Dieci anni fa moriva Madre Teresa di Calcutta. Il postulatore della causa di canonizzazione
consegna al Papa le lettere in cui la Beata racconta la sua "notte oscura dello spirito"
Come ha ricordato il Papa all’udienza generale oggi ricorre il decimo anniversario
della morte di Madre Teresa di Calcutta. Era il 5 settembre del 1997. La Beata aveva
87 anni. Nel ’79 la religiosa albanese aveva ricevuto il Premio Nobel per la pace.
Nel 2003 viene proclamata Beata da Giovanni Paolo II. Oggi tantissime sono le manifestazioni
che si svolgono in tutto il mondo per ricordare la Madre dei poveri. Ma riascoltiamo
le parole di Madre Teresa in questo servizio di Sergio Centofanti:
“The
fruit of silence is prayer... Il frutto del silenzio è la preghiera. Il
frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l’amore. Il frutto dell’amore
è la pace. Le opere di amore non sono altro che opere di pace”.
Le
cose vere nascono dal silenzio. Madre Teresa è in India come direttrice di una scuola
in una congregazione religiosa. A Calcutta scopre il dramma silenzioso di poveri,
anziani, donne, bambini che, abbandonati dal mondo, muoiono sulle strade dell’indifferenza.
Sente la voce di Gesù che le dice: “Lascia il convento e va ad aiutare i poveri, vivi
con loro, tra loro e come loro”. Obbedisce: va ad abitare in una bidonville e inizia
a raccogliere i più disperati tra i disperati, soprattutto i lebbrosi. Dove gli altri
vedono solo dolore e fallimento lei vede il volto di Cristo. Ma come è possibile rispondere
alla chiamata di Dio, dove trovare la forza di dire sì? Ascoltiamo ancora Madre Teresa:
“By allowing to... Lasciandoci plasmare da Cristo, ma anche
attraverso un profondo e tenero amore verso Gesù, specialmente nell’Eucaristia, nella
Messa e nell’Adorazione”.
“L’attenzione agli altri
– dice – è l’inizio della santità”. Lei sta con la singola persona non con le folle.
Lei sta con i poveri, ma sa rivolgersi anche ai ricchi di cui vede spesso la disperazione:
“i poveri di Calcutta – afferma – non hanno niente, ma credono ancora in qualcosa;
quelli che hanno molto invece sembrano non credere più in niente”. Parla contro tutte
le violenze: dalla guerra all’aborto. “Se non volete il vostro bambino – dice alle
mamme che vogliono abortire – datelo a me: non uccidetelo! Perché fino a quando ci
saranno madri che distruggono la vita del bambino che hanno in grembo, la via dell’assassinio
e della guerra resterà sempre aperta”. Il suo messaggio è semplice: l’amore annunciato
da Gesù nel Vangelo:
“Jesus came to give us… Gesù è venuto
per portare la Buona Novella che Dio ci ama e che dobbiamo amarci l’un l’altro come
Lui ama noi. E’ per far sì che ci amassimo che Egli ha detto: ‘Qualsiasi cosa voi
avete fatto per i bisognosi, l’avete fatto per me. Se avete dato un bicchiere di acqua
in mio nome, l’avete dato a me. Se avete ricevuto un bambino nel mio nome, avete ricevuto
me’. E quando moriremo e torneremo nella casa di Dio, di nuovo sentiremo Gesù dire:
‘Venite voi benedetti dal Padre mio, perché quando ho avuto fame mi avete dato da
mangiare. Ero nudo e mi avete vestito. Non avevo una casa e mi avete accolto. Ero
malato in prigione e siete venuti a trovarmi. Venite e prendete il Regno che è stato
preparato per voi’. Dove ha inizio l’amore? Nella nostra famiglia. Come inizia? Pregando
insieme. La famiglia che prega insieme, resta insieme. E se voi resterete insieme
vi amerete l’un l’altro come Gesù vi ama. Portate allora la preghiera, la gioia, l’amore
e la pace nelle vostre famiglie e così crescerete nella santità. La santità non è
un lusso per pochi, è una bellezza semplice, perché Gesù ha detto: ‘Siate santi come
il Padre mio che è nei cieli’. Che Dio vi benedica tutti”.
“Non
sapremo mai tutto il bene che un semplice sorriso può fare”: questa frase di Madre
Teresa colpisce ancora di più oggi di fronte alla consapevolezza che la religiosa
ha donato agli altri il suo amore e la sua tenerezza vivendo per oltre 40 anni una
profonda aridità spirituale, la cosiddetta “notte oscura dello spirito”. E proprio
nell’occasione del decimo anniversario della sua morte esce nelle librerie una raccolta
di lettere che la Beata ha scritto su questa sua forte esperienza spirituale. Il libro,
che s’intitola: “Mother Teresa: come be my light”, è stato curato da padre Brian
Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione della religiosa: il sacerdote,
presente stamani all'udienza generale in Piazza San Pietro, al termine della catechesi
ha salutato il Papa e gli ha consegnato il volume. Susan Hodges lo ha intervistato
sui motivi che lo hanno spinto a pubblicare queste lettere: R.
– Io volevo mostrare la profondità della santità di Madre Teresa, per le allocuzioni
interiori che ha ricevuto nel 1946 e nel 1947. Dopo aver sperimentato una grande intimità
con Gesù, entrò di nuovo nella sua anima un’oscurità profonda, che è stata per lei
una maniera per restare unita a Gesù, al suo dolore nei Getsemani e poi sulla croce.
D. – Questa oscurità, i suoi dubbi, le sue sofferenze,
la sua convinzione di non sentire alle volte la presenza di Dio, molte persone sono
rimaste sorprese di sentire tutto questo da una persona così santa, così serena...
R.
– La sua oscurità era soprattutto nei sentimenti, perché diceva che la sua mente e
la sua volontà erano sempre unite a Gesù. Madre Teresa era innamorata di Gesù, ma
allo stesso tempo sentiva che non lo amava.