposta lei gliela dà avviando
le sperimentazioni cliniche con delle cellule eticamente accettabili e facendo vedere
che la sperimentazione è iniziata. Questi signori riescono a vendere una notizia,
parlando di una cosa che non ha nessun senso dal punto di vista tecnico, perché le
cellule che loro produrranno non si potranno mai trapiantare e non sono in grado di
prevedere o monitorare la malattia come modello di sperimentazione, perchè hanno dentro
dei pezzi di mucca o, comunque, di un altro animale, che sono quei pezzi critici che
servono invece a studiare la malattia umana. Studieremo il Parkinson nei cavalli,
immagino.
D. – Ma allora, perché ci si accanisce
con la sperimentazione sugli embrioni e non si seguono altre vie, come quella che
lei ha appena tratteggiato?
R. – Questo è un tipo
di ricerca che appare, almeno tecnicamente, molto più facile. Quindi, anche gente
con una qualificazione media, o anche bassa, può permettersi di parlare di argomenti
e di prospettare potenzialità future per la ricerca e per la terapia che altrimenti
non si potrebbe permettere. Secondo, c’è una scuola di pensiero che è quella che ho
delineato prima, e cioè che la ricerca deve essere assolutamente libera di fare qualunque
cosa. La terza cosa è che ci sono dei fortissimi, enormi interessi economici. Siccome
storicamente il modo di produrre cellule per la terapia, attraverso questa via della
clonazione, passa attraverso questo tipo di esperimenti, tutti i brevetti sono su
questa via e ai gruppi finanziari che supportano questo tipo di attività interessa
questa via. Non ha nessuna importanza, né rilevanza che ci siano vie alternative probabilmente
più sicure e più efficaci.