2007-09-05 08:18:12

A Trondheim, in Norvegia, la prima casa di Suore brigidine: intervista con la madre abbadessa Tekla Famiglietti


Dar vita ad un punto di riferimento per i cattolici, il dialogo ecumenico ed interreligioso: con questo spirito il 20 agosto scorso il vescovo prelato di Trondheim, mons. Georg Müller, ha benedetto la prima pietra del chiostro dell’erigendo convento delle religiose Brigidine nella stessa città norvegese. Per la prima volta dal tempo della Riforma, l’Ordine del SS. Salvatore e di Santa Brigida torna ad avere un convento in Norvegia, poiché fino ad oggi l’unica comunità presente nel Paese da circa dieci anni disponeva soltanto di un piccolo alloggio in una casa privata. Il progetto comprende il convento, una chiesa con annessa sala parrocchiale, la foresteria e alcuni locali per l’accoglienza dei bambini. Le prime religiose potrebbero prendere possesso del convento a fine 2008.

Con noi l’abbadessa generale madre Tekla Famiglietti:

D. - Qual è il significato della costruzione di questo convento delle Brigidine in Norvegia? E’ il primo dal tempo della Riforma…

R. – Sì, questo è importante dirlo. E’ anche il primo convento che si costruisce a Trondheim, là dove si è spostata una gran parte della popolazione di migranti e dove noi immediatamente abbiamo voluto mettere al centro Cristo e la Chiesa e dare un corpo alla Chiesa stessa. Quindi, abbiamo voluto in primo luogo la Chiesa. Non è, infatti, una cappella, ma proprio una chiesa parrocchiale con la Casa per il parroco. Poi viene il convento per le religiose, la casa per l’ospitalità e il kindergarten.

D. - Quale sarà la vostra missione?

R. – La specifica missione, come quella in altri posti scandinavi, è di lavorare per l’ecumenismo. Dobbiamo tenere conto che siamo in un luogo di diaspora, ma non c’è più solo quella, ma anche tante altre identità, specialmente musulmane che vengono in questi luoghi. E vicino a noi, dove costruiamo questo centro, a 3 km, si sta costruendo una grande moschea. Quindi, il nostro ruolo sarà quello di lavorare per il dialogo interreligioso, perché con tutti i fratelli noi dobbiamo allacciare un dialogo e dobbiamo lavorare insieme.

D. - Qual è la situazione della comunità cattolica in Norvegia?

R. – La situazione della comunità cattolica è molto bella. Si sta consolidando con tanti sacrifici e tanta speranza. La Chiesa deve crescere e cresce, quando le diamo l’opportunità di crescere, grazie anche a quello che già fa la diocesi, con la sua Chiesa e con il suo vescovo. Adesso con la costruzione del centro brigidino – e spero che si costruiscano anche altre chiese cattoliche – crescerà e cresceranno anche i cattolici, perché c’è un movimento migratorio. Quindi, noi dobbiamo stare attente ai migranti di altre nazioni, che arrivano in quel posto, che con l’andare degli anni diventeranno membri di quella nazione.

D. - Secondo il vostro carisma alimenterete il dialogo ecumenico…

R. – Quando io parlo del dialogo interreligioso è chiaro che per noi brigidine rimane sempre il punto chiave il dialogo ecumenico. Ma siccome ci troviamo in un posto dove dobbiamo fare un dialogo ecumenico, già molto allargato, è chiaro che non possiamo non aiutare anche i fratelli di altre religioni che vengono qui. Quindi, noi proponiamo il dialogo interreligioso, perché è una novità che si sta aprendo al mondo. Quindi, noi, Chiesa cattolica, non possiamo rimanere inerti.

D. - Cosa può dare ancora oggi ai credenti il messaggio evangelico di Santa Brigida?

R. – Il messaggio di Santa Brigida era attuale a suo tempo e lo è ancora di più ai nostri tempi, perché l’uomo di oggi ha bisogno di valori. Allora Santa Brigida si presenta per prima con i valori insiti nell’uomo, quello che fa veramente dell’uomo qualcosa di grande a differenza di altre identità. Quindi, è chiaro che Santa Brigida dia il messaggio cristiano di vivere quello che è la vita di un cristiano, che si inserisce nel grande comandamento del Signore non solo di amarci tra di noi, ma di vivere la nostra cristianità e cristianità vuol dire amore, gettare le basi per accettare i nostri fratelli chiunque siano.








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