Intervista con il cardinale Poupard: il futuro della Chiesa si gioca nell'incontro
con le culture
Ieri il Papa ha nominato come nuovo presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
mons. Gianfranco Ravasi, finora prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Mons. Ravasi
succede al cardinale Paul Poupard, che lascia un incarico che ricopriva dal
lontano 1988. Il porporato francese nel 1985 era stato nominato da Giovanni Paolo
II presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo con i non credenti, dicastero
poi fuso nel 1993 con quello della Cultura. E dunque per oltre 20 anni ha guidato
il dialogo della Chiesa cattolica con la società contemporanea. Ma che bilancio fare?
Ci risponde lo stesso cardinale Poupard al microfono di Giovanni Peduto:
R. –
E’ difficile fare un bilancio. La cosa essenziale è che adesso nella Chiesa c’è una
percezione più grande della posta in gioco, che riguarda l’incontro della Chiesa con
le culture. E’ proprio lì che si gioca il futuro della Chiesa e del mondo. E’ una
cosa enorme, che si è tradotta in tante iniziative, sia per l’evangelizzazione delle
culture che per l’inculturazione del Vangelo, le quali vanno di pari passo.
D.
– Eminenza, come è cambiata la cultura in questi anni?
R.
– In questi anni, prima di tutto, c’è un grande cambiamento nel mondo e si è visto
emergere, più che nel passato, al di fuori dell’Europa, nella coscienza sia delle
culture tradizionali africane, sia delle grandi tradizioni dell’Asia, sia nella realtà
singolare della cultura latino-americana. Invece, in Occidente, c’è stata una secolarizzazione
progressiva e una perdita di terreno forte da parte della cultura cristiana. Un impegno,
dunque, sempre più incisivo viene richiesto alla Chiesa per rendere ai cattolici,
ai cristiani, il senso e la fierezza della propria cultura e per non lasciarsi invadere
dalla cultura mondana, secolarizzata, che torna ad essere pagana. C’è tutta una corrente
che, in nome della laicità diventa laicismo e che vorrebbe respingere la cultura cattolica
e cristiana anche dalla vita pubblica, come se fosse nemica dell’umanità, quando invece
è tutto il contrario. Abbiamo visto nel grande dibattito sull’Europa questa afasia,
amnesia, cioè questo dimenticare le radici culturali dell’Europa. In questo, nel futuro,
forte, fortissimo sarà l’impegno della Chiesa per fronteggiare questa nuova problematica.
D.
– Lei, Eminenza, è stato anche presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo
con i non credenti dal 1985 al ’93, anno della fusione del dicastero con quello della
Cultura, nonché, anche se per breve tempo, presidente del Pontificio Consiglio per
il dialogo interreligioso. Come dialogare oggi sia con chi è lontano da Dio e sia
con chi non è cristiano?
R. – Devo dire che è stata
mia convinzione dall’inizio che non si può dialogare se non ci sono valori condivisi
da una parte e dall’altra. Ci vogliono dei valori comuni, un linguaggio comune e anche
un ideale comune, altrimenti non è più un dialogo, ma un monologo.
D.
– Eminenza, mons. Gianfranco Ravasi, chiamato a succederle, ieri dai nostri microfoni
ha avuto parole di grandissimo elogio per lei e per l’opera che ha svolto in questi
anni...
R. – Mons. Ravasi è un uomo di grande cultura.
Mi rallegro molto che sia lui a raccogliere l’eredità che si è venuta a creare sullo
slancio del Servo di Dio Giovanni Paolo II e sotto l’impulso di Papa Benedetto. E
sono molto lieto di pensare che lui farà fruttificare questa eredità e che l’amplierà
con la sua grande cultura biblica, umana, cristiana e tout court. E’ un vero dono
per la Santa Sede e per la Chiesa.
D. – Eminenza,
lei certamente non si fermerà. Cosa farà adesso?
R.
– Adesso, prima di tutto andrò a presiedere, come previsto, il grande pellegrinaggio
mariano diocesano per la Natività della Madonna, domenica prossima. Tornerò a Roma
il 15 settembre e sarò ancora alla guida del dicastero fino al 15 ottobre, quando
si farà il passaggio delle consegne con il mio successore. Sarò impegnato come sempre
nei diversi dicasteri, ai quali partecipo: il dicastero per l’Evangelizzazione dei
Popoli, per il Culto Divino, per l’Educazione Cattolica, per l’Unità dei Cristiani,
dei Laici. Sarò poi impegnato in tante conferenze e interventi che mi sono stati richiesti.
Il primo sarà proprio a settembre. Andrò a Crema per inaugurare una fondazione “Cardinale
Poupard” che degli amici hanno voluto creare, per proseguire e ampliare la mia piccola
opera in questo campo. L’indomani sarò a Brescia per presiedere il Convegno internazionale
dell’Istituto Paolo VI di Brescia. All’inizio di ottobre parteciperò ad un altro convegno,
per il 40.mo dell’Enciclica Populorum Progressio. Poi andrò al Convegno dell’Unione
parlamentare europea e poi avrò altri impegni. Non dimenticando naturalmente le tante
proposte perché continui a scrivere e condividere la mia esperienza e ampliare sempre
più in un altro modo, ma nello stesso senso, quel dialogo salvifico della Chiesa con
tutte le culture del mondo.